Cd da portare in automobile? Dischi da caricare nel proprio iPhone? L’estate è alle porte, le vacanze pure: forse qualche consiglio potrebbe far comodo, per svecchiare l’archivio musicale oppure per rispolverare qualche vecchio titolo. Proviamo a mettere insieme – in puntate differenti – alcuni titoli che potrebbero soddisfare ascolti e curiosità varie. Cominciando da una serie di cinque dischi live, in parte recentissimi, in parte d’annata. Perché il rock, se non lo ascolti dal vivo, non ha lo stesso sapore…



1 – Crosby, Stills, Nash & Young – 4 Way Street Un titolo che si contende con pochi altri la palma del più bel disco live di tutti i tempi. I quattro che hanno inventato il country-rock, colti proprio 40 anni fa (il disco fu registrato nell’estate del ’70 e uscì nella primavera del ’71) e immortalati in un doppio che ha fatto lezione sia per la suddivisione degli ellepi in zona acustica-zona elettrica, che per l’eternità di una scaletta da brividi. Perfezione emotiva in Right between the eyes e Cowgirl in the Sand, psichedelia acida in Triad e Long Time Gone, lezioni di live jam al cardiopalma in Carry On e Southern Man. Se ci sono dischi da dieci e lode, questo si merita… un bell’undici.



2 – David Bowie – Live Santa Monica ‘72 Non so se è il live più bello di Bowie, sicuramente è uno dei più genuini e sa raccontare con veemenza giovanilistica gli anni glam del musicista di Brixton. Uscito pochi anni fa, raccoglie registrazioni di uno show californiano del ‘72 e contiene alcuni tra i suoi classici, da Changes a The Jean Genie, da Life on Mars a – soprattutto – quel capolavoro infinito che è Space Oddity, storia dell’inquietudine cosmica del major Tom, mai così persa e angosciata. Dietro di lui una delle sue più potenti band, con Mick Ronson alle chitarre.


3 – Bob Seeger  Nine tonight
Prima che Springsteen re-inventasse il rock e ne facesse uno spettacolo romantico, a Detroit c’era Bob Seeger. Potente di muscoli e di corde vocali, Bob aveva il rock nel sangue e scriveva canzoni che arrivavano direttamente al muscolo cardiaco. Questo bel live registrato nell’81 è un bel compendio per nonni e per piccini. Brani potenti (Old time Rock’n’roll Let it Rock) e passione allo stato puro (MainstreetAgainst the wind) per riscoprire uno degli sconosciuti maestri del rock. Bob quest’anno è tornato in tourné negli usa dopo anni di placido pensionamento. Cinque mesi prima dei suoi concerti non si trovavano più biglietti nemmeno dai bagarini…



4 – The Prodigy – World fire Il disco dal vivo di questo trio britannico può lasciare sorpresi molti gusti e molti ascolti. I tre, Liam Howlett, Maxim e Keith Flint, non c’entrano nulla con la “canzone” e nemmeno con il “rock”. Più deejay che musicisti, son diventati famosi con un uppercut elettronico che si chiamava Firestarter e con un’immagine insolitamente aggressiva per una formazione che per lo più frequentava discoteche, rave party e situazioni big beat. In questo album live si capisce il segreto del tutto: è dance-punk di impatto tremendo, con bassi e campionature che si avvicinano (come prodotto finale) a certe sferzate dell’heavy metal, come già ai tempi facevano i Public Enemy. Interessante per chi fa le ore piccole. E la versione di Smack my Bitch Up non è niente male…


5 – Pearl jam – Live on Ten Legs
Ho sempre pensato che la band di Eddie Vedder fosse la miglior “cosa” emersa dal magma di Seattle. Sicuramente nessuno li batte – tra le band dei primi anni Novanta nell’essere un live-act infuocato. Tra i tanti live (più o meno instant) usciti negli ultimi anni, questo ha il pregio di coprire un arco completo della produzione dei cinque e offre versioni notevoli di Rearviewmirror e Jeremy,Porch e I Am Mine, confermando che Mike McCready è uno dei talenti meno valutati della scena chitarristica. Inutile dire che Alive è da schianto: uno dei titoli che permetterebbe a un alieno di capire cosa intendono i  terrestri quando parlano di “rock”. Approposito: in questi mesi è uscito anche un live dei “cugini” Soundgarden (Live on I-5), ma non è a livello di questo live-Jam.