Martedì al Nazionale di Milano. Arrivano sbarazzine, a piccoli gruppi. Qualcuna ride, infilando la mano sotto la tonaca per trovare il biglietto. Altre sfoggiano, sotto il velo, il volto assorto dei vespri. Il teatro ha riservato loro un posto in prima fila. “Gratis et amores Dei”.
Novizie, sorelle e Madri Superiori sono le benvenute a “Sister Act”, il musical tratto dall’omonimo film (1992), ora anche prodotto dall’attrice Whoopi Goldberg.



Del resto sono loro le protagoniste della storia che da un night club di Philadelphia si conclude proprio in un convento. È qui che trova rifugio, involontaria testimone di un omicidio, Deloris Von Cartier. E se la cantante nera, patita di Donna Summer, stenta ad adattarsi alle regole monacali, alla fine riuscirà a trasformare uno stonato coro di religiose nel più straordinario fenomeno musicale della città. Complice la colonna sonora scatenata (già premiata ai Tony Awards) di Alan Menken, il “musical divino”, come recita il sottotitolo, continua dall’autunno scorso a mietere successo.



Ottimo cast, capitanato dalla cantante di colore abruzzese Loretta Grace (già supporter di Joe Cocker), scenografie stile disco anni Settanta, l’ultimo show residente della Stage Entertainment è ricco di colpi di scena. A cominciare dalla grande statua d’argento della Madonna che appare come una dea Kalì tra vetrate policrome, all’assolo rap di una consorella in occhiali da sole e abito scintillante di paillettes. Al sacerdote pronto come John Travolta a cambiare colore dell’abito talare ad ogni scena che, alla fine, abbandona l’idea di svendere il convento a due stilisti gay (“dell’altra parrocchia”), grazie alla pioggia di donazioni custodite in un salvadanaio-jukebox.



È lui ad urlare “la disco-messa vince la scommessa!” all’arrivo di un ospite davvero speciale, in veste candida e scarpe vermiglie, trasformando, nel gioco del teatro nel teatro, la platea di spettatori in fedeli scatenati. 

Insomma, via l’odore d’incenso e la solennità delle note d’organo, la tonaca piace. Come in tv con il successo di Suor Angela, l’eroina col velo interpretata da Elena Sofia Ricci in “Che Dio ci aiuti”, la fiction che ha preso il traino, dopo otto edizioni del campione di ascolti “Don Matteo” con Terence Hill.

Una tendenza non solo italiana. “La cosa più strana di Sister Act è stata vedere vere suore prendere la musica del film e trarne canti per le loro chiese in tutto il mondo – ha spiegato la produttrice Whoopi Goldberg, presentandolo lo scorso ottobre a Milano –. Che si creda o no in Dio, lo show celebra l’amore straordinario di cui sono capaci queste donne. E ora vederle arrivare in sala, come tanti pinguini, eserciti di pinguini, è un’autentica soddisfazione!”.
In scena al Nazionale di Milano fino al 31 maggio 2012, poi al teatro Brancaccio di Roma.