Sanremo 2012 è ufficialmente iniziato domenica scorsa, quando Gianni Morandi e il direttore artistico Gianmarco Mazzi hanno svelato la lista dei partecipanti dallo studio di Domenica In. Una lista che appare più che promettente sia per quanto riguarda la varietà musicale degli artisti scelti sia per la loro completezza professionale. Da Emma Marrone ai Marlene Kunz, da Gigi D’Alessio a Pierdavide Carone, i nomi che risuonano da domenica su web e media stanno scatenando una pioggia di commenti più o meno autorevoli, soprattutto per il fatto che l’edizione del Festival 2012 ha voluto azzardare il contest Sanremo Social per selezionare i partecipanti della categoria Sanremo Giovani.



Marco Mangiarotti, giornalista e critico musicale del Giorno e del Quotidiano Nazionale, è certo che anche l’edizione di quest’anno porterà delle novità interessanti nel panorama della musica italiana, e che uno dei momenti clou sarà la serata in cui i partecipanti duetteranno con artisti italiani e stranieri per omaggiare la canzone italiana nel mondo: «Nella serata del giovedì ci sono canzoni italiane che hanno avuto successo nel corso dei decenni  e ci sono duetti di vario livello. Non è un’idea nuova ma dignitosa, che può dare maggiore visibilità al festival ma che probabilmente non avrà un grande riscontro discografico. Ci sarà un po’ di tutto, anche delle cose importanti come sentire quel che resta di Battisti, cantato da Emma con Gary Go e Noemi con Sarah Jane Morris. Sarà una serata “marmellata” che riempirà il giovedì e ci potrà anche far divertire».



Tra i concorrenti, ci sarà qualcuno da cui ci si può aspettare l’inaspettato?

Nina Zilli mi piace, questo suono che oscilla tra la musica nera, il jazz, e la canzone italiana. Mi piace Noemi, all’inizio sopravvalutata, nel suo range vocale non infinito ha trovato belle soluzioni, soprattutto nell’album prodotto da Corrado Rustici.
Ci sono delle ragazze sottovalutate invece come Emma Marrone che viene da Amici: una grande voce nella musica e una bella testa nella vita, con un sentimento politico e civile non banale, non da reality.
Pierdavide Carone è uno degli autori più interessanti della sua generazione. È giovanissimo ma conosce la musica, è coraggioso, originale. Ci sono poi cose che non tradiscono mai, come il linguaggio di Samuele Bersani, c’è Eugenio Finardi che è un grande della canzone italiana. Viene dal rock, dal gospel e dal blues, dalla ricerca rivoluzionaria degli anni Settanta agli ultimi lavori in cui ha musicato la poesia, ricantato il blues, frequentato la musica sacra e porta al festival una canzone che parla di Dio. 



Poi i Marlene Kunz, una rock band di grande spessore, nella sceneggiatura di storie elettriche d’autore. Testimoniano una generazione che ha scritto delle cose molto importanti per la musica italiana, come gli Afterhours di Manuel Agnelli e i La Crus di Giovanardi, anche loro passati dal Teatro Ariston. Il duetto con Patti Smith sarà un evento nel Festival…

Morandi è anche quest’anno il volto di Sanremo, finora una delle voci della nuova edizione del festival. Quanto spazio si prenderà sul palco dell’Ariston?

Morandi sarà padrone di casa, quindi farà ciò che vuole: secondo me gli è venuta un po’ voglia di cantare, ma sa che non deve approfittare troppo. Lui è un grande cantante che presenta altri cantanti  da uno scalino superiore, ha avuto una carriera molto diversa da ogni altro artista che salirà su quel palco, e non sarebbe molto elegante se lui presentasse una nuova canzone, a meno che non fosse in un contesto completamente diverso.
Farà un omaggio a Giancarlo Bigazzi, l’autore che gli a fatto vincere Sanremo con Tozzi e Ruggeri, scomparso negli scorsi giorni. Penso piuttosto che lui voglia far cantare Celentano. Celentano non è stato smentito: si twitta e cinguetta ma non abbiamo nessun motivo per dubitare che ci sarà. Anche perché lui ha una voglia matta di fare televisione! Figuriamoci se si lascia scappare un’occasione di questo tipo…

E su Sanremo social, la discutissima selezione dei giovani talenti?

Diciamo che non ho particolari perplessità sull’intero cast. Però Sanremo Social è stata nel complesso una grande idea ma una mezza delusione, nel senso che non mi sembra  che sia uscita dalla socialità qualcosa di particolarmente interessante. Ma è naturale: non è il mezzo che garantisce il suo contenuto. Il web è globale e totalmente autoreferenziale, quindi il massimo dell’ambiguità, della genialità e della stupidità.
Sono uscite cose abbastanza banalotte, più o meno ambiziose. Mi ha molto incuriosito una ragazzina con una filastrocca apparentemente un po’ scemotta, un divertente pezzo di cinema sugli incontri in ascensore che poi alla fine si rivela un ironico sogno erotico adolescenziale, ma molto autoironico e divertente.

(Caterina Gatti)