Una giovane ed ammaliante ragazza che balla a ritmo di musica sul bancone del bar scatenando il delirio del pubblico. Non è la scena di un film e la fanciulla in oggetto non è una delle ragazze del “Coyote Ugly” dove avvenenti bariste intrattengono i clienti con balli sexy sul bancone del night club. Si tratta di un concerto rock. In quello stesso locale, a qualche metro di distanza dai neon del bar, su un palco c’è una band composta da soli uomini, priva della cantante leader, i cui strumenti sono lanciati verso un finale di canzone sfrenato. Siamo nel bel mezzo del concerto di Nadéah al Circolo degli Artisti di Roma.
Per l’atto finale di un’esecuzione, la giovane australiana si è presa la briga di scendere dal palco, scavalcare la transenna che la divide dal pubblico, improvvisare qualche passo di danza con le persone astanti e di terminare la sua esibizione sul suddetto bancone del bar. Tripudio del pubblico. Da quel momento tutti gli schemi classici saltano. Mai visto nulla di simile. Le gesta di Nadéah sono un bel vedere senza scadere nel volgare. L’impressione è che Nadéah abbia tratto giovamento dall’aver visto da vicino i connazionali Nick Cave & Warren Ellis, a cui ha aperto diversi show in passato, per maturare e impostare la sua originale presenza scenica. Spesso i maschietti cocker più âgée ci hanno abituato a patetici passetti o ad esibizioni ingessate sulla propria mattonella dalla prima all’ultima nota.  I loro colleghi più scatenati e ribelli invece spaziano da un repertorio che va dalla “classica” distruzione degli strumenti, al “virile” pogo on stage, al “rischioso” stage diving (per le band emergenti in particolare si consiglia di valutare attentamente l’affidabilità e le intenzioni dei fanssotto il palco). Possiamo serenamente affermare che Nadéah è un passo avanti per il rock.



Nadéah Miranda è nata a Melbourne da padre italiano e da madre di origine indiana, portoghese, inglese e serba. Madre Natura le ha favorito una carriera da modella, ma la passione per la musica l’ha spinta ad andare a fondo a sviluppare le sue doti di musicista e di songwriter. In Inghilterra ha formato una indie punk rock band di culto, i LoveGods, che le hanno consentito di coronare il sogno e di partecipare a festival del calibro del Glastonbury in Gran Bretagna e a suonare come supporter di star internazionali. E’ però la Francia che l’ha adottata artisticamente. A Parigi Marc Collin l’ha coinvolta nel progetto Nouvelle Vague e la giovane australiana ha prestato la sua collaborazione al terzo album del collettivo francese.



 La tournée che la sta portando ad esibirsi in mezza Europa ha uno scopo ben preciso e come lei stessa ammette candidamente “Sono qua perché voglio presentarvi il nuovo album appena uscito in Italia – Venus Gets Even – Spero che vi piaccia e che vi divertiate”. Si tratta del suo primo disco solista.Sul palco Nadéah dimostra di saperci fare ed interpreta le canzoni con una presenza scenica teatrale. E’ supportata da una raffinata orchestrazione guidata da Nicola Tescari in cui le sofisticate ambientazioni sono caratterizzate da atmosfere intime ed essenziali anche se talvolta prende il sopravvento uno stile punk che si trascina via tutto. In questo contesto l’utilizzo del pianoforte e del contrabbasso aggiunge un’eleganza classica mentre l’uso della batteria e della chitarra elettrica scandisce i tempi più rock.  Semplice ma imprevedibile, in apparenza ben consapevole di poter fare leva sul proprio charme per conquistare i favori del pubblico, la bionda Australiana alterna la chitarra elettrica a quella classica ad esecuzioni al piano.



Le canzoni sono accomunate da un sound fresco e da accordi briosi. L’Happy mood irradiato dal suono non è necessariamente in sintonia coi testi che talvolta sembrano riflettere le difficoltà del vivere quotidiano (e del peregrinare da un paese all’altro come nel suo caso).   

E dove non arriva con il suo fascino da Femme Fatale, conquista con la sua voce calda e radiofonica che sembra prodotto ad hoc per confezionare successi pop. La set list della serata ricomprende in toto quasi tutti i brani del nuovo album, in cui spiccano la briosa “Whateover lovers say” e la sofferta e chiassosa “Hurricane Katrina”. La riflessiva e malinconica “Suddenly Afternoon” viene introdotta da Nadéah con estrema precisione: “l’ho scritta quattro anni fa alle due di pomeriggio a Roma in Via dei Gracchi, 58”. “Song I just wrote”, eseguita con la sola chitarra acustica, è la più intensa ed orecchiabile. 

La ritmeggiante “Odile”, che rievoca alla memoria le atmosfere del Moulin Rouge, è la più cliccata su YouTube (diventato ormai il principale indicatore per discografici e promoter al fine di valutare la bontà di un artista)e, a dispetto della versione su disco, il live si caratterizza per il finale punk rock tirato ed esplosivo. Tra i bis trova spazio anche l’unica cover della serata, “Get off” di Prince che Nadéah definisce un “Good Guy”.

Questa è la prima, e al momento, anche l’unica esibizione in Italia. Stando a quanto lei stessa ha affermato e, considerato il riscontro positivo che sta raccogliendo in Europa, siamo certi di rivederla presto nel nostro Paese. Ai saluti finali al banchetto del merchandising un giovane si rivolge alla cantante con affetto: “Ma che Nadéah, tu sei Na Dea”! Insuperabile e geniale il pubblico romano.