Ci sono delle sere d’estate dove la musica le rende speciali. Quella del 3 agosto al Vittoriale degli Italiani é stata una di quelle. A renderla unica lo spettacolo “Piano Solo” di Stefano Bollani, amante delle peripezie musicali, show man del piano, funambolico personaggio in bilico tra la creatività esplosiva – a volte quasi irriverente – e la qualità del grande artista. Pianista e compositore, nonché conduttore radiofonico – con Davi Riodino -, televisivo – Sostieni Bollani Rai 3 – ed anche autore di libri di grande successo – ultimo uscito “Parliamo di musica” edito da Mondadori – Stefano Bollani é un musicista che sa come incuriosire, appassionare e divertire il pubblico. Con oltre due ore di musica senza scaletta, questa la caratteristica di “Piano Solo”, Bollani ha affascinato il pubblico del Vittoriale con un viaggio musicale che ha toccato tutti i generi musicali. Dal liscio al rock’n roll, dalla classica al teatro canzone, passando dal pop fino al mondo dei cartoni animati. Persino brani a richiesta. Tutti in rigorosa chiave Bollani. Che tradotto significa unica ed irripetibile. Siamo riusciti ad intervistarlo al termine dello spettacolo, cullati dalla fresca – di questi tempi toccasana – brezza del Benaco.
Complimenti Stefano, anche se penso ne avrai ricevuti tanti da i tuoi fan questa sera?
Grazie, sono sempre ben accetti e non sono mai abbastanza.
Piano Solo! Come nasce l’idea per questo concerto? Per questo tuffo “senza rete” nella musica?
Lo faccio credo perché suono da quando avevo sei anni e per me il rapporto con lo strumento é piuttosto naturale. Mi piace portare sul palco la naturalezza con cui lo affronterei se fossi a casa… da solo ecco. E non é neanche semplice perché… uno per anni un po’ di paura del palco ce l’ha e non é detto che porti tutto se stesso su quel palco. Il tentativo é quello di lasciarsi andare. Di lasciarmi andare.
Tu spazi dalla musica al teatro. Sei anche un attore, stasera lo hai confessato (ride). A quando qualcosa di diverso e particolare, tipo in un film?
Perché no! Ma tu non devi dirlo a me. Devi dirlo a tutti i registi Italiani. Ed anche quelli Danesi, e cito il cinema danese non a caso. Il gioco dell’attore sul palco é uno scherzo, un gioco appunto. Un modo per portare una parte di me stesso in scena.
A Sanremo di quest’anno hai fatto il giochino delle canzoni richieste dal pubblico che tutte le sere nelle tue performance fai. Anche questa sera non ti sei tirato indietro ed i gioco é riuscito perfettamente. Ci sveli il trucco?
Si già, e venuta peggio a Sanremo perché funziona meglio in un teatro vivo, con la gente viva. In teatro viene meglio. Il trucco é sentire, o meglio, non sentire i titoli che non vuoi sentire. Devo ammettere anche che il pubblico non chiede mai cose troppo difficili perché sono un po’ presi alla sprovvista, per cui vanno sulle prime cose che gli vengono in mente. Alla fine il range non é molto ampio di canzoni che mi chiedono. Quindi la tecnica “ho capito …” é una parte che funziona.
Stefano Bollani che suggerimento darebbe ad una giovane leva della musica. Ad un giovane pianista che vorrebbe, al giorno d’oggi con tutte le difficoltà del mercato, entrare nel mondo della musica?
Di divertirsi.! Dovrebbe prendersi il tempo per divertirsi. Semplificando ci sono due categorie di musicisti: quelli che studiano studiano studiano, e ne ho avuti molti in conservatorio con me, studiano tante ore al giorno e diventano un po’ ossessionati e quelli che non studiano niente, vanno a suonare, vanno in giro, vogliono fare amicizie, conoscere gente, viaggiare. Direi che la via di mezzo é la più auspicabile. Penso che studiare serva. Naturalmente pero l’esperienza non la sostituisce nient’altro.
E tu ne sei un esempio?
Ecco! Era questo che volevo dire.
A settembre in televisione con “Sostieni Bollani” sarai in prima serata?
E’ un format che ha funzionato bene in passato. Saranno sei puntate intense e questa volta gli ospiti saranno molti e nessuno fisso. Voglio dare più spazio all’improvvisazione. Comunque per il momento suono. Il resto… domani!
(Angelo Oliva)