Trattare un argomento così forte come la cecità è quasi impossibile anche per noi che siamo soliti utilizzare la penna proprio per descrivere il mondo a chi può solo immaginarlo o leggerlo tra le nostre righe.

15 Dicembre 2014 premio Louis Baraille, un premio degno di ogni targa o medaglia al petto, un premio ricco di emozioni e di vite parallele dove, tutti, siamo entrati a piccoli passi nelle vite di chi ama la vita più di noi, perchè capaci inconsapevolmente di assaporarne ogni dettaglio, gli stessi che a noi sfuggono ogni giorno perchè siamo presi dal materiale, dalla cattiveria, dal superficiale.



Questa serata è stata magnifica per certi versi, degna dell’Italia in cui viviamo per altri. Ma inizio a descrivervi la meraviglia dell’emozione che ho provato io. Si aprono le porte del Sistina, e ci accomodiamo in platea, intorno a me tutti ipovedenti o non vedenti emozionati come bambini in fila al luna park, la loro carica e il loro orgoglio si percepiva netto e limpido.



Ad aprire lo spettacolo una fila di bambini e ragazzi in jeans e maglioncino blu, fermi in piedi come uno schieramento di solidarietà “i bambini dell’accademia Scenamuta di Ivan Raganato”, entra dalle quinte Felicia Bongiovanni, e qui, signori miei si è fermato il cuore e l’orologio, una donna, una cantante lirica che ha interpretato i canti Natalizi, con una carica e un’energia mai vista prima su di un palco, stava cantando per se stessa e per gli altri commovendo l’intero pubblico.

Finita la sua interpretazione la platea ha fatto un sussulto di gioia, a questo punto entra in scena l’unica nota stonata di questo spettacolo, la presentatrice Claudia Andreatti, che non ha saputo gestire il suo ruolo dall’inizio alla fine, susseguendosi in una serie di mancanze o eccessi di parole dette al momento sbagliato nel luogo sbagliato.



A presentare con lei Enzo De Caro, stimatissimo attore teatrale e televisivo, che ha suscitato in me un forte senso di delusione e inappropriatezza, evidentemente dettato dall’imbarazzo iniziale.

Accanto a loro sul palco Mario Barbuto (presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS), un uomo con grandi sogni, e grandi aspettative, è riuscito lui, a dare un senso reale a questo premio, salvando in calcio d’angolo ogni passo sbagliato, rendendo bello quello che loro stavano sminuendo, ci ha fatto entrare nel loro mondo, e nel loro modo di essere nonostante le difficoltà mostrandoci quanto meravigliosa può essere la vita anche senza la fortuna che noi abbiamo e loro no.

A seguire ci troviamo dinanzi all’interpretazione di Luca Barbarossa, accompagnato dalla Social Band, (Claudio Trippa/chitarra elettrica ; Mario Amici/ chitarra acustica; Beppe Basile/ batteria ; Stefano Cenci/tastiere) Che sia uno dei personaggi più amati nella nostra città è una dato di fatto, ha interpretato tre canzoni di cui due conosciute, Via Margutta e Portami a ballare, e una terza meno conosciuta ma perfettamente in tema con la serata a mio giudizio “Ali di cartone”, è arrivata dritta nelle mie vene come una freccia, era quella la colonna sonora adatta a tutti coloro che erano seduti li, che non sapevano cosa gli avrebbe riservato il destino, ma erano comunque felici di esserci, di volare con il pensiero, nota dolente, se mi è concesso, non avrei cantato Via Margutta, ma Via delle storie infinte, forse più giusta in quel momento.

Mille punti a Beppe Basile che ha reso la batteria una dolce melodia e non un frastuono, su pezzi prettamente delicati quanto storici.

Applausi e urla di piacere da tutto il pubblico per Barbarossa che ha lasciato il palco dando il posto ad un duetto di emergenti non meglio identificati.

Sarò anche la penna al veleno della storia di tutti i tempi, ma due ragazzi che oggi sognano di cavalcare grandi palchi e si trovano al Sistina per loro fortuna al posto di miliardi come loro che vorrebbero esserci, dovrebbero cantare e accompagnare delicatamente un momento di commozione, loro no, hanno urlato e suscitato, mio malgrado, sgomento, erano Andrea Libra e Massimo Ferrari, che potrebbero piacere indubbiamente a milioni di voi, ma in quel milione, non sono compresa io.

Stringo il dettaglio nei punti fondamentali della serata senza elencarvi il tutto.

Momento di pura commozione l’ho avuto con Ron, e sarò sicuramente di parte, ma è stato un attimo di Paradiso intenso e vero, “Non abbiam bisogno di parole” e “Piazza grande” hanno riscosso il successo e l’appoggio di tutto il teatro, poche parole prima di lasciare il palco… BISOGNA AIUTARE…un uomo riservato dignitoso e cordiale.

Meno l’emozione per Cristiano De Andrè, amante e seguace del padre potrei dare un giudizio prettamente soggettivo, bellissime le sue interpretazioni per Genova, ecco appunto, per Genova, che sta attraversando un periodo buio della storia, ma conoscendo il suo repertorio, avrei lasciato questa dedica ad altro momento ed altro luogo.

Questi i cantanti che più mi hanno colpito, si sono esibiti poi Antonella Ruggiero, Luigi Fersini accompagnato da Federica Fersini al violino, Dario Mirabile e Sara Binaschi con Samantha De Rosa. 

Le premiazioni sono state tutte meritate e tutte molto commoventi se non fosse che la presentatrice quando doveva dare il premio all’Unicoop Firenze l’ha descritta come una casa editrice, non dico troppo, ma almeno, almeno l’informazione non avrebbe guastato.

Federico Borgna è l’uomo che ha preso la mia stima in tutto e per tutto, un Sindaco non vedente, precisamente di Cuneo, che ha come slogan CUNEO GUARDA LONTANO, il saper ironizzare, con tatto e gusto, il saper essere al centro di una conversazione con Mario Barbato e ascoltare le loro reciproche battute mi ha dato un senso di gioia che ancora oggi porto con me.

Non meno importante la premiazione della campionessa paralimpica Silvia Parente, se non fosse che è stata lasciata all’inizio del palco senza che nessuno accorresse ad accompagnarla a centro palco, di una dolcezza disarmante e con una carica emotiva tanto grande quanto l’incapacità dei presentatori di valorizzarla davvero.

Altro premio importante e ben descritto, essendoci sul palco Enzo De Caro è andato alla famiglia Parisi, famiglia affidataria di cani guida, un compito, una missione degna di ogni medaglia, è grazie a questi eroi che nel mondo siamo tuti uguali e con meno disagi.

E poi… Il premio a Nicola Zingaretti, e qui taccio perchè non voglio parlare di polica, ma se di non vedenti parliamo, passatemi la battuta e non me ne volete, lui è dotato di una sfortuna maggiore… perchè fa parte di quel gruppo di persone che pur avendo la fortuna di vedere, fanno finta di non guardare.

Premiato anche Gianluigi Toigo Capitano gruppo Sportivo Non Vedenti Trento altro eroe che permette a tutti di avere una possibilità nella vita. Tirando le somme…

Bellissima serata, non me ne voglia Claudia Andreatti, ma sono dell’idea che per presentare simili manifestazioni non serva tanto l’altezza o la fascia di Miss Italia, quanto un cuore tanto grande da rendere suoi i problemi degli altri senza sminuirli per apparire in primo piano con un vestito dallo spacco vertiginoso. Serve competenza e conoscenza di quel mondo, serve sapere e mettersi nei panni di chi non può vederti, ma può ascoltarti e si sa.. ascoltare rende l’immaginazione libera per navigare nuovi mondi al di là dei colori o delle forme, al di la delle salite e delle discese.. Serve esserci per far si che tutti noi possiamo fare le stesse cose senza distinguerci l’uno dall’altro.