Come  indicato il 15 novembre su questa testata, Roma è diventata, per  varie ragioni, la ‘vera capitale’ della musica contemporanea internazionale. E’ in corso il 51simo Festival di Nuova Consonanza (di cui si è tracciato un profilo il 15 novembre) ed è appena stata annunciata una conferenza stampa per il 26 novembre quando è stata annunciata la nuova ‘stagione di musica contemporanea’ della paludata Accademia Nazionale di Santa Cecilia (in associazione con Musica per Roma).



Tra le varie forme di musica contemporanea è, senza luogo, rilievo la musica elettronica nelle sua varie espressioni. Negli Anni Sessanta e Settanta, trovò il suo massimo centro a Darmstadt, nei pressi di Francoforte, dove si tengono ancora regolari corsi estivi in materia. Per decenni Darmstadt regno di Karlheinz Stockhausen e linfa di compositori italiani come Luigi Nono e Bruno Maderna. Ha anche rappresentato il tentativo di proseguire ed approfondire la ‘secondo scuola di Vienna (Schoenberg, Berg, Webern) coniugando la musica seriale dodecafonica con le tecniche offerte dalle nuove tecnologie – dalla stereofonia su nastro all’informatica. Oggi il maggior centro di innovazione è il Centro per l’Arte e la Tecnologia dei Media, dal tedesco Zentrum für Kunst une Medientechnologie, meglio conosciuto con la sigla ZKM.



La ‘musica spettrale’ francese, di cui a IlSussidiario.net del 15 novembre, nasce per contrapporsi alla ‘scuola di Darmstadt’ che ha sempre avuto una forte impronta ideologica di matrice marxista.

Nell’ambito del Festival di Nuova Consonanza si è avuto il 19 novembre (dopo la maratone della Festa d’Autunno del 16 novembre, di cui ho trattato altrove), un assaggio dei lavori della ZKM con un dibattito con il suo direttore Ludger Blummer ed un concerto di fisarmonica e live-electronics, intitolato “Akkordeon und Elektronik”,  e presentato al Goethe-Institut Rom Affidato alla fisarmonica di Francesco Gesualdi, talento d’eccezione, attento e sensibile musicista, insieme a Damiano Meacci live electronics e Tommaso Cancellieri per la regia del suono. E’ il frutto  della collaborazione tra Nuova Consonanza, il Centro ZKM di Karlsruhe e il Goethe-Institut, istituzioni che da sempre promuovono lo sviluppo della ricerca compositiva.



E’ stato un focus su due mondi solo apparentemente lontani – quello della fisarmonica e dei live-electronics –, che a uno sguardo più ravvicinato sembrano possedere vie di comunicazione e punti di contatto infiniti, nel momento del loro sperimentarsi a vicenda per raggiungere un dialogo sonoro. La fisarmonica, strumento da sempre legato all’anima più popolare dell’uomo e alle sue tradizioni, evade dal ruolo in cui è stato relegato per secoli e intraprende un dialogo con l’elettronica in tempo reale a partire da Solo di Karlheinz Stockhausen fino alle prima esecuzioni italiane di Turbolence di Ludger Brümmer e Da soli paralleli di Gianluca Ulivelli, e alla nuova versione di Breath 2.0 di Mauro Cardi. Al richiamo più naturale degli strumenti sembra ispirarsi la composizione che conclude il programma, Al di là dei miei uragani (in una nuova versione, anch’essa in prima esecuzione italiana) per fisarmonica amplificata ed elettronica di Nicola Sani. In essa lo strumento diviene generatore di sonorità stravolte, ruvide e permeate d’aria, che si addensano ritmicamente in un respiro continuo e fluido mentre l’elettronica scompone il suono in diverse traiettorie che sorprendono l’ascoltatore, proiettandolo in dimensioni spaziali sempre nuove, in un immaginario di infinite drammaturgie. 

 

Non sarebbe appropriato commentare su questa testata gli aspetti tecnico-specialistici del concerto su questa testata poiché potrebbero interessare unicamente i lettori con dimestichezze delle complessità della musica elettronica. Possiamo però rispondere a due domande.

 

In primo luogo, in che misura a ZKM si raggruppano i nipotini  di Darmstadt? Senza dubbio, Darmastadt è stata la culla di molti di coloro che lavorano a Karsruhe, come Blummer e Sani. Sono numerosi coloro che in estate insegnano ai corsi di Darmstadt.

 

In secondo luogo, la ZKM ha il forte contenuto ideologico che aveva Darmstadt? Ricordiamo le opere di Karlheinz Stockhausen viste ed ascoltate alla Scala od Intolleranza di Luigi Nono riproposta alcuni anni fa a La Fenice. Sulla base della conversazione con Ludger Blummer, mi pare si possa dire che il contenuto è cambiato. L’ancora non è più il marxismo e la lotta di classe ma la democrazia elettronica. Grazie alla ‘nuova’ musica elettronica (che ha come sue caratteristiche lo spazio – che consente un’architettura musicale fatta di differenti colonne sonore – sino a 100 in alcune composizioni – e l’algoritmo informatico), ciascuno di noi può diventare musicista, anche soltanto con uno smartphone, e ciascun ascoltatore ha di conseguenza un concerto personalizzato a ragione della sua collocazione nella sala.