I dischi migliori del 2012 – E venne il momento di metterci la faccia. Dopo tante recensioni, dopo tanti plausi e stroncature, questa volta Il Sussidiario ha deciso di finire l’anno provando a fare la sua classifica. Colpa e merito delle sue diverse firme, quelle più americanofile e quelle legate alla canzone italiana, quelle più jazz-oriented, come quelle più aperte all’indie. Risultato di questo “gioco di squadra”? Diciamolo subito: non c’e un “disco dell’anno”. Semmai ci sono alcuni lavori che potremo giudicare come i più rappresentativi dell’annata: sono gli album di Bob Dylan, Leonard Cohen, Patti Smith, Neil Young and Crazy Horse. Il ritorno di mister Zimmerman con “Tempest” è stato una bella sorpresa per tutti, soprattutto per coloro che davano già per inaridita la vena creativa dell’autore di Like a rolling stone, mentre “Old Ideas” ha confermato che a 78 anni Cohen il mistico rimane uno che difficilmente sbaglia intensità e valore assoluto (personalmente credo che Show me the place sia la canzone più significativa dell’anno). Allo stesso modo il “Banga” della Smith è un disco che affonda le radici nello spirito alternativo degli anni 70, mentre Neil Young con “Psychedelic Pill” è riuscito in una azzardata operazione catartica: ritirare fuori il suono di “Zuma” e “Rust Never Sleeps”, cose che non sempre riaccadono con la stessa convinzione ai “vecchi” che cercano di riappropriarsi di un proprio periodo d’oro.
Nella classifica del Sussidiario a sorpresa non hanno raccolto enormi consensi i nuovi lavori di Springsteen (che pure è stato considerato il migliore dell’anno dal Rolling Sone), dei Mumford and Sons (significativi ma un po’ monocordi) e della Dave Matthews Band (meglio gustarseli live), mentre “Ecco” di Niccolò Fabi e “Blunderbuss” di Jack White sono prove da applauso, presenti molto spesso nelle classifiche dei nostri recensori con posizioni di vertice, se non addirittura come “best dell’annata”. Non sono nel novero dei super preferiti, ma si segnalano comunque alcune belle incisioni come il “Privateering” di Mark Knopfler, l’esordio sulla scia dei Grateful Dead della Chris Robinson Brotherood, il fumoso e nerissimo “Blues Funeral” di Mark Lanegan, l’ottimo ritorno di Beth Orton, di Donald Fagen (il suo “Sunken Condos” è uno dei migliori comeback per gli uomini della vecchia guardia) e dei Wallflowers di Jakob Dylan.
Tante, ovviamente, le assenze di lusso e che riguardano sia nomi di “immortali”, che altri abituati ormai all’alta classifica. Nessuno ad esempio ha segnalato Van Morrison, e ci sarà un motivo: il suo “Born to sing: no plan B” è una lagna colossale. Nessuno ha poi inserito i Geeen Day e i Muse, segno del fatto che la portata innovativa delle due formazioni di Matthews Bellamy e di Billie Joe Armstrong è forse ormai buona per le classifiche, ma non per chi in un modo o nell’altro tenta di superare il puro dato dei cd venduti.
In compenso è bello vedere alcune presenze di artisti di nicchia, nomi e prodotti che rispecchiano certo le singole emozioni soggettive, che peròval la pena non perdere: ad esempio il ritorno al southern-soul radicale rappresentato dall’esordio degli Alabama Shakes (segnalati da Vites), la poliedricita spirituale dei Sixpence None the Ticher (per cui stravede Berni), il bell’esperimento in duo di Gino Paoli e Danilo Rea (nella classifica di Viva), il rock puro di Chuck Prophet (passione eterna di chi scrive), la riconferma folk di The Tallest Man on Earth (su consiglio di Lorenzo Randazzo), il sempre micidiale tiro rock-blues di John Mayer (suggerito da Walter Muto), il buon cantautorato irlandese espresso da Glen Hansard in “Rhythm and ripose” (nella hit di Luca Francescani) e la trascinante psichedelia di “Shields” dei newyorchesi Grizzly Bear (ai gradini alti della classifica di Raffaele Concollato).
Per le “altre musiche” val la pena seguire le voci di Teresa Salguiero (struggente), Tony Banks(finalmente sinfonico) e Pedro Aznar (argentino dalla classe pura), tutti meritevoli di molti ascolti ed attenzione speciale. Tra gli italiani non si può’ che registrare l’importanza sempre crescente di Niccolò Fabi, con alcune “presenze alternative” tra le segnalazioni della giuria del Sussidiario (Blastema e Giua-Corsi). Ci sono in compenso pochi nomi storici (nonostante le uscite di dischi di De Gregori, Battiato e Guccini: tutti dischi interessanti, ma forse non indimenticabili): la sola Alice di “Samsara” e gli otto Concerti di De André (un’operazione musical-culturale unica sino ad ora nel nostro Paese) sono presenti tra i musicisti importanti della canzone Italiana; nello stesso ambito si registra importante e – forse a sorpresa – l’assenza di Teatro degli Orrori (imprevista: il loro album è notevole) e Afterhours (più prevedibile: “Padania” non è un loro top). Anticipiamo una domanda: come mai nessuna citazione per l’ultimo Jovanotti, che contiene una delle canzoni più belle dell’annata (Tensione evolutiva)? Semplice: è un solo inedito dentro un greatest hits, quindi…..
In sintesi questa è l’annata rock secondo le firme del Sussidiario. Un’annata che forse non ci consegna delle novità strepitose e che conferma che il grosso del business musicale ormai gira attorno ai concerti (in questo senso è stato entusiasmante vedere gli oltre centocinquantamila spettatori di Italia loves Emilia) più che alle vendite di compact e di music-files. Un’annata in cui i grandi vecchi han fatto le cose più convincenti, in cui molti giovani hanno presentato prove convincenti senza però piazzare il colpaccio e in cui non sono emersi “generi nuovi” come neppure modi straordinariamente nuovi di dire cose vecchie. Leggete ora le singole segnalazioni e – se volete – prendete nota. Troppe assenze? Troppe preferenze “scontate”? Forse sì. Siamo certi che ognuno dei web-lettori potrebbe aggiungere qualcosa di importante. E magari – con un piccolo impegno – contribuire via mail con i propri “magnifici dieci”. Buona lettura. Anzi: buon ascolto.
Walter Gatti
1 – CHUCK PROPHET – Temple beautiful
2 – CHRIS ROBINSON BROTHEROOD – Big Moon Ritual
3 – TERESA SALGUIERO – O Misterio
4 – LEONARD COHEN – Old Ideas
5 – MARK LANEGAN – Blues Funeral
6 – BILL FAY – Life is People
7 – BOB DYLAN – Tempest
8 – BRUCE SPRINGSTEEN – Wrecking Ball
9 – OUTLAWS – It’s About Pride
10 – MICHAEL KIWANUKA – Home Again
Paolo Vites
1. Patti Smith, Banga
2. Bob Dylan, Tempest
3. Beth Orton, Sugaring Season
4. Leonard Cohen, Old Ideas
5. Wallflowers, Glad is Over
6. Neil Young, Psychedelic Pills
7. Artisti vari, Music is Love tribute to CSNY
8. Alabama Sheiks, Boys and girls
9. Mark Knopfler – Privateering
10. Artisti Vari, Chimes of Freedom: Songs of Bob Dylan Honoring 50 Years of Amnesty International
Raffaele Concollato
1. Jack White – Blunderbuss
2. Grizzly Bear – Shields
3. Benjamin Gibbard – Former Lives
4 . Beth Orton – Sugaring Season
5. Angus Stone – Broken Brights
6. Raveonettes – Observator
7. Black eyed dog – Too many late nights
8. Cat Power – Sun
9. Movie Star Junkies – Son Of The Dust
10. Iori’s Eyes – Double Soul
Walter Muto
1. Niccolò Fabi – Ecco
2. Mumford & Sons – Babel
3. Bonnie Raitt – Slipstream
4. John Mayer – Born and Raised
5. Dave Matthews Band – Away from the World
6. Mark Knopfler – Privateering
7. Neil Young – Psychedelic Pill
8. Leonard Cohen – Old Ideas
9. Donald Fagen – Sunken Condos
10. Regina Spektor – What We Saw from the Cheap Seats
Alessandro Berni
1. Sixpence None The Richer – Lost in Transition
2. Niccolò Fabi – Ecco
3. Beth Orton – Sugaring Season
4. Alice – Samsara
5. Esperanza Spalding – Radio Music Society
6. Mark Knopfler – Privateering
7. Patti Smith – Banga
8. Tony Banks – Six Pieces for Orchestra
9. Giua/Corsi – Tre
10. Asia – XXX
Lorenzo Randazzo
1. Bob Dylan – Tempest
2. Mark Lanegan – Blues Funeral
3. Soulsavers – The light the dead see
4. Chris Robinson Brotherhood – The Magic Door
5. Mark Knopfler – Privateering
6. Neil Young and Crazy Horse – Psychedelic Pill
7. The Tallest Man on Earth – There’s no leaving now
8. Dave Matthews Band – Away from the World
9. Shearwater – Animal Joy
10. Great Lake Swimmers – New Wild Everywhere
Luca Franceschini
1. Glen Hansard – Rhythm and repose
2. The Wallflowers – Glad all over
3. Jack White – Blunderbuss
4. Neil Young and Crazy Horse – Psychedelic Pill
5. Bob Dylan – Tempest
6. The Gaslight Anthem – Handwritten
7. Rush – Clockwork angels
8. Magnum – On the 13th day
9. Marillion – Sounds that can’t be Made
10. Leonard Cohen – Old Ideas
Luigi Viva
1. Fabrizio de André – I concerti
2. Pat Metheny – Unity Band
3. Donald Fagen – Sunken Condos
4. Danilo Rea-Gino Paoli – Due come noi che…
5. Santana – Shape Shifter
6. Pedro Aznar – Ahora
7. Bob Dylan – Tempest
8. Blastema – Lo Stato in cui Sono Stato
9. Leonard Cohen – Old Ideas
10. Neil Young and Crazy Horse – Psychedelic Pill