I numerosi fan dei Muse faranno bene a tranquillizzarsi, dal momento che è assai probabile che i concerti della band che si dovrebbero tenere a Torino il 28 e il 29 giugno non verranno cancellati. Il regolamento della città prevede che ogni anno si verifichino solo 5 eventi che sforino il tetto dei decibel previsti dalla legge e i concerti di Vasco Rossi appena tenutisi hanno già consumato 4 delle deroghe consentite, lasciando in braghe di tela Matt Bellamy e compagni, che avevano scelto di tenere le loro uniche date italiane del tour 2013 proprio nel capoluogo piemontese (con doppio appuntamento) per poter fare in modo di soddisfare le esigenze del pubblico del Nord Italia e del Sud della Francia, oltre alla data di Roma, dove si esibiranno il 7 luglio allo Stadio Olimpico. Putroppo in Comune solo ieri è saltato fuori l’inghippo del regolamento sull’inquinamento acustico che potrebbe essere sciolto con una deroga alla deroga che può essere attuata solo con una delibera votata dal Consiglio comunale, dove si è però scatenata la bagarre e la seduta si è conclusa con un nulla di fatto e con l’ira degli organizzatori del concerto che minacciano di far saltare tutto e restituire tutti e 32mila i biglietti già venduti in segno di protesta. I muser, sgomenti e colti dal panico, hanno disseminato il web e i social network di frasi indirizzate contro il Blasco, capro espiatorio dell’inettitudine del Consiglio comunale, rimbeccato su Twitter con l’hashtag #vascomerda per aver esaurito 4 dei 5 bonus sullo sforamento acustico. Ma, in fin dei conti, è da folli credere che i promoter dell’evento non decidano di seppellire nuovamente l’ascia di guerra contro la città di Torino e decide di pagare la multa prevista in caso di superamento dei decibel consentiti, che ammonta a soli mille euro: vere e proprie noccioline se paragonati al guadagno di centinaia di migliaia di euro delle tre date sold out italiane.