Ha vinto il premio Mia Martini Speciale 2014 quale Ambasciatore della Musica Italiana nel Mondo. Ma le soddisfazioni, Piero Cassano, se le è meritate già da un po’. Eccellente compositore, produttore e musicista, Piero Cassano è tra i fondatori dei Matia Bazar, produttore per Eros Ramazzotti, Anna Oxa e diversi latino-americani tra cui Ricardo Montaner. Lo abbiamo incontrato per chiedergli cosa si provi ad avercela fatta. Ed ecco cosa ci ha raccontato…



Anzitutto, cosa si prova ad essere l”Ambasciatore della Musica Italiana nel mondo’?

Beh sinceramente, credo si tratti di una sensazione quasi inspiegabile a parole. Sin dagli inizi, quando la mia carriera ancora non esisteva, speravo, un giorno, di poter arrivare a stringer tra le mani un premio di questo tipo. Ma lo ammetto, non ci avrei mai giurato. Ecco, sono veramente orgoglioso e soddisfatto. Soprattutto perché il tempo che passa riesce a farti capire che i consigli ricevuti agli inizi, quando ancora eri giovane, quelli che magari non capivi e non condividevi, in realtà siano stati grandi aiuti. E anche per questo non posso che ringraziare chi mi ha sempre increspato il cammino. Mi ha fatto diventare più forte e per far questo tipo di lavoro occorre esserlo, con passione, trasparenza e tanta volontà. Senza mai scoraggiarsi ma imparando da tutto e tutti. Io non mi considero affatto arrivato né credo di poter smettere di imparare. Esser stato premiato come Ambasciatore della Musica Italiana nel Mondo è una grande responsabilità, e al tempo stesso una cosa di cui sono felicissimo. Un aiuto, se vogliamo, ai miei Desideri perché i progetti che ho in serbo per il futuro sono ancora tanti e mi auguro riescano tutti a realizzarsi…



La tua brillante carriera, permettimi comunque di definirla tale, ha visto innumerevoli collaborazioni. Quella che più mi entusiasma, però, resta una: Mina! Com’è davvero la tigre di Cremona, per altro mia compaesana?

Mina è esattamente come la si descrive. Ho davvero vissuto a stretto contatto con diversi grandi della musica italiana ed internazionale ma Mina è stata una delle colleghe più interessanti e genuine. Rimanevo sempre stupito dalla sua voce, dai suoi toni e dalla sua bravura. Non è un eufemismo dire che la sua seconda prova in studio significava aver finito il lavoro. Di solito un cantante prima testa il pezzo, almeno quattro, cinque volte, e poi lo incide. Ma lei non ne aveva affatto bisogno. È sempre stata perfetta così com’era. Veramente impressionante. Ho collaborato anche al suo ultimo album, col brano ‘Armoniche Convergenze’ ed ho avuto l’ulteriore conferma di quanto anche suo figlio, Massimiliano Pani, sia meritevole. È un musicista incredibile e, forse, se meno si fosse dedicato – come tuttavia giustamente ha fatto – alla carriera della mamma, ad oggi sarebbe sicuramente più conosciuto di quanto non è. Mi fa piacere citarlo, affinché lo si conosca. Perché bravo e di successo.



Sei uno dei fondatori del gruppo Matia Bazar che mi permetto di definire ad oggi uno dei gruppi più importanti nel panorama della musica italiana. Una grande famiglia che si è evoluta negli anni…

Ti ringrazio davvero per avermi posto questa domanda. I Matia Bazar sono, più che una famiglia, un gruppo da Guinness. Il nostro repertorio ci ha fatto vivere 40 anni di musica, 40 anni di vita artistica, e soprattutto 40 anni di spettacoli con tanta gente al seguito. Nonostante tutti i cambiamenti che nel tempo abbiamo visto, rimaniamo ancora oggi nel cuore della gente. Sono cambiate le voci ma non è mai cambiata la sostanza. Per questo il pubblico non ci hai mai dimenticati. Credo innumerevoli band non avrebbero fatto la storia se avessero continuato a cambiar elementi. Spesso gli ascoltatori si affezionano alla voce, piuttosto che al batterista. Con noi si sono affezionati all’intero gruppo. Siamo stati e ancora siamo oggi una forte squadra di calcio, che negli anni ha visto campioni andare e venire, ma che è sempre riuscita a mantenere le stesse vittorie. Sono affezionato a tutti coloro che nei Matia Bazar abbiano lasciato anche un solo segno. In particolare, però, non posso che ricordarmi del mio amico Gozzi, ancora oggi batterista del gruppo. Lui i Matia non li ha proprio mai abbandonati.