Fabri Fibra è sempre circondato dalle polemiche. Testi forti, quelli delle sue canzoni, accuse ai colleghi, come quando in un suo pezzo disse che Marco Mengoni era gay. Anche il nuovo disco uscito da poco, “Controcultura”, contiene testi fin troppo espliciti, tanto che la sua stessa casa discografica, la Universal, ha comunicato di prendere le distanze dicendosi estranea ai testi del cantante.



In un’intervista Fabri Fibra respinge al mittente le accuse di usare i nomi per vendere di più, vedi: Laura Chiatti, Marco Carta, Fabio Fazio, Paolo Brosio, con riferimenti a Marrazzo, Brenda (la trans uccisa), Noemi Letizia e politici vari. Dice nell’intervista: “se i nomi fanno vendere di più allora invito tutti i gruppi che vendono poche copie a iniziare a farlo”. In realtà i nomi sono fatti non per colpire il soggetto



Dice ancora: “se la musica di oggi è stare sotto un riflettore e fare  bei motivetti,allora io faccio denuncia sociale”. Adesso qualcuno ha pensato di mandar eil pezzo Tranne te al contrario, un metodo per scoprire se ci sono nascosti nelle canzoni messaggi segreti. Ebbene, Tranne te diventa una canzone che sembra aver perfetto senso in lingua araba, con tanto di invocazioni ad Allah? Solo una impressione?

 

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