“Questa impresa  rappresenta un po’  il sogno della mia vita, era diverso tempo che volevo realizzarla. A spingermi a farlo è stato l’incoraggiamento di Phil Woods al quale si devono le note di copertina  del mio cd  “Philing” . Dopo averne parlato con George  Cables e David Williams – con il quale avevo suonato e inciso con Cedar Walton più di vent’anni fa, gli scrissi una mail  chiedendogli se  secondo lui sarei stato in grado di affrontare questa sfida. Le  semplici ma belle parole di Woods mi sono servite per rompere il ghiaccio, e la Pepper Legacy è diventata realtà” racconta Gaspare Pasini.



Gran jazz alla Casa della Contadinanza al Castello di Udine con la Pepper Legacy, la band voluta dal sassofonista Gaspare Pasini  per ricordare e riproporre la musica di Art Pepper il brillante musicista americano scomparso nel 1982. La band composta insieme ai fedelissimi di Pepper  ha il suo punto di forza nel  grande  pianista George Cables (da giovanissimo nel’ 64 transitarono nella sua band Billy Cobham, Lenny White; in seguito ha suonato  a fianco di Joe Henderson, Sonny Rollins, Art Blakey, Freddy Hubbard, Max Roach, Dexter Gordon, Sarah Vaughn, Tony Williams, Bobby Hutcherson e Dizzy Gillespie).



Accanto a Cables, o Mr. Beautiful come Pepper era solito chiamarlo, quel gran  batterista, altro fedelissimo di Pepper, che risponde al nome di Carl Burnett (Cal Tjader Quintet,  Gene Harris Trio, Sarah Vaughn, Freddie Hubbard, Eddie Harris, Marvin Gaye, O.C. Smith,  Horace Silver, Freddie Hubbard, Kenny Burrell)

Nella serata di Udine il contrabbassista Bob Magnusson è stato sostituito dall’eccellente Essiet Okon Essiet, che si è ben inserito nell’affiatato quartetto. Gran maestro di cerimonie Gaspare Pasini che con il suo sax alto, dal suono caldo e personale, ha strappato numerosi applausi a scena aperta potendo contare sul supporto di una band in gran forma e particolarmente coinvolta.



Nel corso della serata lo stesso Pasini ha annunciato la registrazione di un  cd contenente un brano di Phil Woods, composto per l’occasione, oltre a tre inediti di Art Pepper che la moglie ha concesso in esclusiva per questo progetto. Una bella iniziativa, che proprio perché sorretta da un forte aspetto emotivo e di gratitudine nei confronti di questo grande jazzista si è mostrata convincente e coinvolgente rispetto a molte proposte del jazz attuale.

(Gianfranco Stresa)