La musica è difficile da raccontare. E più che mai difficile è rendere, in un racconto per immagini, il senso di un percorso creativo. E diventa quasi impossibile da realizzare nei tempi di un documentario senza scadere nel superficiale quando non nell’ovvio.

Ci riesce, invece, alla perfezione Gianni Di Capua nel suo “Richard Wagner. Diario veneziano della sinfonia ritrovata” con il quale, allontanandosi dall’ortodossia celebrativa, rende omaggio a Wagner nel bicentenario della sua nascita.



E’ un documentario che, attraverso un originale e raffinato lessico cinematografico, con straordinaria efficacia, racconta di un Wagner segreto, di un episodio praticamente sconosciuto della vita del grande compositore tedesco, vissuto tra intimità familiare e dinamiche sociali di ruolo, restituendo a questo gigante della musica una dimensione “umana”, fatta di dubbi e perfino timori, altrimenti inimmaginabile.



Il racconto realizzato da Gianni Di Capua dei giorni veneziani di Wagner (gli ultimi, poche settimane dopo qui moriva), di sua moglie Cosima e dei loro figli, nel dicembre del 1882, svela anche, e forse soprattutto, cosa fosse la musica per Wagner, quale il suo fine e come poteva essere raggiunto.

Wagner compone la Sinfonia in Do a 19 anni e, dopo averla sottoposta al giudizio di Felix Mendelsshon, perde le tracce del manoscritto, alcune parti del quale verranno ritrovate solo 50 anni dopo.  Un tempo in cui il compositore non dimentica quel lavoro, anzi, non sospende di fatto la sua ricerca. La perdita e il ritrovamento della Sinfonia in Do segnano l’inizio e la fine della vita musicale, e non solo, di Wagner, idealmente si compie un cammino, si chiude un cerchio, è il simbolo di una riconciliazione, in qualche modo, anche di Wagner con se stesso. La musica, dunque, è al centro del racconto, la musica come metafora della vita, della sua ragione di essere.



Gianni Di Capua utilizza per comporre la narrazione e la contestualizzazione della vicenda, e le sue molteplici sfaccettature, diversi registri e punti di osservazione, “sguardi”,  che riesce a fondere con estrema eleganza, senza enfasi, portando lo spettatore in un mondo segreto e apparentemente impenetrabile fatto di sentimenti, luoghi, persone, pensieri, vita quotidiana, arte sublime, analisi sociologica. Avviene, così, che Venezia, molto cara a Wagner,  e i luoghi della vicenda vengono riscoperti dall’occhio della cinepresa tra passato e presente. In bellissime fotografie provenienti da importanti archivi, tra cui gli incredibili negativi in vetro dell’Archivio Naya-Bohm  (mai ripresi prima da una cinepresa) e le stampe della Collezione Vanzella di Treviso, la Venezia dell’800 trasfigura in quella contemporanea in modo morbido, in dissolvenze sapienti, in fotografie mai banali e che restituiscono la bellezza sconcertante di questa città per la quale il concetto di tempo è aleatorio e che Di Capua sa bene sottolineare. 

Di particolare efficacia alcune sequenze come quella del pianoforte a coda che “viaggia” tra i canali alla volta di Palazzo Malipiero e che rimanda al valore universale, atemporale della musica. Palazzo Malipiero – i cui interni sono tra i pochi intatti dei palazzi veneziani e allora dimora della principessa Hatzfeld, la madre di Marie von Hatzfeld intima amica di Cosima Wagner – era assiduamente frequentato da Wagner e grazie al documentario viene restituito alla comunità musicale veneziana come lo spaccato del contesto musicale di fine Ottocento vivo nella città lagunare e animato da geniali personalità pressoché sconosciute.

 

Come dicevamo, nel racconto del “Diario veneziano della Sinfonia ritrovata” vengono utilizzati diversi registri narrativi alimentati dalla sintesi di una vasta e assai approfondita ricerca. I vari segmenti del racconto per immagini sono connessi dalle parole degli stessi protagonisti –estrapolate da vari scritti come i diari di Cosima Wagner, note dello stesso Wagner come di altri testimoni del tempo- che rivivono in una “mise en scene” dalla valenza teatrale con le voci, perfette, degli attori Marina Thovez e Mario Zucca. Nel dialogo tra passato e presente ideato da Di Capua, le voci vengono svelate offrendo allo spettatore la possibilità di conoscere, anche visivamente, il lavoro degli attori, interpreti a tutto tondo e non più e non solo “voci fuori campo”.

E gli stessi attori saranno i protagonisti di una pièce teatrale, in scena nel corso della stagione teatrale 2013-2014, che riproporrà con gli opportuni adattamenti e sempre a cura di Gianni Di Capua, i contenuti del “Richard Wagner. Diario veneziano della Sinfonia ritrovata”.

La transmedialità del progetto si completa con una app-documentario (la prima del genere realizzata in Italia e ideata anche questa da Gianni Di Capua) disponibile già sulla piattaforma Android e prossimamente in quella per iPhone e Ipad (anche in lingua inglese). L’applicazione, dalla grafica essenziale ed elegante, è veramente ricca di contenuti, permette una navigazione semplice e intuitiva, gode di una galleria di immagini inedite e permette di vivere Venezia sulle tracce di Wagner, le sue passeggiate predilette, i luoghi più amati. L’applicazione ha anche una versione “Premium”, cioè a pagamento, con filmati e brani musicali. Un bell’esempio di come fare cultura 2.0.

Il documentario e l’applicazione sono prodotte da Kublai Film, con la collaborazione Tunastudio, il sostegno della Regione Veneto-Fondo regionale per il cinema e della Camera di Commercio di Venezia-Imprese creative. Tra i partner dell’intero progetto i Musei Civici di Venezia, l’Associazione Wagner, il Corriere Musicale.

Gianni Di Capua, regista, sceneggiatore, documentarista, musicologo, ha realizzato numerosi programmi per la televisione e la radio in Italia e all’ estero. Per diversi anni è stato direttore artistico della attività culturali della Fondazione Benetton curando la realizzazione di progetti connotati da decisa interattività. E’ socio fondatore dell’Associazione dei documentaristi italiani-DOC It. Già docente a contratto in materie cinematografiche all’ Università Ca’ Foscari di Venezia, attualmente insegna Economia e Gestione delle Attività Culturali e Cinematografiche presso il DAMS dell’Università di Udine.

 

L’anteprima del documentario a Venezia, il 15 aprile al Cinema Rossini.

Per approfondire: www.wagnerinvenice.com