Sono tornati in Sicilia i campani …A Toys Orchestra – di stanza a Bologna – con la loro romantica miscellanea rock: tra pop, musica psichedelica e rumore bianco. L’isola, per loro, è terra di conquista: negli ultimi anni, un sold out dopo l’altro, fino a quello di sabato 28 dicembre 2013 – a Catania, in un Barbara Disco Lab stipato all’inverosimile – occasione in cui la band ha celebrato Technicolor Dreams, l’album del 2007 che li impose all’attenzione di critica e pubblico – anche d’Oltralpe – e che ora stanno riportando in giro, soprattutto per la gioia dei fan di più recente acquisizione ma non solo. 



Ne abbiamo discusso con Enzo Moretto, autore, voce e polistrumentista del gruppo. In che modo quell’album vi ha caratterizzati? “Per certi versi, ha un’importanza da sottolineare. È stato il disco che ha dato il via alla nostra crescita, sebbene tutti i nostri dischi abbiano un loro perché. Magicamente, tutto si gonfiava, diventava più grande e noi siamo cresciuti insieme ad esso”. Il vostro live trasmette un tale senso di gioia da richiamare alla mente i Flaming Lips. “È un complimento enorme! Siamo quattro menti diverse, con gusti eterogenei, ma su di loro siamo d’accordo. I dischi, gli show, il loro atteggiamento ed estetica. Non ci si preoccupa di trovare il perfetto suono di chitarra ma si tratta di corpo e anima da sfruttare sul palco, come se fosse un sacrario. Se il riferimento è più tecnico – mantenendo, con rispetto, le ovvie distanze – abbiamo lo stesso approccio nel muoverci in nuove direzioni, senza fossilizzarci in un solo genere”. 



Il pubblico, trasversale, che li acclama al Barbara – si va dai sedicenni, piccoli ai tempi dell’uscita di Technicolor Dreams, ai cinquantenni, rapiti dalle armonie di beatlesiana memoria care ai campani – sembra sottoscrivere, con urla e applausi, quanto appena detto da Enzo Moretto. Avete partecipato, come resident band, al programma di Fabio Volo – Volo in diretta – su Rai3. Tralasciando i giudizi sul Volo televisivo – sempre accattivante – e sullo scrittore – su cui sorvolo – com’è andata? “Sul Volo scrittore mi pare di capire che siamo d’accordo! Ci siam difesi bene, direi. È stato interessante e piacevole, una scoperta intrigante, che non segue la prassi tipica del nostro mondo – sul furgone, fra locali fumosi – perché lì tutto sembra di plastica e noi sembravamo un corpo estraneo. Eravamo scettici all’inizio, quando ci hanno contattato, ma abbiamo gonfiato il petto e l’idea è stata: se ci volete, ci prendete per quello che siamo, non ci sarà un ibrido col media televisivo; saremo ciò che siamo, facendo ciò che sappiamo; se qualcosa non ci piace, non la faremo”. 



Passiamo ad Appino, che hai accompagnato nel suo tour da solista anche qui, al Barbara Disco Lab di Catania. “Siamo cari amici, da anni. Ci s’incrocia sempre, se si fa questo lavoro: l’Italia è piccola. Quando stava pensando al suo disco, una sera – dopo un concerto condiviso con i suoi Zen Circus – me la buttò lì: perché non vieni a suonare con me, nel mio tour da solista? Gli ho detto che mi sarebbe piaciuto. L’elemento di empatia fra artisti forma una scena, parola abusata in Italia, dove non esiste: siamo troppo frammentati, senza il vero desiderio di legarsi e collaborare. Finché la competizione è sana va bene ma in Italia non è così, è una scena a macchia di leopardo. Quando capita l’occasione, come con lui, ne vale la pena”. 

Senza romanticismi, è importante interagire – a prescindere dal genere e dal background – sostenendosi e creando, appunto, una scena. Nel movimento attuale, dai voi alle band de La Tempesta Dischi, questa sinergia è molto forte. “Confermo. Bisogna far collimare le realtà. Alla fine, siamo tutti dei comunicatori, quindi il potere della comunione d’intenti e dell’empatia deve essere per forza condiviso”. Comunicazione – e, soprattutto, meta comunicazione – che sono proprio i punti forti del quartetto. Al di là del senso di profonda partecipazione che infondono le loro canzoni, Enzo Moretto ha una tale presa sulla platea – che ne riconosce al volo la sincerità – che sembra sempre sul punto, fra una canzone e l’altra, di scendere giù dal palco per farsi tutt’uno col suo rapito pubblico, cui dà appuntamento per l’aftershow(magicamente condito dalle selezioni musicali di Sir Adriano Patti e Salvo Dr. Save Guarnaccia, fra gli altri). Lì, le figure dei quattro della band – completata dai polistrumentisti Ilaria D’Angelis e Raffaele Benevento, col batterista Andrea Perillo – si perdono fra le sagome dei loro fan, fra baci, abbracci, generose chiacchierate e autografi. Del resto, salutando l’acclamante platea catanese del Barbara Disco Lab, lo stesso Moretto aveva più volte sottolineato quanto la band amasse la città e le sue persone, cui si sentono legati – da anni – da un legame particolare. 

È per questo che la gente, una volta che gli …A Toys Orchestra hanno finito di eseguire – con eccezionale trasporto – l’intero Technicolor Dreams dal primo all’ultimo brano, esattamente nella stessa sequenza che compare sull’album, comincia ad invocare i bis che – ben presto – si trasformeranno in tris, accogliendo le richieste degli astanti. Gli ultimi due lavori della formazione, Midnight Talks – con unaBackbone blues che avrebbe reso fiero Flea dei Red Hot Chili Peppers – e Midnight Revolution – dall’omonima title-track, urlata a squarciagola, alla richiestissima, e conclusiva, You can’t stop me now – hanno concluso una serata entusiasmante. 

Con lo stesso entusiasmo, io concludo la chiacchierata col sempre disponibile Enzo Moretto: la vostraLate september (da “Midnight Revolution, nda) è una canzone molto evocativa, quasi un bignami della band, con tutti i suoi elementi più belli. Settembre è un mese particolare, cambia tutto: i colori, gli odori e le atmosfere, cariche di déjà-vu. “Hai dato la risposta meglio di come potrei darla io. Mentre tu la descrivevi io mi emozionavo, perché hai beccato in pieno ciò che volevo esternare ma mi hai anche detto delle cose nuove, che trovo vere. La musica è una forma di comunicazione così unica per cui quello che genera in te si genera in altri: quel quid magico, nella musica, è proprio questo. È la sua bellezza: non ha un’unica faccia, è mutevole. A settembre la luce è diversa, si allungano le ombre. Senza calcare la mano sul poetico, ciò che dici trova un riscontro reale”. Reale tanto quanto l’entusiasmo suscitato dagli …A Toys Orchestra sul loro composito pubblico. Attendere il termine delle registrazioni del loro nuovo album, che si svolgeranno a Berlino, sarà compito impaziente ma – sicuramente – appagante.

(Giuseppe Ciotta)