Sono passati molti anni dall’ultimo lavoro d’inediti per il duo francese dei Daft Punk. Gli “stupidi teppisti” ci hanno messo ben otto anni per raccogliere idee e pensieri da regalare ai loro fan nel nuovo lavoro “Random Access Memories” uscito lo scorso 21 maggio. Da quel momento ne ascoltiamo i meritati frutti. Già perché il disco è un vero capolavoro di musica Electro-Dance-Funky-Daft Style che attinge a mani aperte alla storia del genere: la disco anni ’70 e anni ’80.
Certo il sound futuristico “Human Robot” è ben presente e caratterizza il sound con maestria ed eleganza. Un’incontro di generi mai pensato ma non impossibile e i Daft Punk sono qui per questo: unire ciò che non era mai stato unito con audacia ed avanguardia. E ci sono riusciti. Non solo elettronica in Random Access Memories, ma ampio spazio a strumenti suonati, a chitarre funky e pianoforti, violini e bassi elettrici. E per chi ha fame di buona musica, il cd non fa sconti e regala ben tredici canzoni e 75 minuti di musica ben costruita. Anche le collaborazioni sono numerose e di grande rilievo. Da Nile Gregory Rodgers compositore, arrangiatore e produttore statunitense, fondatore insieme a Bernard Edwards degli Chic che con la sua chitarra troviamo in Get Lucky, singolo che ha anticipato il disco scalando vertiginosamente le vette delle classifiche mondiali, in Lose Yourself To Dance e Give Life Back To Music. Giovanni Giorgio Moroder produttore e compositore italiano guru della disco anni ’70 – giusto per rinfrescarci la memoria, scrisse il brano Love to Love You Baby per Donna Summer divenuto un successo planetario – che troviamo nella traccia Giorgio by Moroder.
Pharrell Williams, musicista, produttore e cantante nelle canzoni Get Lucky e Lose yourself to dance e Panda Bear, nome d’arte di Noah Benjamin Lennox, musicista statunitense psichedelico ed alternativo.
Nel disco ci sono mille facce diverse della disco e dell’elettronica ma con il collante giusto che solo artisti attenti e curiosi come i Daft Punk sanno creare. Si passa da Give Life Back to Music che apre le danze – nel vero senso della parola – con un groove ’70 style che subito ci fa battere il piede a The Game of Love con atmosfere più intime che ci prepara per Giorgio by Moroder, la traccia numero tre.
Nel brano la voce di Giorgio Moroder racconta i suoi inizi, i sogni da bambino e la scoperta del sintetizzatore che caratterizzerà la sua carriera e la sua visione della musica. Within, il brano che segue é una ballad elettronica che ricorda tempi passati ed un po malinconici.
Instant Crush é il giusto mash-up Daft Punk e Strokes con un Julian Casablancas molto bravo ma quasi irriconoscibile nella timbrica alterata da filtri e vocoder. Si torna al dance floor con Lose Yourself to Dance che vede alla voce Pharrell Williams che nel disco canta anche la hit Get Lucky, uno dei pochi successi del duo francese che non utilizza alcun campionamento da altre canzoni.
Touch é un vero e proprio viaggio pindarico che con proverbiale capacità da vita a momenti narrativi ricchi di passaggi e scarti improvvisi. C’é la mano saggia del compositore e autore di colonne sonore, già premio oscar Paul Williams, e si sente. Subito ci riporta alla mente atmosfere da film di altri tempi, quasi un piccolo musical.
Beyond ci offre i classici violini inflazionati del funky di qualche anno fa, un po stile Incognito. Ma non ci si abitua ai continui cambiamenti, anzi ci sorprendono e ci accompagnano piacevolmente per tutto l’ascolto del disco. Il sound sperimentale e di ricerca dei Daft Punk ritorna in Motherboard, lascia un breve respiro e spazio al funky con Fragments of Time e poi torna con Doin’ It Right visionaria come il suo interprete Panda Bear. Chiude il disco Contact un brano che all’ascolto ci fa capire che l’astronave “Human Robot – Daft Punk” é già ripartita per un nuovo viaggio ad esplorare altri mondi nella galassia della musica.
Abbiamo ascoltato Random Access Memories molte volte e non ci ha mai annoiato, anzi al contrario ad ogni ascolto ne abbiamo apprezzato e scoperto sfumature nuove. Mentre scrivo, senza rendermene conto, canticchio le canzoni. Buon segno.