Muse, trionfo di pubblico ieri sera per il primo dei due concerti che la band inglese tiene allo stadio Olimpico di Torino. Oltre 35mila spettatori hanno assistito allo show. E anche questa volta, come dopo il trionfale concerto a San Siro di un paio di anni fa si leva la medesima domanda: cosa resterebbe dei Muse senza tutto l’apparato di luci ed effetti iper tecnologici mostrati sul palcoscenico? Qualcuno dice: ben poco. I Muse per queste persone sono solo la versione aggiornata e più facile degli U2, altri dicono che cercano di recuperare il pessimismo cosmico dei compaesani Radiohead. Sta di fatto che il successo dei Muse non scema, anzi: tre concerti in Italia, due a Torino e il prossimo il 6 luglio allo stadio Olimpico di Roma per un totale di oltre 130mila biglietti venduti dimostrano questo successo. Diranno ancora i contrari: la gente va a vederli per ammirare lo show di tecnologie futuriste (ieri sera anche un acrobata appeso a una lampadina gigantesca). Ma intanto i loro dischi, anche l’ultimo dello scorso anno, The 2nd Law vendono altrettanto bene. Ieri sera si è visto di tutto sul palcoscenico, raccontano i presenti: anche sei ciminiere ai lati del palco che lanciano fiammate. C’è stata anche una citazione del nostro presidente del consiglio: durante il brano Panic Station, il video ha mostrato come sempre durante questa canzone Obama e la Merkel, a cui si è aggiunto il nostro Enrico Letta, che diventava un pupazzetto che danzava. Chissà se lui lo ha saputo. Un palco gigantesco che rende i musicisti minuscoli ma anche un autentico muro di video per far vedere a tutti i presenti le spettacolari immagini che si susseguono. Per montare un palco di queste dimensioni sono state necessari sette giorni di lavoro e 28 camion di attrezzature. E la musica? Ai fan è piaciuta anche quella.



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