Spontaneo, genuino, il ragazzo della porta accanto che sa quello che vuole. Daniel Adomako, reduce dalla vittoria di Italia’s got talent è pronto a conquistare il mercato discografico. Da oggi sarà disponibile nei negozi e negli store digitali l’omonimo EP d’esordio che raccoglie i tre brani con cui il 22enne, originario del Ghana ma bresciano d’adozione, ha conquistato i giudici e il pubblico del celebre programma di Italia 1:“Hallelujah” di Leonard Cohen, “Al last” di Etta James e “Lascia ch’io pianga mia cruda sorte”, l’aria per soprano composta da George Frideric Handel. A questi si aggiungono quattro inediti:”Per sempre” (il singolo già lanciato in radio), “Non siamo eterni”, “Vetro” e “Stai”. Daniel, grazie alle sue doti canore, riesce a spaziare con una certa facilità dal pop alla lirica. È lui stesso a raccontare come è riuscito a coronare il suo sogno. Lo abbiamo incontrato negli uffici della sua casa discografica, ecco cosa ci ha detto.



Come hai scelto gli inediti?

Avevo a disposizione 10 brani, tra i quali scegliere tre inediti, perché il singolo (Per sempre) l’avevamo già scelto. Mi sono indirizzato su quelli che mi hanno emozionato di più.

Com’è stato entrare nella sala di registrazione?

È sempre una grande emozione, perché non sono cose che si fanno tutti i giorni. C’era un po’ di agitazione. Si ha paura di sbagliare…



Com’è nata la tua passione per la musica? Qual è stato il percorso che ti ha portato fin qui?

Mi sono avvicinato alla musica fin da quando ero piccolo. Io sono protestante e già all’età di 3 anni ho iniziato a cantare nel coro gospel della chiesa. Nel 2004 ho raggiunto in Italia mio padre che già viveva qui da molti anni. Quando ho iniziato le scuole medie, ovviamente non parlavo ancora italiano, e a scuola non facevo altro che cantare durante tutte le lezioni. Così l’insegnante di musica che dirigeva due cori (uno di voci bianche e uno polifonico), mi ha proposto di entrare a far parte dei suoi cori. Poi ho provato a fare qualche concorso canoro finché non ho partecipato a X Factor e poi a Italia’s Got Talent.



Cosa ti è rimasto di X Factor?

È stata una bellissima esperienza, ho avuto la possibilità di conoscere nuovi ragazzi che condividono con te la stessa passione, c’è un punto di scambio, nascono delle amicizie che tuttora rimangono. Mi è rimasto molto…

Anche Anna Tatangelo (che ai tempi dei provini di X factor nel 2010 l’aveva accusato di usare troppo il falsetto)?

Anche Anna Tatangelo. Perché no? Anche quello fa parte dell’esperienza.

Quando ti ha chiamato la Sony?

Due giorni dopo la vittoria di Italia’s got talent. Ero al telefono con il mio manager e parlavamo del fatto di risentire la Sony per capire se erano intenzionati a fare qualcosa oppure se dovevo iniziare a dare un’occhiata in giro per vedere se trovavo qualcuno. Appena ho riagganciato ho trovato l’sms di Diego Quaglia, il mio attuale produttore. Mi ha fatto sentire subito il primo singolo “Per sempre” e ho detto “questa canzone non possono non volerla”, da qui è nato tutto: dopo due giorni ho realizzato il servizio fotografico per la copertina e poi sono stato in Toscana a registrare i brani.

I tuoi genitori come l’hanno presa? Sono contenti?

Mia mamma ha sempre saputo che volevo cantare. Anche lei quando era più giovane cantava e ha una voce molto simile alla mia. Mio padre è stato un po’ più titubante, forse un po’ per carattere. Io sono andato avanti lo stesso ed è quello che farò, ad ogni costo.

Ti senti più italiano o più ghanese?

Del Ghana non è che mi sia rimasto molto, direi quasi niente. Sono uno che si trova bene ovunque, e poi ormai visto che sono qui da tanto e frequento più italiani. Mi sento più italiano.

A Italia’s got talent hai presentato sia pezzi pop sia lirici. Quale ti rappresenta di più?

Direi che vorrei fare entrambe le cose. Finché potrò vorrei non dover scegliere. Anche perché non so come potrebbero andare le cose. Io vorrei solo cantare, che sia lirica o musica leggera. Io penso che la musica sia musica punto e stop. I generi sono dei dettagli.

I brani che hai cantato a Italia’s got talent li hai scelti tu o te li hanno “imposti”?

Diciamo che li abbiamo concordati insieme. Loro avevano il maestro Peppe Vessicchio che, considerando la sua esperienza, era in grado di consigliarci al meglio. E io mi sono fidato. Anche se per la finale sono rimasto perplesso per il brano che mi hanno affidato. Ho pensato: “o questi vogliono farmi fuori oppure vogliono usare me per fare fuori la cantante lirica, molto brava, che era in gara con me”. Sono stato agitato, molto ansioso…però vedo che è andata bene…

Sono brani che conoscevi già?

“Hallelujah” lo conoscevo già ma non era un brano che avevo mai cantato in pubblico, avevo un video su you tube ed era una jam session, leggevo e mi perdevo ogni tanto. Musicalmente parlando la conoscevo così come “Lascia ch’io pianga mia cruda sorte e anche “At last”.

Cosa ti è rimasto impresso di Italia’s got talent?

Diciamo che di cervello ne ho poco, ma di memoria visiva ne ho parecchia. Difficilmente riuscirò a dimenticare l’esperienza, le amicizie nate, il divertimento dietro le quinte. È questo il bello: la vita dietro le quinte, le risate con i fratelli Lo Tumolo, gli scherzi.

Ce ne è stato uno in particolare?

L’imitatore il giorno della finale ha chiamato la redazione fingendo di essere me, dicendo che mi volevo eliminare dalla gara perché non me la sentivo più. Sono cose che ricorderò per sempre.

Quale altro concorrente ti ha colpito in particolare?

Stefano Orselli, il mimo sordomuto. Ho passato molto tempo con lui, veramente una bellissima persona e mi è dispiaciuto non vederlo in finale. Comunque ho passato dei bei momenti con tutti. È stata una bella esperienza.

E il rapporto con i giudici com’è stato?

Con loro abbiamo avuto poco tempo per conoscerci. Rudy è sempre stato il mio preferito, mi piace il suo modo di essere perché un po’ come me: anche quando a me tocca giudicare qualcuno dal punto di vista musicale sono molto severo e non riesco a non dire ciò che penso. Maria è eccezionale, molto materna anche se alla fine non si vede molto perché è una persona molto composta. Gerry è un simpaticone, molto dolce. Anche Belen e Simone sono molto simpatici, alla mano.

Sui social network sei sempre e ancora attivissimo…

Ho sempre cercato di rispondere sempre a tutti finora. Finché ce la faccio e non diventano troppi (speriamo) perché no? Mi piace rispondere alle persone. Spesso qualcuno mi chiede se sono proprio io. Se ce la faccio rispondo volentierissimo.

Sei mai riuscito attraverso i social network a trovare dei contatti con i quali poi hai collaborato?

Diciamo di sì. Così ho avuto modo di cantare ad una delle tappe di Mika in Italia. Ero stato a un suo concerto a Vigevano e una signora sua fan mi aveva visto a X factor e mi ha aggiunto su facebook. Un giorno mi ha contattato dicendomi che Mika stava cercando dei coristi per i suoi concerti in Italia. E così ci ho provato anche perché lui è un’artista che mi piace particolarmente, trovo una certa affinità non solo per il fatto dell’estensione troppo ampia ma anche per il fatto che è mezzo libanese e si veste in maniera molto colorata come me.

Hai altri modelli musicali di riferimento oltre a Mika?

Cerco sempre di prendere le cose positive da tutti gli artisti che ho modo di conoscere o anche solo di sentire dalla radio o dalla tv.

 

Ho sempre cercato di rispondere sempre a tutti finora. Finché ce la faccio e non diventano troppi (speriamo) perché no? Mi piace rispondere alle persone. Spesso qualcuno mi chiede se sono proprio io. Se ce la faccio rispondo volentierissimo.

Sei mai riuscito attraverso i social network a trovare dei contatti con i quali poi hai collaborato?

Diciamo di sì. Così ho avuto modo di cantare ad una delle tappe di Mika in Italia. Ero stato a un suo concerto a Vigevano e una signora sua fan mi aveva visto a X factor e mi ha aggiunto su facebook. Un giorno mi ha contattato dicendomi che Mika stava cercando dei coristi per i suoi concerti in Italia. E così ci ho provato anche perché lui è un’artista che mi piace particolarmente, trovo una certa affinità non solo per il fatto dell’estensione troppo ampia ma anche per il fatto che è mezzo libanese e si veste in maniera molto colorata come me.

Hai altri modelli musicali di riferimento oltre a Mika?

Cerco sempre di prendere le cose positive da tutti gli artisti che ho modo di conoscere o anche solo di sentire dalla radio o dalla tv.

Quante volte hai provato a entrare a X Factor?

Mi sono presentato nel 2010 quando c’era la Tatangelo e poi l’anno dopo mi hanno chiamato loro, chiedendomi di ripresentarmi perché secondo loro il provino era andato bene e ci potevano essere delle buone possibilità. Così mi sono andato e devo dire che sono stato più contento perché hanno saputo apprezzare quello che sono al di là del fatto che sono entrato o meno.

Hai fatto anche Sanremo?

Ho fatto Sanremo giovani sia nel 2010 sia nel 2012. La prima volta non avevo il brano adatto che mi rappresentava. Lo scorso anno, invece, sono stato selezionato tra i 60 artisti e siamo andati a Roma, ma poi non sono stato scelto tra i 6 finalisti dell’Ariston. Sono stato comunque molto contento.

Ti piacerebbe poter salire sul palco di Sanremo?

Non mi sono mai fatto delle aspettative. Se potessi ci andrei volentieri. Non chiuderò mai le porte a nessuno. Quando c’è da cantare, io accetterei tutto, non escluderei nulla.

E allora perché non hai mai provato ad entrare ad Amici?

Perché temevo, ma magari è una mia impressione, che fossi troppo particolare per il programma. Guardando ho pensato che ci fossero dei canoni di vocalità. Poi magari se mi fossi presentato avrebbero apprezzato…

Cosa pensi dei talent show?

Penso che ormai i tempi sono cambiati e forse il modo di trovare talenti come facevano una volta non funziona più, così esistono i talent. Ovviamente siamo noi concorrenti o aspiranti tali che dobbiamo pensarci bene prima di presentarci e vedere se meritiamo di entrare in questi programmi. Alla fine dipende da noi, se ci bruciamo siamo noi stessi a farci del male.

Cosa consiglieresti a un ragazzo che vuole provarci?

Se veramente è convinto e ha del talento perché no? Gli direi, però, anche di farsi consigliare. E gli direi anche di non prendere le cose troppo seriamente. Devi essere consapevole del fatto che può andarti bene come no. E dovrebbe prendere le cose alla leggera senza farsi aspettative.

Chi è l’acquirente di questo cd?

Secondo me è un pubblico trasversale. Alla fine in questi giorni trai complimenti che ricevo per strada sono sia giovani sia anziani. Tutta la famiglia…

Hai in programma dei concerti?

Work in progress. Ora partiremo con la promozione con delle in store. Partiamo il primo maggio da Cosenza, poi il cinque a Catania. Ho un po’ di date per conoscere le persone che mi hanno votato. Mi sento di doverli ringraziare.

(Elena Pescucci)

(La foto in apertura è di Alessandra Tisato; le altre di Elena Pescucci)

Cosa pensi dei talent show?

Penso che ormai i tempi sono cambiati e forse il modo di trovare talenti come facevano una volta non funziona più, così esistono i talent. Ovviamente siamo noi concorrenti o aspiranti tali che dobbiamo pensarci bene prima di presentarci e vedere se meritiamo di entrare in questi programmi. Alla fine dipende da noi, se ci bruciamo siamo noi stessi a farci del male.

Cosa consiglieresti a un ragazzo che vuole provarci?

Se veramente è convinto e ha del talento perché no? Gli direi, però, anche di farsi consigliare. E gli direi anche di non prendere le cose troppo seriamente. Devi essere consapevole del fatto che può andarti bene come no. E dovrebbe prendere le cose alla leggera senza farsi aspettative.

Chi è l’acquirente di questo cd?

Secondo me è un pubblico trasversale. Alla fine in questi giorni trai complimenti che ricevo per strada sono sia giovani sia anziani. Tutta la famiglia…

Hai in programma dei concerti?

Work in progress. Ora partiremo con la promozione con delle in store. Partiamo il primo maggio da Cosenza, poi il cinque a Catania. Ho un po’ di date per conoscere le persone che mi hanno votato. Mi sento di doverli ringraziare.

(Elena Pescucci)

(La foto in apertura è di Alessandra Tisato; le altre di Elena Pescucci)