De Gregori che dice di aver votato Monti alla Camera e Bersani al senato; De Gregori che dice che la sinistra di oggi si esalta per le piste ciclabili e lo slow food; De Gregori che dice che il sindacato oggi è qualcosa di vecchio che non conosce la modernità; De Gregori che dice di amare Papa Francesco, ma anche Ratzinger. Che succede? Da sempre simbolo della sinistra italiana, elettore del Partito comunista quando c’era il Partito comunista, testimone di nozze di Walter Veltroni (con cui ruppe l’amicizia per la sua linea politica), Francesco De Gregori in una lunga intervista al Corriere della Sera pubblicata oggi si dice profondamente deluso da questa sinistra (anche se “ringrazia Dio” che non governi Grillo) e spara a zero su un modello in cui, dice, non si riconosce più. Si professa sempre uomo di sinistra, ma a domanda su cosa sia oggi la sinistra risponde: “È un arco cangiante che va dall’idolatria per le piste ciclabili a un sindacalismo vecchio stampo, novecentesco, a tratti incompatibile con la modernità. Che agita in continuazione i feticci del “politicamente corretto”, una moda americana di trent’anni fa, e della “Costituzione più bella del mondo”. Che si commuove per lo slow food e poi magari, “en passant”, strizza l’occhio ai No Tav per provare a fare scouting con i grillini. Tutto questo non è facile da capire, almeno per me”. E’ stufo di una sinistra che è solo luoghi comuni, magari quello di Nanni Moretti (“dì qualcosa di sinistra”): “Nutro un certo rispetto per il lavoro non facile di Letta e di Alfano. Sono stufo del fatto che, appena si cerca un accordo su una riforma, subito da sinistra si gridi all'”inciucio”, al tradimento. Basta con queste sciocchezze. Basta con l’ansia di non avere nemici a sinistra; io ho sempre avuto nemici a sinistra, e non me ne sono mai occupato. Ho votato Pci quando era comunista anche Napolitano. Ma viene il momento in cui la realtà cambia le cose, bisogna distaccarsi da alcune vecchie certezze, lasciare la ciambella di salvataggio ed essere liberi di nuotare, non abbandonando per questo la tua terra d’origine. Non ce la faccio più a sentir recitare la solita solfa “Dì qualcosa di sinistra”. Era la bellissima battuta di un vecchio film, non può diventare l’unica bandiera delle anime belle di oggi. Proviamo piuttosto a dire qualcosa di sensato, di importante, di nuovo. Magari scopriremo che è anche di sinistra”. Come sempre con il cantautore romano, una intervista che susciterà polemiche e dibattiti, ma lui è fatto così: uomo libero che va per la sua strada. E alla domanda se oggi non ci sia proprio più nessuno che gli piaccia, risponde: “Papa Francesco, la più bella notizia degli ultimi anni. Ma mi piaceva anche Ratzinger. Intellettuale di altissimo livello, all’apparenza nemico del mondo moderno e in realtà avanzatissimo, grande teologo e per questo forse distante dalla gente. Magari i fedeli in piazza San Pietro non lo capivano. Ma il suo discorso di Ratisbona fu un discorso importante”.