Mentre nei giardini della Filarmonica luglio è insegna dell’avanguardia (vedi Il Sussidiario.Net del 28 giugno) e nella cavea del Parco della Musica si ascolta la grande sinfonica beethoveniana, i complessi del Teatro dell’Opera, in trasferta come di consueto alle Terme di Caracalla, offrono un programma interessante dal 30 giugno. Unico neo organizzativo: perché di fronte al complesso monumentale si svolge la Festa dell’Unità (ora denominata in alcune insegne, ma non in tutte, Festa “Democratica” quasi che le altre “feste” fossero “Dittatoriali”)? Al Teatro hanno fatto miracoli per attutire i suoni – dal rock e inni della gioventù hitleriana (come “Carmina Burana”) – ma parcheggiare (affermano al poco distante Nato College) è l’intrapresa europea che meglio rispecchia il programma di formazione dei Marines. Ci auguriamo che il Sindaco Alemanno (Presidente della Fondazione Teatro dell’Opera oltre che sindaco di tutti i romani) prenda provvedimenti.



Ma torniamo al programma e alla serata inaugurale. Dal 30 giugno all’8 agosto, quando di solito Roma diventa una città vuota (pur se in questa estate 2012 poche famiglie potranno permettersi le tradizionali “ferie”), il cartellone propone due balletti (Giselle di Adam ed una serata con Bolle & Friends in un trittico del Novecento), tre opere (Norma di Bellini, Attila di Verdi e Il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi rivisto da Battistelli), concerti (di cui uno multimediale diretto da Juri Temirkanov con i complessi sia di Roma sia di San Pietroburgo) e anche una serata con Gigi Proietti. In breve, un programma vario che si rivolge a un pubblico variegato per riempire una platea di 3.500 posti (con prezzi alla portata di tutte le tasche).



Si può davvero dire che la stagione estiva del Teatro dell’Opera è iniziata con il piede giusto: il Teatro si è assicurato una delle maggiori ballerine sulla piazza (la giovane e bellissima Svetlana Zakharova) come protagonista di Giselle (il primo lavoro in programma) e le ha dato come partner Friedemann Vogel (anche lui pluripremiato étoile del balletto di Stoccarda). Ambedue magrissimi e leggerissimi, ma acrobatici nei passi più arditi.

Con Giselle siamo ancora una volta (ricordate The Turn of the Screw in Sussidiario.Net del 30 giugno) nel mondo dei fantasmi e dei cimiteri. Ma felpati dal melodico romanticismo francese e da una vicenda tratta da una novella di Théophile Gautier (quello di Tartarin di Tarascona) dove spira melodica sensualità pure tra le tombe. I complessi del Teatro dell’Opera sono stati all’altezza dei due protagonisti, specialmente nel difficile secondo atto. Una chicca: i magnifici costumi della mai troppo compianta Anna Anni (grande costumista di Visconti e Zeffirelli).
Applausi meritatissimi.