Chan Marshall entra nella tua vita in punta di piedi, viene a sedurti, ti commuove, per poi defilarsi e nascondersi. Di lei si dice spesso della sua anima fragile. Un nome d’arte – Cat Power – che è come uno scudo, e il segno di quell’insofferenza verso le proprie produzioni musicali che ogni tanto la porta a cercare riparo nei dischi di cover. Negli anni è passata dallo scarno slow-core dei suoi primi dischi, alle struggenti ballate folk (in posti desolati e magici dove solo i Dirty Three avrebbero potuto accompagnarla), fino al pop dal mood sintetico di oggi. Ciò che rimane – e conta davvero, da sempre – è la sua voce malinconica e profonda e la sua sincerità. Quando la ascolti su disco sembra di avercela a fianco, con la voce spezzata, che ti confessa qualcosa all’orecchio. E’ sempre stato così con lei. Saper cantare è dote di molti, farlo con espressività è dono di pochi.
Finalmente Cat Power torna live a promuovere il suo nuovo disco, Sun. In Italia: 7 luglio al Carroponte di Sesto S. Giovanni (MI) e 8 luglio all’Auditorium Parco della Musica di Roma (all’interno della rassegna ‘Luglio Suona Bene’).
Sun ha tutti gli elementi che riconoscono il buon artista, come il desiderio di cambiare, di crescere, di sperimentare, la voglia di tentare approcci diversi, partendo sempre dal “fare musica” come necessità: solo questo basterebbe a spiegare il lungo tempo trascorso dall’ultimo album di inediti. Ma in Sun non è solo l’approccio strumentale delle canzoni ad essere diverso, lontano dal precedente The Greatest del 2006, lontanissimo da Dear Sir e Myra Lee, l’evoluzione qui è anche nei testi, pervasi di ottimismo e positività.
”Ai vecchi tempi, con il registratore a nastro e le sala prova, registrare due dischi in un giorno, bam-bam-bam, alla prima take, tutto improvvisato, tutto questo era un mezzo per produrre e sfruttare l’occasione che si presentava da sola, ed era un onore, era ricevere un regalo.”
Sun è un disco gypsy. Non per lo stile, ma perché Chan, dopo aver cestinato gran parte delle prime session tenutesi nel suo studio a Malibu, va a registrare al Boat Studio di Silverlake, California, in seguito a Miami, al South Beach Studio, dal Pacifico all’Atlantico per poi attraversarlo e finire il mixaggio a Parigi da Philippe Zdar (Cassius). Un vagabondaggio che sembra ispirato dai viaggi di Chan in giro per il mondo, come racconta il testo di Ruin, primo singolo estratto e regalato in download gratuito.
”…Se c’è una cosa che ho sempre voluto fin da piccola è vedere il mondo, perché sapevo che c’era qualcosa di più nella vita di ciò che vedevo da bambina.”.
Nonostante loop-station, synth e drum machine, Sun risulta più caldo del suo predecessore; anche senza la suadente timbrica vocale per cui è famosa la sua autrice (impossibile allontanarla dall’immaginario che ci ha dato con il disco You Are Free del 2003), è ricco di momenti freschi e sorprendenti. In 3,6,9sfodera un convincente hip-hop soul alla Jay-Z. In Real Life sfiora la dance, ed anche il suo nuovo look da gemelle Nervo te lo suggerisce. Il punto più alto si raggiunge con gli ultimi due brani, una splendidaNothing But Time, dove un goffo Iggy Pop la segue nei versi significativi ”You ain’t got nothing but time, And it ain’t got nothing on you, Your world is just beginning. It’s up to you to be a superhero, It’s up to you to be like nobody.” – e in quella che lei stessa definisce il suo testo migliore, Peace & Love, con le sue memorie d’infanzia, che si apre con un verso di Nina Simone: “Peace and love is a famous generation” (tratta da Funkier Than A Mosquito’s Tweeter).
Insomma sembra che Cat Power si sia proprio divertita con l’elettronica. E’ tornata più consapevole e fiera della propria musica che mai. Merito anche di una nuova band al seguito che oltre al fedele Gregg Foreman alle tastiere (già nella Dirty Delta Blues Band), vede una intera female band: Alianna Kalaba alla batteria, Nico Turner al basso e percussioni, e la bravissima Adeline Fargier alla chitarra e a tempo pieno impegnata ad accompagnare Chan nelle seconde voci.
(Pier Costantino)