Il 28 novembre al Teatro Goldoni di Livorno avrà luogo uno spettacolo che vale la pena di guardare nella vita per essere completi. Un progetto di Massimo Licinio. Dario Ballantini scrive e canta DA BALLA A DALLA “Storia di un’imitazione vissuta”. Sono solita srirvere dopo l’evento, ma in questo caso la penna ha deciso di preannunciarlo e poi successivamente di descriverlo nei dettagli.



Abbiamo tutti conosciuto Dario Ballantini e il suo talento, ma non abbiamo mai avuto accesso a quello che di fatti è lo spettacolo della sua vita. Un’imitazione vissuta dal legame che univa i fili di due talenti, quello di Lucio Dalla e quello di Dario, che lo impersonava già in tempi non sospetti. Credo fermamente che sia un evento unico perchè non si gioca all’imitazione, solita di ogni programma, non si gioca ad “impersonare” un artista per renderlo quasi verosimile, ma si va a scavare dentro ad un vero e proprio legame, quello che i due artisti hanno costruito nel tempo mostrando la reciproca stima.



Ho potuto vedere degli assaggi di questo spettacolo quando ancora non era destinato ad essere tour e ne sono rimasta colpita in modo assolutamente positivo ed entusiasmante. Ho ripercorso Lucio Dalla come non avevo mai fatto prima, ho ripercorso amore e passione senza la minima esitazione, ho vissuto quello che non mi è stato concesso prima.

Ho imparato, da questi assaggi a scoprire cosa vuol dire avere amore per un personaggio senza voler essere uguale a lui, ma semplicemente ripassando la sua esperienza tramite Dario Ballantini. Ho avuto modo di parlare con Marco Cenci, il batterista che accompagnerà questo spettacolo, non ho potuto “estorcere” troppe informazioni, ma il solo silenzio generava la voglia di portare DA BALLA A DALLA in giro tra le persone, nel popolo, nella gente, e di trasmettere la stessa carica che ho preso io scambiando poche parole, ermetiche di linguaggio ma colme di entusiasmo.



Non ho chiesto della dinamica, e non ho chiesto dello svolgimento, ho preferito ascoltare in silenzio ed innamorarmi di quello che ancora non ho visto, ma sono certa mi emozionerà. “Dario è umile ed è questo a renderci compatti” Dopo questa affermazione la mia testa ha iniziato a porsi domande, quanto grandi bisogna essere per restare umili dinanzi alla riuscita di ciò che ogni artista vorrebe arealizzare? Una sola risponta, in modo smisurato, e Ballantini ancora una volta ha dimostrato che si può essere grandi essendo semplicemente se stessi e rendendo questo se stesso alla portata di chi ha ancora voglia di guardare spettacoli veri, dove scalpita la curiosità, l’emozione, la voglia di arrivare a quel giorno per guardare finalmente una vera, sentita e reale rappresentazione come omaggio e inno a qualcosa che ancora li tiene legati.

Dario Ballantini deve molto a Dalla forse, per essere oggi quello che è, un uomo che raggiunge e conquista i suoi sogni, ma Dalla, sarebbe eternamente grato a Dario per questo regalo, che forse non si sarebbe mai aspettato di ricevere da chi, usava il suo separè solo agli esordi, solo quando ancora non ci credeva abbastanza che sarebbe diventato oggi, a mio giudizio uno dei migliori. Un separè costruito dal papà di Dario 30 anni fa, quando lui era un giovane ragazzo con la passione nel sangue, lo stesso che il 28 Novembre salirà su quel palco insieme a lui per emozionare tutti noi.

Ho avuto modo di apprezzare gli arrangiamenti di Stefano Cenci, che hanno contribuito a rendere originale ed unico questo esordio di vera musica, di vere emozioni, di vero teatro.

Un artista è grande quando ad accompagnarlo ci sono persone altrettanto grandi. Il mio silenzioso ma cartaceo applauso va a loro che hanno reso tutto questo possibile, ai musicisti, a Dario Ballantini e a Massimo Licinio.

Ci aggiorniamo al 28 novembre, io vi aspetto a Livorno, emozionamoci insieme.