Si è visto di peggio in molti video musicali. Eppure le scene che sono finite sulla Rete di un misterioso video che vede protagonisti Marilyn Manson e la cantante Lana Del Rey stanno scuotendo la Rete stessa e i media in queste ultime ore. Quasi ogni sito che ha ripreso il video in questione avverte gli utenti del contenuto scabroso delle immagini, che comunque è disturbante. Nel breve videoclip della durata di poco meno di tre minuti si vede infatti per una manciata di secondi Lana Del Rey in t shirt e mutandine buttata con forza su di un letto dal regista Eli Roth e quindi stuprata, anche se si vede solo il volto della cantante in lacrime, si percepiscono le urla  e quanto sta accadendo. A questo punto comunque abbiamo messo insieme una serie di indizi importanti e cioè i nomi dei protagonisti del caso. La bella e giovane cantante pop Lana Del Rey, molto lontana da questo tipo di immaginario; il re della musica decadente, macabra, satanista e soprattutto erotica Marilyn Manson; il regista di film horror tra i quali il noto Hostel, Eli Roth. Mancano solo l’assassino e il movente. Poco dopo che il video è apparso sulla Rete l’ufficio stampa di Manson ha diffuso un comunicato negando ogni coinvolgimento del cantante nel video, come autore, regista o semplicemente attore. Eppure nel video lo si vede. Aggiungendo: deve trattarsi di immagini di archivio che qualche fan ha messo insieme a quelle di Lana Del Rey senza autorizzazione. Abbastanza difficile che un fan possa mettere le mani su immagini non autorizzate e mai rese pubbliche prima.



A sbugiardare Manson ci pensa però lo stesso Roth, in una vecchia intervista di circa un anno fa rilasciata a un popolare show tv americano con il giornalista Larry King. “Sì” risponde a una domanda, se abbia cioè mai avuto intenzione di fare qualche cosa con Marilyn Manson “ho girato un video una volta con Marilyn Manson e Lana Del Rey, ma era una scena così scioccante che è stato poi chiuso in un cassetto e mai utilizzato”. Poco prima il regista aveva risposto a un’altra domanda, in cui gli veniva chiesto se mettere una scena di uno stupro in un film avrebbe aggiunto qualcosa al contenuto horror di un film stesso. Roth, noto per aver filmato scene di torture diaboliche con corpi di ragazze fatte a pezzi, ha risposto con tono scandalizzato: ma neanche per sogno, lo stupro è una cosa così disgustosa che non lo farei mai. Falso, come si può vedere nel video clip finito sulla Rete.



Manca un commento di Lana Del Rey il cui management ha rifiutato di parlare. Dunque chi è che sta facendo il furbetto? Probabilmente Manson, che ha guarda caso un nuovo disco in uscita fra pochissimo e questo videoclip finito così “stranamente” in Rete sarebbe una ottima mossa pubblicitaria. Ma anche Roth proprio in questi giorni ha il suo nuovo film, Clown, nelle sale cinematografiche. Nel filmato il cantante comunque lo si vede: seduto a un tavolo con alcune ragazze intorno e poi lo si vede ancora mascherato mentre impugna un fucile e spara dal tetto di un edificio su dei passanti. Ambientazioni gotiche di un’America malata, che purtroppo si vedono sempre più spesso nella realtà, tipiche dei video di Manson. E poi lo stupro. Si vede anche un’altra ragazza, il volto insanguinato, sgocciolante dal viso come se fosse stata affogata. Tra l’altro Lana Del Rey indossa una t shirt con il logo del noto film horror Non aprite quella porta, Texas Chain Saw Massacre, capostipite del genere horror di ultima generazione e che per Roth e Manson deve essere sempre stato una autentica ispirazione.



Alla fine resta una sola domanda: ha davvero senso far vedere in modo esplicito scene così brutali come uno stupro? Serve a evitarli o a influenzare persone dalla mente debole? L’America è davvero il regno diabolico che Manson e Roth amano dipingere? Quanto la finzione influenza la realtà che vediamo quasi ogni giorno nei tg, le stragi nei campus, la violenza senza senso, come quei due genitori americani che hanno ucciso il figlio di 3 anni dopo averlo torturato? Ai posteri la sentenza, come si diceva un tempo. Questi sono comunque tempi malati.