Se volevo davvero uccidermi lo avrei fatto davvero. Così Vasco Rossi ieri nel corso di una videochat con i suoi fan organizzata dal quotidiano La Stampa ha voluto chiarire le voci che sono circolate negli ultimi giorni. Il cantante aveva parlato recentemente del suo lungo periodo di malattia durato quasi due anni, una brutta malattia che lo aveva costretto a interrompere ogni attività. Era venuta fuori in qualche modo la notizia che Vasco aveva pensato di uccidersi. Ma ieri ha smentito tutto questo: “Lo voglio dire qui con chiarezza una volta per tutte: non ho mai pensato al suicidio. Altrimenti se lo avessi fatto mi sarei suicidato, ora non sarei qua”. Però ammette di aver sofferto e di aver avuto paura che non sarebbe mai più riuscito a riprendere il suo lavoro di musicista, a fare quello che aveva sempre fatto. Interrogato dia suoi fan, rivela poi altri retroscena della sua carriera. Come quando dice che tra il 1985 e il 1987 visse altri momenti terribili: sono stato sette mesi a letto perché senza anfetamine non riuscivo ad alzarmi, dice. Poi un giorno ha ripreso in mano la chitarra, ha scritto Sally e ha ricominciato a vivere: “Le mie canzoni nascono così, non so mai che cosa dirò, lascio che le parole vengano fuori. Dico cose che non confido neanche agli amici, sono dentro di me che urgono e a un certo punto escono e scopri che hanno un senso: condividere le proprie debolezze e solitudini ti fa capire che le provano tutti. Ti dà forza. Così era nata anche Un senso”. A un’altra domanda risponde così: “Sono contrario all’idea di dire “sto bene” tanto per dire. Ma ora sto bene, questa è un’esperienza che mi porto dentro e che mi aiuta a cogliere una leggera sfumatura in più in tutte le cose. Prima avevo litigato con la vita, ora ho fatto quasi pace, non del tutto ma ci sto facendo i conti”. Racconta quindi che ha in mente un sacco di progetti nuovi, anche canzoni nuove a cui sta lavorando. Adesso però, spiega, il progetto vero è arrivare sano e lucido alla fine del mese. 



Leggi anche

Jovanotti: “Chiesa è presenza di Dio nella storia, non è una onlus”/ “Io credo: spalanco la porta al Mistero”SPILLO/ Se per riscoprire i Canti Beneventani gli italiani devono andare a New York