Nessuno, negli anni 70, avrebbe scommesso che Keith Richards sarebbe arrivato vivo fino a compiere 70 anni. Il chitarrista dei Rolling Stones compie infatti gli anni proprio oggi. Neanche lo stesso Richards ci avrebbe scommesso: per tutto quel decennio fu infatti eroinomane ai massimi livelli, inserito nella lista delle prossime morti per tossicodipendenza da tutti i giornali. Invece, come commenta lui stesso, alcuni dottori gli dissero che gli restavano al massimo sei mesi di vita: sono andato invece al loro funerale, ha detto. L’autore dell’immortale riff di Satisfaction è ancora tra noi. Sempre Richards ha ammesso che la sua fortuna è stata quella di possedere particolari geni, li ha paragonati a quelli di un toro, che gli hanno permesso di sopravvivere agli abusi e agli straabusi. Per questo, ha sempre sconsigliato dal seguire il suo esempio. Con il suo humor cinico da perfetto inglese, una volta ha detto: “Non ho mai avuto problemi con la droga, ho solo avuto problemi con la polizia”. Dal 1978 però Richards ha smesso con la droga, dopo l’ennesimo arresto avvenuto mentre era in tour in Canada: non fu tanto la paura di finire per lunghi anni in galera a farlo smettere, quanto la paura che la cosa che ha sempre amato di più nella vita, i Rolling Stones, potessero finire a causa sua. Se Mick Jagger infatti ha spesso dato segni di insofferenza verso il gruppo che i due fondarono nel 1962, facendo capire di averne abbastanza e preferire attività soliste, Keith Richards si è sempre prodigato a tenere in vita la band, “la più grande rock’n’roll band del mondo” come giustamente è stata definita.



Richards rimane oggi l’emblema della chitarra rock; come il suo maestro Chuck Berry, il chitarrista inglese ha creato il più entusiasmante catalogo di riff della storia. Qualche titolo? Satisfaction, Jumpin’ Jack Flash, Honky Tonk Woman, Gimme Shelter, Brown Sugar, Start me up. Non c’è chitarrista rock che gli debba almeno un grazie. E non c’è appassionato di musica rock che oggi idealmente non festeggi con lui: happy birthday, Keef “the riff”.



(Paolo Vites) 

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