Tornano gli Europe. Ieri sera li abbiamo visti ma non potevamo crederci: quelli erano gli Europe, il gruppo pop rock culto degli anni ’80, o per meglio dire, quelli sono i nuovi Europe. Già, perché proprio ieri sera 29 ottobre all’Alcatraz di Milano, si é esibita una grande rock/dark band dal nome Europe e sul palco c’erano proprio loro, gli originali Joe Tempest, al secolo Joakim Larsson alla voce, John Norum alla chitarra, John Levén al basso e Mic Michaeli (all’anagrafe Gunnar Mathias Michaeli) alle tastiere. Il nuovo sound che li caratterizza ormai dalla loro reunion con l’album “Start from the Dark” del 2004, passa da “Secret Society” uscito nel 2006, “Last look at Eden” del 2009, fino all’ultimo lavoro dal titolo “Bag of Bones” pubblicato lo scorso maggio. Un sound che ha avuto una seria sterzata al Rock con sfumature dark/blues ed incursioni nel più sano heavy rock anni ’70 stile UFO e Thin Lizzy. Il sound convince non solo i numerosi fans della storica band, ma anche il mercato della musica che li vede nuovamente in scalata verso le vette delle classifiche di tutto il mondo. La ritrovata sinergia dei componenti della band si capisce al primo ascolto e l’energia che si crea “on stage” é forte, positiva, arriva e si tocca con mano. Il pubblico milanese partecipa calorosamente alla performance di Tempest e soci, ballando, saltando e rispondendo subito con cori, mani alzate e sorridendo alle estemporanee esclamazioni in pseudo milanese di Joey Tempest “ghe sem Milanes”. Chi si aspetta di vedere, come un nostalgico tuffo nel passato, una band dal look glamour e lunghi capelli cotonati, si deve subito ricredere. L’aspetto di Joey Tempest e soci rispecchia il nuovo stile musicale: vestiti scuri e semplici. I capelli sono corti ed i fronzoli lasciano spazio alla musica più spigolosa, ruvida ma con melodia e cura nei testi. Il concerto si apre con “Riches to Rags”, “Not Supposed to Sing the Blues” dal nuovo lavoro “Bag of Bones” per tuffarsi poi nel passato con “Superstitious”. Subito capiamo che gli Europe fanno sul serio. Il suono delle chitarre di John Norum, storico fondatore degli Europe, sono molto distanti dalle sonorità “glam” alla Kee Marcello (chitarra dall’86 al ’92) e persino le tastiere di Mic Michaeli ricordano una chitarra distorta più che un “classico” sintetizzatore.
Anche la voce di Joey Tempest ci sembra più matura, più presente e calda e, nonostante sia sulla sogli dei 50 anni, ci sembra un ragazzino pieno di energia. Lo show prosegue con “Firebox”, “The Beast” e “Doghouse”. Non potevano mancare, e non sono mancati in scaletta, grandi successi come “Rock the Night”, “Dreamer”, “Ready or Not”, “Girl from Lebanon” e “Carrie” cantata a squarcia gola da tutti i numerosi fans presenti al Alcatraz di Milano. La chiusura del concerto è affidata all’ormai immortale “The Final Countdown”, inno di un’intera generazione che riascoltata dal vivo, vale pienamente il prezzo del biglietto. Con oltre 20 milioni di album venduti in tutto il mondo, una lunga carriera costellata da salite e risalite, gli Europe si sono saputi re-inventare nel panorama musicale odierno, o meglio, tornare alle loro vecchie e primordiali origini “rock” per essere nuovamente “protagonisti”. Che sia la chiave giusta? L’idea vincente? Chissà! A vederli, forse hanno propri ragione loro.
(Angelo Oliva)