Pochi appassionati seguono, in questa lunga estate calda, quello che potremmo chiamare lo spread del teatro in musica. Mentre a Verona e risorta una fondazione lirica che qualche anno fa sembrava sul baratro e a Torre del Lago si e riusciti, grazie all’apporto di sponsor ed enti locali a realizzare quel Festival Puccini (sul punto di essere annullato dopo circa 60 anni per mancanza di finanziamenti), a Parma si intona il Reqiuem per il Festival Verdi proprio mentre si dovrebbe celebrare il bicentenario della nascita del compositore. Lo spread tra le due notizie e enorme.



Il 2 agosto nel teatro all’aperto sul lago Massuccioli  4.000 spettatori hanno partecipato alla Grande Notte degli Oscar della Lirica, al termine di un processo di selezione in cui le nominations sono state fatte dal pubblico dei maggiori teatri italiani e stranieri e i premi sono stati conferiti da una giuria internazionale. La manifestazione è stata promossa e organizzata da Fondazione Verona per l’Arena e dalla Fondazione Festival Pucciniano che ha richiamato a Torre del Lago una pubblico numerosissimo.
Esaurito il Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago che ha celebrato grandi stelle della lirica: Alfonso Signorini conduttore della serata ha accolto sul  palcoscenico di Puccini Dimitra Theodossiu, Sonia Ganassi, Celso Albelo, Ildar Abdrazakov, Andrea Bocelli, Fabio Armiliato, Michele Mariotti.



Andrea Bocelli ha consegnato a Marco Corelli il Premio dedicato alla memoria del  celebre tenore Franco Corelli che scelse proprio il Teatro di Puccini per concludere la sua gloriosa carriera. Tra gli ospiti della serata anche Ambra Angiolini con Francesco Renga che ha consegnato insieme al Maestro Alberto Veronesi il Premio speciale Opera al Cinema al tenore Farmiliato. Una serata di grande spettacolo ed emozioni che ha visto i vincitori  dell’Oscar regalare al pubblico straordinarie interpretazioni di alcune delle più celebri arie del melodramma, da Verdi a Puccini da Bellini a Bizet accompagnanti dalla bravissima Orchestra del Festival Puccini guidata dalla bacchetta di Elisabetta Maschio Calorosa accoglienza del pubblico.



Quasi in parallelo, a Parma, è stato annunciato quello che dovrebbe essere il Festival Verdi del bicentenario  (o almeno la prima parte della manifestazione) dalla nascita del compositore. Ammesso che probabilmente , coma amava ripetere Gianandrea Gavazzeni, di un Festival dedicato a Verdi non si sente esigenza perché le sue opere sono tutte le sere in scena in qualche parte del mondo, se una manifestazione si annuncia, abbia almeno i requisiti minimi per essere considerata un omaggio all’artista.

Otto anni fa era stata annunciata un’integrale da cui fare un cofanetto di DvD ed una serie di contratti televisivi. In questo quadro, in ottobre sarebbero stati presentati Otello, La Battaglia di Legnano, e il Don Carlo in cinque atti (in coproduzione con Reggio Emilia e Modena). Invece viene riesumata una versione “storica” , ossia vetusta, di Rigoletto con La Battaglia con un cast principalmente asiatico. Il Don Carlo è depennato. E’ pure depennata (non e chiaro se accantonata o licenziata) l’orchestra del Teatro Regio. Viene sostituita dall’orchestra regionale Toscanini; i maligni dicono sia stato chiesto dalla CGIL.  Sarebbe anche in arrivo due organizzatori musicali contigui alla CGIL: Sandro Fontana e Paolo Arcà. Tutto legittimo e lecito dato che il management precedente è scaduto il 30 giugno e che le casse pare siano vuote. Tuttavia, sotto la Pillotta, pare strana l’intesa CGIL-grillini. Sulla tomba del povero Peppino Verdi.