Tra fischi, urla e contestazioni proseguite poi anche in strada, è andata in scena ieri sera alla Scala di Milano la particolarissima versione de “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi proposta dal regista Damiano Michieletto. Il pubblico non ha affatto gradito l’opera rivisitata e ambientata durante una campagna elettorale dei nostri giorni, tanto che alla fine del primo atto in tanti hanno lanciato in direzione del palco dei volantini con su scritto “Giuseppe Verdi perdona loro perché non sanno quello che fanno” e “Il pubblico serio e preparato è nauseato per lo scempio artistico che si sta facendo nel mettere in scena capolavori immortali”. Poi, prima dell’inizio del secondo atto, quando il direttore Daniele Rustrioni è stato accolto dagli applausi una volta salito sul palco, qualcuno ha ironicamente commentato “brava la claque”. Al grido di “vergogna” e “buu”, il pubblico ha continuato a protestare anche all’uscita, in strada. La scena che più di tutte ha fatto infuriare gli spettatori è stata quella in cui Amelia, di notte, si reca in un campo per raccogliere l’erba magica: quando ad apparire è una prostituta vestita solamente di un miniabito fucsia, in sala qualcuno ha urlato “che schifo”, “vergogna”, zittito però da altre persone che hanno risposto: “Idioti, silenzio”. In passato, Michieletto era già stato protagonista di un “Così fan tutte” di Mozart rappresentato come uno scambio di coppie in un hotel.



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