Come abbiamo ricordato su Il Sussidiario.net del 20 febbraio, nel centro storico de l’Aquila (ancora in gran misura un cumulo di macerie), è stato riaperto il ridotto del teatro comunale per due brevi opere contemporanee. A poco più di tre anni dal sisma che ha sconvolto L’Aquila, la Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” presenta in prima esecuzione assoluta 3.32 Naufragio di terra nuovo lavoro di Lucia Ronchetti, fra le più interessanti compositrici italiane di oggi, ideato da Guido Barbieri che ne ha curato la drammaturgia e la messa in scena.
L’opera che vuole essere un modo di attraversare la memoria e l’esperienza umana che ha lasciato il terribile sisma avvenuto alle ore 3.32 del 6 aprile 2009, con le sue oltre trecento vittime e che ha causato le devastazioni materiali che hanno sfigurato la città dell’Aquila e i suoi dintorni.
La prima rappresentazione sarà sabato 28 aprile alle ore 21 (ingresso libero) nella Basilica di S. Maria di Collemaggio, uno dei monumenti simbolici e più colpiti della città, aperta al pubblico e al culto nel 2010 dopo delicati lavori di messa in sicurezza. Protagonisti della serata saranno sette testimoni di quella tragica notte, le cui storie sono state raccolte e trascritte da Guido Barbieri: Massimo Cinque, Ilaria Carosi, Federico Vittorini, Claudio Bendetti, Federica Fioravanti, Renza Bucci, Roberto Bonura, ciascuno dei quali ha vissuto direttamente la perdita di uno o più cari, parenti e amici. La musica di Lucia Ronchetti è affidata a cori misti (Corale “L’Aquila” e il Coro AMLAS di Albano Laziale (Giulio Gianfelice e Anna Di Baldo, maestri dei cori) e al gruppo vocale Ready-Made Ensemble diretto da Gianluca Ruggeri.
Guido Barbieri sottolinea: “La Basilica di Collemaggio, costruita alla fine del 1200 e riaperta nel 2010, testimonia insieme la continuità della tradizione e la tragica discontinuità generata dal terremoto, attraverso uno sventramento interno, tuttora dolorosamente visibile, proprio nel luogo deputato dell’altare, dove vi erano la cupola, l’arco trionfale e l’aggancio con le tre navate. Il tetto in quel punto è ora completato da lamine trasparenti che lasciano vedere il cielo e trasmettono i suoni atmosferici, gli scricchiolii della ‘protesi’ architettonica, generando una nuova instabilità, questa volta anche acustica”.
Prendendo spunto dal rito delle tenebre che nell’antica tradizione cristiana prevedeva che il mercoledì santo venisse acceso, nel presbiterio della chiesa madre, un grande candelabro con quindici braccia le cui candele venivano spente una dopo l’altra al termine di ogni cantico o salmo, passando lentamente dalla luce all’oscurità, il candelabro del rito delle tenebre riproposto da 3e32 Naufragio di sarà simbolizzato da sette testimoni, persone che realmente e direttamente hanno vissuto la catastrofe, che assumeranno nello spazio scenico della Basilica una posizione precisa ricordando proprio la configurazione di un grande candelabro. Le loro voci rappresentano le fiammelle che bruciano e poi si estinguono.
“La drammaturgia ideata da Guido Barbieri – racconta Lucia Ronchetti – evoca il suono controllato della preghiera corale e allo stesso tempo mette in scena la concretezza materica della voce parlata che testimonia e ripercorre l’evento tragico del terremoto subito. Ma il ‘Naufragio di terra’ detta anche il sibilo del vento, la violenza delle zolle di terra rivoltate, lo sprofondare di case, oggetti e persone, la desolazione del presente. Le masse corali sono chiamate a rappresentare il subito prima e il subito dopo di quell’attimo infernale delle 3 e 32 del 6 aprile 2009 in cui tutto si è rovesciato, il ‘naufragio della terra’ che ancora una volta viviamo da spettatori, spaventati e salvi.