“E pensare che dovevo fare il dentista…” non è altro che un capolavoro della musica italiana firmato Renzo Arbore and friends. Sì esatto, avete capito bene. Ma, ricapitoliamo, non si tratta di una battuta o di un rammarico. Semplicemente, lo ha spiegato Renzo Arbore parlando alla sede Mondadori di Via Marghera a Milano, “è quello che avrei voluto fare da piccolino” dice. “Ringrazio il Dottor Giulio Arbore, mio padre, che canticchiando arie d’opera, canzoni napoletane e raccontando barzellette, mi ha suggerito suo malgrado che fare l’artista sarebbe stato il miglior antidoto ai dispiaceri della vita… Cominciando dal dolore ai denti” scherza.
Renzo Arbore ha presentato il suo nuovo progetto discografico che, prodotto da Adriano Fabi per Gazebo Giallo, richiama sin dal titolo quanto grande e soddisfacente sia per lui il traguardo, nonostante agli inizi pensasse il suo futuro gli avrebbe potuto riservare ben altro.
Lo stesso Arbore infatti, ci racconta di quanto il suo spirito ancora giovane non abbia mai perso la passione e la voglia di fare nonostante il trascorrere del tempo. Così, in edizione speciale, con due cd, esce “…E pensare che dovevo fare il dentista…”, un disco divertente ed emozionante che racchiude al suo interno ben 29 brani registrati – ci tengono a precisarlo – tutti live nel corso delle tappe applauditissime di Renzo in giro per il mondo.
Dalla famosissima ‘Pigliate ‘na pastiglia’ a ‘Do you know what it means to miss New Orleans’, passando poi per le popolari ‘Maruzzella’ o, ancora, ‘Comme facette mammeta?’, questo album racconta la canzone italiana, amata ed apprezzata non solo nel nostro grande Bel Paese ma anche e soprattutto in Europa e Oltre Oceano.
Moltissimi, infatti, i duetti importanti che hanno visto negli anni Renzo Arbore dividere il palco con le più grandi figure della musica internazionale, come Lucio Dalla, o Nicky Nicolai e Dado Moroni, per tornare sull’italianissima Rossana Casale, passando dalla leggenda Ray Charles, in città tra le più belle al mondo, quali Pechino, New York, Mosca e poi ovviamente, Roma e Napoli, per citarne solo alcune.
“Renzo è una figura fondamentale per la canzone italiana di ieri, di oggi, e probabilmente anche di domani” introduce Paolo Maiorino, di Sony Music. “Per questo abbiamo accolto con gioia l’idea di lavorare ad un’uscita discografica di questo tipo” prosegue Adriano Fabi, produttore. “Un album fatto di tanti pomeriggi in casa Arbore, e di tanti cd che io gelosamente conservo. Sì perché il lavoro è stato lungo, ma il risultato penso eccezionale. Anni fa, i tecnici del suono mi capiranno benissimo, non esisteva il digitale. E allora il bello dei concerti stava proprio nella libertà di inserire un disco vuoto, e di registrarseli tutti. Proprio da quelle registrazioni a presa diretta abbiamo estrapolato alcuni brani tra i più famosi che hanno segnato e segnano il percorso della canzone italiana e il successo di Renzo negli anni” continua.
“Nel 2015 festeggio i cinquant’anni di carriera” dice Renzo. “Spero nel migliore dei modi e non con delle lacrime post-morte” scherza. “Mi sono voluto regalare un gagliardetto. Ho pubblicato questo cd proprio per ricordarmi e, perché no, ricordare che alcuni brani sono colonne portanti del nostro essere, della nostra Italia. Avrei potuto intitolarlo ‘Best of’” sorride, “ma il titolo che invece abbiamo pensato di dargli è spiritoso, frizzante e molto più simpatico” conclude.
Una splendida summa di alcune tra le performance più emozionanti di sempre, che testimoniano ancora una volta quando davvero della canzone italiana dovremmo soltanto andare fieri. Accompagnato dall’Orchestra Italiana e dai ‘friends’ di una vita, “…e pensare che dovevo fare il dentista…” regala a grandi e piccini l’impermeabilità della memoria, oltre che una serie di variopinte emozioni a non finire.
Ma quello che, personalmente, più mi emoziona, di Renzo, è la sua inimitabile semplicità. Sì perché, da esempio per tutti, Renzo resta un artista eclettico, umile, elegante, passionale e molto capace.
“Penso che il vero successo di un musicista, sia il saper comunicare. Bastano due note soltanto, l’ho imparato da Frank Sinatra. Ma se quelle due note le suoni con il cuore, ecco allora, sei un artista eccezionale” ci racconta, quasi commosso. “Sì, io mi definisco così; un clarinettista jazz, o almeno così vede scritto il mio biglietto da visita. Ciò che mi diverte, tuttavia, è lo strapazzare gli strumenti. Fra i tanti prendo esempio da Roberto Murolo, e tengo sempre nel cuore canzoni intramontabili quali ‘Reginella’. Ecco, Roberto Muro, ad esempio, ha sempre avuto la speciale capacità di entrarti nel cuore. Così come sapevano fare le orchestre di posteggiatori, che suonavano alla partenza dei migranti. Sono stato il primo a rendere popolari canzoni quali le mie sigle manifesto. Insomma, di strada ne ho fatta. E continuo a volerne fare, con l’intento di scoprire cose nuove ogni giorno. Ho tante passioni, una casa ricca di collezioni e souvenir. Colleziono anche incontri. Ad esempio, sai com’è nato il brano ‘Cocorito’? Su di una spiaggia, a Portorico. Infatti gli abbiamo cambiato il titolo traducendo il ritornello originale nel dialetto di Napoli. Quando ho conosciuto, a Portorico per l’appunto, il cantautore originale beh, per lui io ero un mito. Non ci credeva che un cantante italiano stesse davvero interessandosi ad un suo pezzo. “…e pensare che dovevo fare il dentista…” spero serva a questo; mi auguro insegni ai più giovani che senza alcuni brani la nostra cultura non sa dove fondarsi. E, soprattutto, desidero tanto la canzone italiana sia sempre più conosciuta, nel mondo” ci confida Arbore.
Un incontro che mi ha segnato, perché da uomini veri come lui, si può sempre soltanto imparare. E allora grazie Renzo, mentre torno a casa mi ascolto il cd. E l’Italia mi sembra tanto più bella.