“Qualche giorno dopo il terribile attentato a Peshawar abbiamo organizzato un evento per le strade vicino all’ospedale Ittefaq a Lahore. E’ stato un momento di preghiera dedicato alle vittime dell’attentato, erano presenti centinaia di persone”. A dire così è Waqar Bittoo, membro fondatore della Hallelujah The Band, un gruppo pachistano di cristiani che incidono dischi e fanno concerti di musica gospel. Fa un certo effetto sapere che nel Pakistan dove la persecuzione ai cristiani è una attività quasi giornaliera (basti pensare all’omicidio del ministro cristiano Shahbaz Bhatti, ma anche  ai tanti attentati davanti alle chiese) e dove viene applicata la legge sulla blasfemia essenzialmente contro i cristiani, pensiamo al caso di Asia Bibi, ci sia un gruppo musicale come questo. E non è il solo, come ha spiegato al sussidiario.net Waqar: “In Pakistan ci sono numerosi gruppi musicali cristiani come il nostro. Il compito di tutti questi gruppi è quello di testimoniare  e condividere con tutti il messaggio di amore di nostro Signore Gesù Cristo”. Ecco cosa ci ha raccontato Waqar Bittoo, dicendo esplicitamente che di molte cose non può parlare per paura di essere perseguitato.



Ci racconti come è nata la vostra band? 

Halleluhuah The Band è un progetto della Alfa Production Pakistan, il cui compito è di produrre musica gospel che unisca, guarisca e condivida il messaggio di amore di nostro Signore Gesù Cristo verso tutti. Lavoriamo insieme al National/International Commercial & Gospel Media. La nostra band nasce nel novembre 2011. Il motivo fu la voglia di registrare un disco di preghiera che mettesse insieme uno standard musicale di alto livello. Il secondo motivo è cercare di impedire che nelle nostre chiese i canti e le preghiere siano fatti da non cristiani.



Cosa intendi esattamente con “cantanti non cristiani”?

Ci sono molte chiese che, per avere un risultato tecnicamente migliore o più appariscente, chiamano a cantare nelle liturgie cantanti o gruppi che non appartengono alla fede cristiana, così facendo spendendo anche molti soldi. Dal nostro punto di vista è come se si chiamasse un predicatore di un’altra religione a predicare in chiesa: non ha senso, non è una vera dimostrazione di fede, è solo puro esercizio tecnico. Nella Bibbia sta scritto (Giovanni, 4, 24): Dio è spirito e I suoi fedeli devono adorarlo in Spirito e verità. Ecco perché chiediamo anche attraverso il vostro giornale che i nostri leader religiosi si affidino a cantanti e musicisti di fede cristiana per le liturgie.



Vi definite un gruppo gospel: è questo che siete?

Hallelujah The Band non è il classico gruppo di musica gospel. Siamo considerati ambasciatori dell’autentico messaggio del Vangelo di Gesù, e un simbolo di pace e armonia. Siamo anche molto conosciuti e ben considerati tra i più importanti gruppi musicali dell’Asia. Ma la motivazione principale del nostro fare musica  è aiutare i giovani a trovare e conservare la fede. Viviamo in un paese dove lo sciovinismo, la droga, la violenza, il terrorismo e la sopravvivenza quotidiana sono uno stile di vita. Il nostro intento principale è guardare la nostra realtà, ma anche la realtà degli altri.  La nostra passione fondamentale è cercare di creare un cambiamento: vogliamo mandare un messaggio positivo in un mondo dove regnano il caos e la negatività.

Vi scrivete da soli le canzoni? Che rapporto avete con la musica gospel americana, quella da cui è nato questo genere musicale?

Fondamentalmente ci scriviamo le canzoni anche se nel primo album abbiamo inciso due salmi tratti dal Libro Punjabi  dei Salmi. Certamente la musica gospel americana è nostra fortissima influenza, l’ascoltiamo sin da quando eravamo bambini. Se ascolti la nostra musica noterai che è una fusione del gospel americano con la nostra musica popolare. Ci teniamo particolarmente a tenere viva la nostra musica popolare perché nel nostro paese la gente ama tantissimo questa musica. Non solo in India e in Pakistan, ma in ogni paesi del mondo dove vive la nostra gente, amano ascoltarla tutt’oggi. 

Le notizie che arrivano quasi ogni giorno dal Pakistan parlano di una violenta persecuzione dei cristiani, con arresti e morti. Come convivete con questa realtà?

Il Pakistan è precipitato in questa situazione da quando i talebani hanno iniziato la loro guerra terroristica contro tutti, cristiani inclusi. Tutto il mondo ha potuto vedere cosa succede ai cristiani dopo l’attacco alla chiesa di Peshawar, qualcosa che ha cambiato per sempre le nostre vite. I casi di uso della legge sulla blasfemia e altre drammatiche vicende tra cristiani e musulmani riempiono i nostri cuori di tristezza. Proprio per questo la nostra band ha presentato il progetto Hallelujah Blood Donor Network, dove persone di qualunque religione possono donare il proprio sangue per le tante vittime delle violenze nel nostro paese. 

 

In concreto, come è il vostro rapporto con gli islamici?

Ci sono moltissimi musulmani che ci sostengono e ci aiutano. Senza di loro non sarebbe possibile svolgere le nostre attività. Il problema è quel piccolo gruppo di analfabeti musulmani  che stanno cercando di distruggere la pace e l’armonia in Pakistan con l’uso della violenza contro tutti, non solo i cristiani, ma contro i partiti, l’esercito e gli artisti di qualunque religione. Potete vedere dalla nostra pagina facebook quanti musulmani sono tra i nostri sostenitori. 

 

Nei vostri dischi voi usate differenti linguaggi, quali sono e perché?

Il nostro disco di debutto conteneva canzoni in inglese, in urdu e in lingua punjabi. Faremo lo stesso anche nel nostro secondo disco ancora in lavorazione, in modo da rivolgersi a più persone possibili. A questi link (http://www.dailymotion.com/video/xzpp10_hallelujah-the-band-pakistan-album-released-promo_musichttps://www.facebook.com/HallelujahPakistaniGospelBand) potrete trovare ogni informazione su di noi, ascoltare la nostra musica e acquistare il nostro primo disco. E vi chiediamo anche di pregare perché riusciamo a realizzare il secondo…

(Paolo Vites)