Nel mese di gennaio cadono due importanti anniversari quello della morte di Fabrizio de André avvenuta nel 1999 e quella di Giorgio Gaber del quale ricorrono i dieci anni dalla scomparsa. Come al solito il business del caro estinto si scatena a più non posso rigurgitando iniziative, non sempre interessanti, ma che rischiano di seppellire quelle poche opere intelligenti nate per passione e portate a termine con sacrifici solo per il piacere dello studio e dell’approfondimento.
Tante, troppe sono le pubblicazioni uscite in questi ultimi anni che hanno avuto come tema la figura di Fabrizio De André, il più delle volte lavori di bassa levatura, rivelatisi poco più che copie e delle copie, incentivate da una sorta di consorteria che sopra di esse prolifera. Di ben altro spessore, l’opera oggetto della nostra recensione, considerato anche l’improbo compito di mettere a confronto due figure carismatiche della nostra cultura e non solo. In occasione di Più Libri più Liberi, la rassegna della piccola e media editoria che si svolge a Roma ho casualmente incrociato Franco Mussida, leader della PFM, mentre era in visita allo stand delle Edizioni Ensemble di Roma in occasione dell’uscita del libro “Tu Prova ad avere un’Idea-Ripensando De André e Gaber”.
L’ideatore del progetto Felice Di Giandomenico (psicologo, esperto di filosofia esistenzialista francese e canzone d’autore), coadiuvato da Paola Pirani, ha brillantemente coinvolto alcuni giovani e validi studenti quali Michele Balducci, Raimonda Basso Bondini e Roberta Di Bonito, avviando la realizzazione del libro ben quattro anni orsono.
“L’idea di scrivere questo libro è nata sostanzialmente dall’esigenza di approfondire – attraverso l’opera di Fabrizio De André e di Giorgio Gaber – aspetti di fondamentale importanza dal punto di vista psicosociale. Entrambi, a nostro avviso, hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora due cardini della cultura italiana del ‘900, due veri e propri maître à penser che hanno attraversato varie generazioni ” (Felice Di Giandomenico)
Il potere, il periodo storico, il confronto con Adorno, i punti di contatto fra i due artisti entrambi legati a Max Stirner a Emil Cioran, rendono Gaber e De André molto più vicini di quanto si possa immaginare.
“L’analisi psicosociale dei testi di De André e Gaber è stata condotta in questo lavoro considerando autori di fondamentale importanza a cui i due artisti si sono ispirati nelle loro opere e che spaziano dalla filosofia esistenzialista francese (Sartre), alla Scuola di Francoforte (Adorno, Marcuse e Fromm), sino a considerare le concezioni dell’antipsichiatria inglese (Laing) nonché quelle psicologiche, letterarie e artistiche in genere (Pirandello, Pasolini, Cioran, Jung, Winnicott, Brel e Brassens)” (Felice Di Giandomenico)
De André che dall’inizio alla fine ha sempre lottato “contro” il potere e Gaber che, negli ultimi anni ha lasciato non pochi dubbi, rimangono artisti difficilmente replicabili non solo in Italia ma nel resto del panorama mondiale.
“Fabrizio De André e Giorgio Gaber furono dissidenti e controcorrente, irriverenti e spesso caustici nei confronti della società borghese e del potere costituito; entrambi furono avversi alle ideologie e costantemente proiettati nella libera riflessione sull’uomo, sulla società, sulla realtà e sulla vita, con intelligenza e lungimiranza, senza cadere nella trappola di un nichilismo di facciata, tanto patetico quanto inopportuno”(Felice Di Giandomenico)
Figli del dopoguerra, borghese di estrazione De André, piccolo borghese Gaber, hanno rappresentato la parte colta e pensante del nostro panorama musicale. Quasi inattaccabile il primo, con qualche falla il secondo, volenti o nolenti hanno aiutato a ragionare molti di noi. E questo, specie oggi, appare il loro più grande merito (e/o demerito se guardati dalla parte del potere) in questo deprimente e desolante panorama.
…La domenica delle salme
non si udirono fucilate
Il gas esilarante presidiava le strade… (Fabrizio De André)
Il libro, scritto in maniera scorrevole, ma alta, studia e confronta i due artisti, fra citazioni importanti, dichiarazioni, seguendo una strada fatta di rigore ed oggettività. Puntuale l’indicazione delle fonti (molti autori sono invece soliti appropriarsi del lavoro degli altri senza citarli), come pure le collocazioni temporali sociali e politiche. Un libro per esseri pensanti, scritto con passione, nato per dare risposta ad una esigenza degli autori che un giorno, quasi per caso, in ambito universitario hanno iniziato a discuterne.
Bella lettura che si consiglia a chi ama la musica e i buoni libri e vuole approfondire la canzone d’autore da una prospettiva diversa. In appendice sono presenti delle interviste a grandi nomi della nostra cultura e della nostra musica come Maurizio Maggiani, Roberto Vecchioni, Franco Mussida, Flavio Oreglio, Gian Piero Alloisio ed altri, segno della stima che gli autori si sono saputi conquistare con il loro bel lavoro. Si consiglia “vivamente”.
“Io darei in cambio tutta la mia carriera per poter una sola sera essere davanti a cinquemila persone e cantare Creuza de mä, sul serio, non ho dubbi; sì, sono disposto a dare tutta la mia carriera per quella che è, tutto quello che ho fatto, per essere l’autore de Creuza de mä” (Maurizio Maggiani)
(Luigi Viva)