I nostri lettori avranno notato come, non di rado, andiamo a ricercare nomi nuovi o musicisti poco noti che in fatto di qualità della proposta nulla hanno a che invidiare ai cosiddetti big. La pluriennale frequentazione del mondo della musica ci ha pure consentito di renderci conto come le scelte nei cartelloni e nelle produzioni discografiche, anziché a scelte oggettive, rispondano più a moda, a canoni o a imbeccate dei cosiddetti opinion leader (quasi sempre incompetenti). Nei festival jazz si preferisce mettere in cartellone il solito nome americano sfiatato e senza idee anziché dare spazio a giovani o a jazzisti non americani. Il jazz europeo, incluso quello italiano, è da decenni che sforna talenti e ottima musica, basti pensare che l’immenso Joe Zawinul era austriaco.
Il South by Southwest (SXSW), festival che si svolge negli Stati Uniti a Austin (Texas) è un’importante manifestazione multidisciplinare dedicata alla musica, ai film indipendenti e alle tecnologie emergenti. Molto densa la proposta musicale con la partecipazione di molte e interessantissime band accanto a grandi nomi come Iggy Pop, Jovanotti (!), Nick Cave, Robert Glasper, Grace Kelly e Prince che ha chiuso la manifestazione quest’anno con uno strepitoso concerto. Fra i gruppi europei presenti, la band di Kristian Terzic ha riscosso numerosi consensi. Presentatosi alla testa di una agguerritissima formazione composta da musicisti croati (Luka Veselinovic,basso, Adriano Bernobic, batteria, Branko Sterpin, tromba, Vojkan Jocic, Sax) Terzic ha proposto sue composizioni originali dando vita a un intenso set particolarmente apprezzato fra gli appassionati di quel genere una volta noto come “electric jazz” o jazz rock, oggi meglio conosciuto come neofusion, smooth fusion, folk-jazz, light rock etc.
Kristian Terzic nativo di Pola (1979), intorno ai 12 anni mentre è impegnato nello studi classici di piano e composizione, rimane affascinato dalla musica delle grandi orchestre di Duke Ellington, Tommy Dorsey e Count Basie. L’incontro con la musica dei Weather Report si rivela determinante per la sua carriera musicale e non a caso cita fra i suoi musicisti di riferimento Joe Zawinul oltre a Cick Corea, Lyle Mays, Russel Ferrante e Herbie Hancock. Inizia così la ricerca di un suo linguaggio che si possa collocare sulla stessa strada tracciata da questi grandi maestri. In breve tempo la sua carriera di tastierista, compositore, arrangiatore e produttore ottiene numerosi riscontri, aggiudicandosi, fra gli altri, più volte il premio “Status” per il miglior tastierista dell’anno (2006/2008/2010). Lo Status è il premio che la HGU (Unione croata della musica) attribuisce al miglior strumentista dell’anno per le varie categorie. Con il gruppo Combinate partecipa alle più importanti manifestazioni jazzistiche dei Balcani aprendo nel 2011 il concerto di Chick Corea & Return to Forever IV all’Avantgarde Jazz Festival. Nel 2012 Terzic alla guida della sua nuova band apre il concerto per gli Yellowjackets. Fra le collaborazioni più significative ricordiamo le sessioni con Tony Levin e Manu Katche per l’album della band Gibonni. Molteplici i riconoscimenti ottenuti da suoi dischi e produzioni.



Nel suo nuovo album intitolato con il suo nome e cognome, ci da una bella dimostrazione di quanto vitale e attuale sia il jazz quando riesce a miscelare, come in questo caso, culture diverse. Il risultato è eccellente, il tutto avviene con grande gusto ed equilibrio; le sonorità, gli arrangiamenti, i soli, seguono una attenta e sottile tessitura (quasi sorprendente) avvicinandolo a gruppi storici come gli Yellowjackets.



Tribal Thing, brano che apre il cd, da subito l’esatta dimensione della musica diTerzic, ritmiche serrate, profumi di centro America, attenzioni alle atmosfere, piano, chitarra e synth che non di rado si doppiano nei soli, potendo contare anche sul breath della tromba . E’ una musica evocativa delle grandi band degli anni ’70 come i Return to Forever,Weather Report e, per le tessiture, gli Steely Dan . Bel supporto ritmico di congas e timbales, colori decisi, tempi veloci, calibrati soli al piano elettrico, il tutto incastonato in arrangiamenti mirati e mai eccessivi. In mostra lo stupendo basso LukaVeselinovic che gareggia in bravura con il leader prima dell’ingresso delle voci Massai.




Il pezzo è nato la sera prima di andare in studio di registrazione, abbastanza veloce con elementi funk, con assoli riusciti e anche molto tecnici sul basso, batteria, tromba, tastiere ed infine sulla chitarra elettrica . La parte che mi emoziona in modo particolare è il momento nel quale le donne Massai cantano un brano di benvenuto della loro tribù , in fondo Tribal Thing è un brano che da il benvenuto nel mio nel mio villaggio musicale. (
Kristian Terzic)

L’utilizzo del piano acustico e dei fiati, consente alla band di muoversi con eleganza tra jazz acustico ed atmosfere più “elettriche” come in Five Stars, brano in 5/8, dove il leader dimostra di aver acquisito un proprio personale tocco sia alle tastiere che conferiscono spazi e profondità ai brani , sia al piano. Bella la performance di VojkanJocic al sax soprano.

Pinball Blues appare un omaggio alle grandi big band del passato, brano abbastanza veloce, up tempo, forma blues, tromba in sezione con le tastiere di Terzic (assoli al synth e al Rhodes). Tromba e chitarra elettrica (ottimo Alen Spada), vecchie sonorità Hammond ne caratterizzano l’andamento . Il piano acustico e le tastiere del leader nella ballad River e Perception sono protagoniste con interessanti spunti che legano centro America alla musica mitteleuropea.


La mia musica ha influenze di musica centroamericana , questo si sente nell’ uso delle percussioni presenti in quasi tutto l’album, ma anche nel mio stile pianistico. Oltre alla musica classica e contemporanea ascolto di tutto con una particolare predilezione per jazz-fusion-latin-afro-rock-world music. I mie pianisti di riferimento sono Keith Jarrett, Oscar Peterson, Bill Evans, Bud Powell, Thelonious Monk . (
Kristian Terzic)

 

Il tema di Up & Down sembra essere un omaggio alla musica di Zawinul. Terzic mostra un bel tocco al piano, un fraseggio immediato, caldo. Up & Down si divide fra atmosfere acustiche ed elettriche ; evocativo il tema che fa rivivere splendide e, purtroppo, passate emozioni di quella straordinaria band che erano i Weather Report.In gran spolvero la chitarra di Alen Spada.

 

Un brano che ha molti ingredienti, non so come lo definirei perche ha in se un po’ di blues, latin, big-band anche un po’ di country, è il pezzo più solare dell’ album. Ha un piccola brass section composta da sax tenore,tromba e trombone sul quale Luka Žužic suona un bell’ assolo. (Kristian Terzic)


Six of Eight brano conclusivo, viene aperto dalla batteria di Marko Matoševic che insieme a Boris Popov alle percussioni è il motore ritmico della Kristian Terzic band. Stupendo ed emozionante il tema che sul sapiente sottofondo delle tastiere,viene suonato dall’intrigante violino di Marko Ramljak , strepitoso anche nei soli nei quali gareggia in bravura con il basso di Veselinovic.

 

E’ l’ultimo brano composto per questo album, con il violino che da un tocco differente, speciale. Io provengo dai paesi balcanici ma non ho subito tanta influenza di musica tzigana e balcanica nelle mie composizioni, almeno per adesso. .A dire il vero la melodia era composta con in mente il sax soprano, ma siccome suono nella band di Marko Ramljak mi è venuto in mente che il violino sarebbe stato più interessante del classico sax soprano. L’uso dell’ effetto wah-wah e del distorsore sul violino ha dato un po’ di sound progressive. C’è anche un bell’assolo sul basso frettless di Luka Veselinovic. Mi piace molto il finale con le voci di Marko e Luka è un nostro omaggio a Pedro Aznar e al Pat Metheny Group. Il titolo prende spunto dalla misura del brano in 6/8,  ma è anche ispirato dal nome di un personaggio che è Seven of nine di Star Trek. (Kristian Terzic)

 

Finale in crescendo con l’uso delle voci che doppiano il tema . Six of Eight dà l’esatta dimensione della statura di Terzic ,musicista di classe , grande gusto negli arrangiamenti, nella scelta dei suoni e dei musicisti . L’album, pubblicato dallaApeiron Records (etichetta rappresentata in Italia dalla Jazz Window), ha ricevuto la nomination per il prestigioso premio discografico Porin nelle categorie : miglior album jazz dell’anno, miglior composizione jazz per il brano “Perception”, miglior esecuzione per il brano “Tribal Thing”. Cd da non perdere, certo preludio ad una grande carriera: i grandi arrangiatori e musicisti americani come Vince Mendoza e Gil Goldstein non sono poi così lontani.

(Foto di Dalibor Talajic)