Il corpo di Whitney Houston, morta sabato scorso all’età di 48 anni, è stato riportato a casa, nel New Jersey nella cui cittadina di Newark nacque la stella della canzone. La salma è stata trasportata su un jet privato del produttore e attore Tyler Perry fino all’aeroporto di Van Nuys quindi con il massimo del riserbo e della privacy è stata portata nella città natale di Newark dove ancora risiede la madre Cissy Houston. Il funerale, sebbene ancora non confermato ufficialmente, si terrà venerdì. Le autorità hanno fatto una autopsia sul corpo della sfortunata artista i cui risultati in gran parte sono stati secretati per motivi di sicurezza e di indagine e per evitare speculazioni come successo ad esempio nel caso di Michael Jackson. Se ne saprà di più, hanno detot, fra circa otto settimane. Sembra però accertato che il motivo della morte della Houston sia stata una combinazione letale di farmaci anti depressivi che lei era solita prendere da quando aveva smesso di drogarsi e di alcol bevuto in abbondanza. Il suo corpo infatti stato ritrovato nella vasca da bagno della sua camera d’albergo a Los Angeles, segno di un malore avvenuto all’improvviso. Tornando al funerale, alcuni portavoce della famiglia hanno fatto sapere in modo ufficioso che si dovrebbe tenere al Prudential Center una grande arena di Newark in grado di ospitare quasi ventimila persone. Dato che alle 19 dello stesso giorno è previsto un incontro di basket è probabile che il funerale si tenga in mattinata. Si aspetta gran parte del mondo dello spettacolo e non è escluso che qualche artista si esibisca cantando in ricordo di Whitney Houston, più o meno come successe ai funerali di Michael Jackson dove cantarono star come Stevie Wonder, Lionel Richie, Mariah Carey. Secondo quanto si dice in giro, sembra confermato che la cantante non si fosse mai ripresa psicologicamente dal terribile e violento matrimonio con Bobby Brown, durato oltre dieci anni, in cui fu vittima di violenze e prese l’abitudine a drogarsi e a bere sia per resistere allo stress sia perché indotta dall’ex marito lui stesso tossicomane.
Alla fine Whitney Houston riuscì a liberarsi dalla droga, ma non dalla depressione conseguente. Inoltre la sua voce risultava molto danneggiata. Tutte condizioni che hanno portato a una morte giovane, ma ampiamente prevedibile.