Con l’eccezione di manifestazioni monografiche dedicate a un solo autore (Wagner, Rossini, Verdi), tutti i festival musicali (anche quelli estivi) dovrebbero avere una sezione dedicata a giovani compositori ed opere prime. E’ essenziale non solo per toccare con mano come la musica evolve, ma anche per attirare nuovo pubblico e non essere “ghetti” per pensionati o, nel caso dei festival estivi, riserve per bagnanti che conoscono solo un paio di titoli e giudicano allestimenti in base al numero di cammelli in scena e delle grida di cantanti (spesso a fine carriera e amplificati). Passo l’idea al “Superiore Ministero” (e ai parlamentari) suggerendo che anche nelle manifestazioni monografiche dovrebbe esserci uno spazio per parafasi di giovani compositori di opere note.



Non è un’idea bislacca. L’ottuagenario Pier Luigi Pizzi l’ha applicata con rigore quando era direttore artistico dello Sferisterio Festival e Giancarlo Menotti quando era alla guida del Festival dei Due Monti. In Italia, il Ravenna Festival ha seguito questa prassi per anni. All’estero è nel Dna delle maggiori manifestazioni, come i Festival di Aix-en-Provence, Salisburgo ed Enescu. Ad Aix-en-Provence, accanto a Elena di Cavalli ed Elektra di Strauss, ho ascoltato la prima mondiale di The House Taken Over di Vasco Mendonça (compositore portoghese classe 1977) e un concerto il cui punto centrale erano le prime esecuzioni di due ottetti per archi di un compositore italiano (Maura Lanza, classe 1975) che lavora in Francia e Germania e di un compositore francese (Laurent Durupt, classe 1978) che per un periodo vive in Italia, a Villa Medici, in quanto titolare della prestigiosa borsa dell’Académie de France quella, per intenderci, conferita (quando erano giovani) a Berlioz, Bizet, Gounod o Debussy. Durupt è, quindi, un nome da tenere in mente e da valorizzare durante il suo soggiorno in Italia.



Mentre in passato le prime mondiali hanno lanciato da Aix successi indiscussi (si pensi ai lavori di Strasnoy, Du Sapin, Bianchi, Boesman), The House Taken Over di Vasco Mendonça ha lasciato perplessi. Basata su una novella argentina, tratta di un fratello e una sorella che vivono rinchiusi, immersi in riti quotidiani, nella casa avita, finché che la magione viene progressivamente occupata da altri sino a costringerli a lasciarla. Quindi, un’opera breve su una patologia, al pari del lavoro tardo romantico dell’allora ventiduenne Erich Korngold Die tote Stadt (del lontano 1920). Al pari del lavoro di Korngold è strutturata in tre anni (ma dura soltanto un’ora e viene rappresentata senza intervallo) e ha lontani richiami a temi di musical popolare.



Mentre il romanzo è narrato in prima persona da uno dei due protagonisti (il fratello), la drammatizzazione ha difficoltà a decollare. Inoltre, ad un’orchestrazione raffinata, specialmente nelle percussioni (messa in risalto dallo snello Asko/Schönberg Ensemble guidato da Etienne Siebens) corrisponde una linea vocale che punta sul declamato con qualche accenno di arioso. Alla lunga, diventa frigida nonostante l’abilità di Olivier Dunn e Kitty Whately. Regia, scene e costumi affidati a nomi di rango: Katie Mitchell, Alex Eales e John Bright, ma sembra di essere più in un’abitazione molto “British middle class” che in una magione di Buenos Aires. L’alone degli antenati a cui si riferisce il dialogo, quasi non si avverte. The House Taken Over, dopo il debutto a Aix, è in cartellone a Angers, Strasburgo, Lussenmburgo, Bruges e Lisbona. Ha, quindi, avuto un buon trampolino di lancio.

Di grande interesse il concerto per ottetti d’arco, in cui si giustappongono giovani compositori a opere giovanili di compositori famosi del passato. La prima esecuzione mondiale di Super8 di Laurent Durupt, è un omaggio a Giacinto Scelsi nel venticinquesimo anniversario dalla morte. Grande effetto utilizzando (alla Scelsi) pochissime note. Durupt lavora molto su “musica dello spirito”, ha in cantiere tre cori a cappella (il primo verrà eseguito a Marsiglia in autunno) ispirati al visivo contemporaneo; durante il suo soggiorno romano, Nuova Consonanza, la Sagra Musicale Umbra e la Fondazione Scelsi dovrebbero contattarlo per esplorare possibilità di collaborazioni. Una concisa battaglia è Der Kampf zwischen Kanaval und Fasten di Mauro Lanza. Molto differenti l’ottetto in quattro movimenti composto da Mendelssohn-Bartoldy a sedici anni e il delizioso ottetto in due parti composto da Šostakovi a diciannove anni- il primo ha un deciso sapore di primo romanticismo, il secondo ha in nuce tutta la carica innovativa che pose il comunistissimo compositore in difficoltà con i vertici del suo proprio partito.