Il trend è partito, difficile fermarlo. L’Italia del jazz, quando i festival in estate si moltiplicano e colorano città e province, ha ormai una nuova tendenza: indire concorsi per giovani musicisti, gli emergenti. Tanti ce ne sono in giro, dedicati a solisti, compositori, formazioni. Nel mare delle proposte ce n’è uno, in particolare, che si distingue. Per la storia, per l’organizzazione e per la valenza: il Premio internazionale Massimo Urbani le cui finali si sono svolte a Camerino il 24 giugno sotto gli occhi di una giura di qualità presieduta da Enrico Rava e composta da critici e direttori artistici di molti club italiani.
“L’Italia è un paese ricchissimo di talenti spesso straordinari. E, diversamente da quanto si dice in giro, il jazz è vivo quanto mai e la riprova viene dall’ascolto di questi ragazzi che hanno partecipato al Massimo Urbani. Un talento in crescita che si nutre, giorno per giorno, dei numerosi stimoli che arrivano da tutti i fronti della musica e che questi ragazzi spesso sanno fare propri”, ha dichiarato il trombettista.
Fortemente voluto e organizzato da Paolo Piangiarelli, patron della Philology, il premio è dedicato alla memoria di uno dei più grandi talenti mai apparsi sulla scena italiana, quel Massimo Urbani giovane e smisurato genio di strada, prematuramente scomparso.
Ma in realtà i protagonisti della serata, e del premio, sono stati i tredici finalisti, singoli che si sono esibiti primi accompagnati da Andrea Pozza al piano, Massimo Moriconi al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria su una serie di standard e poi in una sequenza di mini formazioni composte da due o più di loro.
Ha convinto la tecnica di molti partecipanti, ma soprattutto il desiderio di riuscire a esprimere quell’urgenza espressiva che è alla base del tanto amato jazz. La capacità di interpretazione del giovane pianista Fabio Giachino, primo classificato al quale va la possibilità di incidere un disco proprio per Philology. Secondi classificati, ex equo, Giovanni Perin, vibrafono, e Andrea Santaniello, sax alto. Il Terzo premio, infine, è andato a Fabrizio Gaudino, tromba, molto apprezzato dal presidente Rava, dotato di una forte presenza scenica.
Infine la borsa di studio per partecipare a Siena Jazz è finita a Peter Schwebs (contrabbasso), quella per intervenire ad Umbria Jazz a Giovanni Perin (vibrafono). Vito Favara (pianoforte) accederà invece ai seminari di Nuoro.