Si presenta in tuta, scarpe comode e cappello in testa il giovane Marco Mengoni nella sede milanese della Sony Music dove lo attendono i giornalisti pronti per intervistarlo. Il Re Matto sembra aver acquistato più sicurezza rispetto all’anno passato, si accomoda tranquillo e attento, si guarda intorno. Curiosità e malizia nello sguardo. Riconosce alcune facce tra di noi: “Mi ricordo di averti visto ieri sera!” (all’anteprima del disco in Area Pergolesi ndr) dice sorridendo tra i saluti generali. Come sempre rimescolando tutte le carte in gioco chiede a noi cosa ci è sembrato dello spettacolo e ci racconta allegro della sua gioia nel poter finalmente “riaprire bocca su un palco e non in studio di registrazione”. Il 27 settembre uscirà infatti il suo nuovo disco “Solo 2.0” e il singolo, in radio dal 2 settembre, che dà titolo all’album è già al primo posto della classifica di iTunes.
Avevi voglia di tornare dal vivo?
Assolutamente sì… Appena finito di suonare coi ragazzi ci siamo detti: non vediamo l’ora di poter ricominciare a provare insieme. In studio è tutto diverso. Dobbiamo rientrare in sala prove tutti insieme! Non ci sarà molto tempo per preparare il live quindi dovremo essere molto meccanici però è una delle parti più belle del lavoro.
Il 26 novembre comincerai il tour a Milano al Mediolanum Forum, mentre il 29 novembre sarai a Roma al Palalottomatica: riproporrai a tutto il pubblico un concerto in versione acustica (come nell’anteprima di ieri sera) oppure i pezzi saranno più simili alle sonorità del disco?
Beh, se al Forum glie fai una roba acustica te cacciano! (ride ndr) No, ieri è stata una cosa più intima, ma adesso sul palco siamo una formazione più numerosa, in sei, e voglio proporre tutta l’elettronica che c’è nel nuovo disco. Questo tour sarà molto più semplice e lineare di quello precedente, ma anche più… tecnologico! Anche scenograficamente saremo più “matematici”.
Come è nato questo disco? E questo “2.0”?
Questo disco è nato un po’ da una “depressione post tour”! Non pensavo esistesse, ma è così. Torni a casa e ti senti… solo! Oltre a questo è venuto semplicemente dalla voglia di fare arte, e basta. Giorno per giorno sono cresciute le idee, i pezzi. Dalle cose che succedevano sono nati alcuni testi, tutto seguendo l’ispirazione. “2.0” è semplicemente… l’aggiornamento Mengoni! Non sappiamo se in positivo o in negativo, Marco Mengoni si è aggiornato! Diciamo che è la versione aggiornata appunto di “Re Matto” (lo scorso album ndr) che forse avrebbe avuto bisogno di più tempo per crescere.
Ti sei sentito più libero nel fare questo album?
(Sorride ndr) …Un po’ più libero mi sono sentito, sì! Sicuramente perché c’è stato più tempo per costruirlo. Io ci ho messo tutto quello che potevo… anche se non sono mai soddisfatto.
C’è già qualcosa che vorresti cambiare?
C’è già qualcosa che deve essere rifatto. Siamo già all’opera per sistemare alcune cose, cambiare degli arrangiamenti e modificare alcuni dettagli nei testi. Purtroppo non esistono discount per arrangiamenti, strofe, ritornelli… quando ti viene un’idea la si mette subito in pratica, dovendo anche rispettare i tempi necessari alla registrazione del brano. Sono piccoli accorgimenti, non cambierei grandi cose: in generale sono molto soddisfatto, però si può fare sempre meglio.
C’è un pezzo al quale sei particolarmente legato, di cui sei più soddisfatto rispetto agli altri?
Il brano che a livello compositivo più mi completa e che… (cavolo questa frase m’è uscita proprio bene!) …è sicuramente Solo. Dell’album forse è il pezzo più difficile, anche come arrangiamento. Da qui nasce la mia sfida contro tutti a farlo uscire come primo singolo. È una scelta un po’ azzardata, non ho usato la canzone “mignotta” del disco (ride ndr), quella che può piacere a tutti, un po’ commerciale. Ci sono canzoni sicuramente più immediate mentre Solo è più particolare, è una sfida… così metto alla prova me stesso, il pubblico, chi ascolta. Non mi piacciono le cose facili.
E invece “Come ti senti” com’è nato? Nel testo sembrano raccolte tutte le domande e le osservazioni che la critica, i giornalisti, ti hanno posto fino ad adesso e tu rispondi “Come mi sento, / domanda fatale, / se ti rispondo, non stai neanche a sentire…”.
Questa canzone è nata già nel vecchio tour, in giro, chitarra e voce. Il testo è un po’ un gioco, una provocazione, ma in modo sempre molto tranquillo, non è una canzone che vuole essere accusata di pesantezza. Spiega un po’ la reazione quando ti accorgi che tu parli e ti vengono fatte domande che non c’entrano niente con quello di cui stavi raccontando, con quello che sei. È un’idea secondo me carina anche l’intro di questo brano che riprende un po’ di quello che è stato detto, che mi è stato chiesto… non siamo riusciti a fare quest’intro più lunga, ma ce n’era di roba!
L’idea invece del fumetto che si trova nel tuo nuovo disco da cosa è venuta fuori? Tu personalmente sei un amante del genere?
Allora… io ho un problema. Cioè io ho una vita parallela, un mondo a parte (dove io ho tipo i rasta…)! E quando sono a letto prima di addormentarmi invento, storie, palazzi, arredamento d’interni, costruisco città. Da tutto questo è nata l’idea di “Solo”, che poi è il protagonista del fumetto. Ho voluto con forza affiancare questa storia al disco, è un comic interattivo (infatti non è doppiato) e non c’entra proprio molto con la musica… però abbiamo fatto i sottofondi quindi vabbè! È una storia che prosegue dal vecchio tour, come una piccola saga. Quel poco d’arte che è rimasto in questo lavoro va sfruttato al massimo secondo me. Io non sono un grandissimo appassionato di fumetti, ho letto quelli che hanno letto un po’ tutti, Topolino chi non l’ha mai letto! (ridendo ndr). Comunque io sono legato anche al mondo dell’immagine, all’estetica e anche un po’ alla grafica, avendo fatto l’istituto d’arte, da qui ci è venuto in mente questo progetto.
Per tornare alla parte più “tecnica” del disco, hai usato strumentazioni particolari, ci racconti un po’ come hai lavorato?
Mi hanno messo un limite: tre take al massimo per registrare! Siccome io sono un perfezionista e non essendo mai soddisfatto, continuerei a registrare miliardi di volte… invece mi hanno detto che potevo farne tre al massimo, in qualsiasi condizione fossi, malato, sano… Un po’ anche per la questione del tempo, per poter fare il mixaggio finale ecc.
Per quanto riguarda il mixaggio ho preferito farlo su nastri, la qualità del suono è molto diversa dal puro digitale, è più caldo. Si sente la differenza. Strumentazioni particolari non sono state usate, ma sicuramente abbiamo usato molta elettronica, analogica possibilmente. Per questo alcuni suoni che abbiamo trovato non verranno mai più allo stesso modo. Sono 2.0 ma mi piace recuperare anche cose un po’ vintage.
Ci sono collaborazioni “speciali” nel disco?
Da “Solo”… viene un “non duetto”! Nell’album non ci sono duetti, ma quattro collaborazioni molto importanti. Dente (cantautore alternative, ndr) per il testo e la musica di Mangialanima, lo strepitoso Neffa, con cui spero di lavorare ancora, in Un finale diverso, i Cluster che io stimo molto anche se lavorano in modo molto diverso da me, e Davide Rossi che ha scritto la parte degli archi in Mangialanima. Sono molto soddisfatto dal lavoro che hanno fatto perché hanno centrato in pieno quell’”ironia nella solitudine”, che è l’idea del disco.
Ci sono anche due pezzi in inglese nel disco.
Sì, non hanno nessuno scopo particolare però, semplicemente mi piace molto cantare in inglese. Ma per ora non voglio ancora andare all’estero, non mi sento ancora pronto. Quando sarò più maturo ci penserò.
Marco sorride sornione seduto comodo ma sempre un po’ inquieto sulla sua poltrona. Il ragazzo di Ronciglione è ormai sotto i riflettori puntati, attendiamo con ansia la prima tappa del tour per vedere se il Re Matto saprà nuovamente stupirci sopra il palco, proprio lì dove ama stare. Davanti alla gente, al centro dell’attenzione. “Solo 2.0” che sarà in vendita tra pochissimi giorni promette di raccontare qualcosa di nuovo di Marco. Manca di esperienza e forse di un po’ di libertà nelle sue scelte artistiche, ma il Best European Act agli ultimi MTV Music Awards ha certamente tutte le carte in regola per arrivare a breve alla soglia della scena internazionale.
(Cristina Picariello)