Gran concerto al Carlo Felice di Genova dove un monumentale Cristiano De André è stato capace di abbattere anche le difficoltà tecniche che si sono manifestate nella prima parte della esibizione riscuotendo un autentico trionfo. Con il concerto di giovedì scorso si è concluso il tour promozionale per il lancio del nuovo cd “Come in cielo così in guerra”, uscito ad aprile. Sei le date programmate per questo primo giro e più precisamente Assisi (21 marzo) e, a seguire, Firenze, Torino, Milano, Roma , Padova con gran chiusura il 6 giugno a Genova. Accompagnato da Osvaldo Di Dio (chitarre), Davide Pezzin (basso e contrabbasso), Davide Devito (batteria) e Daniele Depuis (tastiere), Cristiano ritornava in pubblico dopo lo strepitoso successo raccolto dal Tour De André canta De André.
La prima parte dello spettacolo è stata riservata all’esecuzione dei brani tratti dal nuovo cd. Il tour rappresentava anche la chiusura di un periodo di difficoltà personali e la ripartenza di una nuova fase della carriera che seppure dilatata negli anni ha sempre prodotto dischi e spettacoli di qualità.
Il concerto è stato dedicato a Don Gallo il prete genovese di recente scomparso e per il quale Cristiano ha deciso di devolvere il suo compenso alla Comunità di San Benedetto al Porto, per dare il via alla Fondazione Don Gallo.
A sipario ancora chiuso partono i pulse loop di Non è una favola, una valanga di applausi accoglie l’ingresso sul palco di Cristiano De André.
Seguono Disegni nel vento e Credici, scritta con Oliviero Malaspina e Fabio Ferraboschi, la canzone più coinvolgente dell’ultimo disco con la quale Cristiano sembra voler idealmente continuare la strada del padre, con un brano crudo e dal forte impegno civile.
Al termine di Credici, Cristiano prende il microfono per un saluto al suo pubblico:
“Che emozione, mi siete mancati tantissimo non vedevo l’ora di tornare sul palco vi voglio bene Grazie!…..Il concerto di stasera è dedicato a quella meravigliosa stella polare di Don Gallo uno dei pochi preti che hanno innalzato il nome della Chiesa… Questo album è rivolto alla riscoperta di quello che ci siamo dimenticati degli anni passati , di quel periodo negli anni settanta dove si credeva ancora nei valori… il denaro è sempre stato un mezzo non un valore…. la bellezza è sempre stata fatta di migliaia di piccole imperfezioni che creavano un fascino, uno sguardo; questa storia, questo periodo ha perso lo sguardo e il fascino e dovremmo magari riprendercelo, riprendere quell’anima che abbiamo messo in quella discarica e dobbiamo fare in fretta… credo che tutto ciò sia necessario per cambiare le cose, per avere il coraggio di dire almeno si o no a questi cialtroni, a questi che ci hanno risposto con la fiducia che gli abbiamo dato facendo l’opposto di quello che ci aspettavamo. L’unica via è riprendere un po’ il coraggio dentro di noi, di rivalutarci, perché siamo tutti bellissimi se ci guardiamo allo specchio se crediamo nello sguardo….Cerchiamoci, parliamo, rivalutiamoci, diamo un senso alla nostra vita saremo felici… E lo sforzo che tutti noi dobbiamo fare per combattere questo oscurantismo che è tornato, questo secondo medio evo che è tornato …sembrano quasi parole del mio amico Beppe Grillo”.
È poi la volta di Il mio esser buono, autentico gioiellino minimale, musicalmente il brano più riuscito del nuovo album con il violino di Cristiano a ripercorrere la strada di grandi dello strumento come Jean Luc Ponty.
Trascinante l’esecuzione di Ingenuo e Romantico che beneficia del bell’arrangiamento di Corrado Rustici a cui si deve la produzione di “Come in cielo così in guerra”.
Vengono inoltre eseguiti Il Vento Soffierà, La Stanchezza.
Forte commozione nell’ascoltare il recitativo de La Bambola della Discarica.
Cristiano e la band si avvicinano al microfono sul quale viene appoggiata la bandiera italiana e immobili ascoltano il brano inciso su cd.
La bandiera idealmente a mezz’asta, è al centro dell’attenzione quasi a volerla piangere quanto è stata vilipesa e offesa dalla nostra classe politica. Si ha l’impressione di avvertire lo spirito di Fabrizio e non a caso, quelle toccanti parole hanno molto a che fare con lui.
La bandiera rimane al suo posto fino alla seconda parte dello spettacolo aperta da Ottocento con la voce di Fabrizio De André del quale vengono riproposti Nella Mia Ora di Libertà (tratta da “Storia di un impiegato”), Se Ti Tagliassero a Pezzetti, Smisurata Preghiera, introdotto da Cristiano come “uno dei testi più alti mai scritti” brano di chiusura del capolavoro “Anime salve”.
Verranno a Chiederti del Nostro Amore colpisce per la straordinaria interpretazione, Cristiano da solo al centro della scena esegue al piano e fa suo uno dei brani più toccanti scritti da Fabrizio.
Mille emozioni e tanti ricordi quando parte la musica di La Collina tratto da “Non al denaro non all’amore né al cielo”.
Firmato da Fabrizio, Giuseppe Bentivoglio (presente al concerto di Roma “è la prima volta che ascolto un De André dal vivo”) , caratterizzato dai suggestivi arrangiamenti di Nicola Piovani, ammantati di passato ma carichi di passioni.
Accolta da un boato non poteva mancare Crêuza de Mä, seguita da Amico Fragile, con Cristiano a gridare tutta la sua rabbia sottolineata dal gran solo al violino.
Sidùn, viene riproposta allo stesso modo di Fabrizio, seduto in terra tutto intorno al suo bouzuki. Si va verso fine concerto con Quello Che non ho, Fiume Sand Creek eseguita nel nuovo riuscito arrangiamento presente su “De André canta De André”.
Cristiano prende nuovamente il microfono per raccontare divertito che Notti di Genova scritta con Oliviero Malaspina è diventata patrimonio dell’Unesco, impeccabile la sua performance all’acustica.
“Erano notti alla deriva / notti di Genova che regala / donne di madreperla / con la ruggine sulla voce / e ognuna porta in spalla la sua croce / tra le stelle a cielo aperto / mentre dentro ci passa il tempo” (Notti di Genova).
Gran finale con Il Pescatore: tutto il Carlo Felice è in piedi a decretare il giusto trionfo ad un figlio ritrovato.
Stremato ma soddisfatto Cristiano, a fine concerto, nei camerini riceve fan e amici, un abbraccio particolare ed affettuoso a Luvi De André, con la quale divise il palco negli ultimi memorabili tour del padre. Avanti così.