Dopo le polemiche e le accuse nei suoi confronti da parte di animalisti adirati che avevano tappezzato la sua città di manifesti, Ligabue è dovuto correre ai ripari. Ha infatti pubblicato una lettera aperta su Facebook in cui in pratica chiede scusa. L’episodio fa riferimento al video della canzone Siamo chi siamo nel quale lo si vede per alcuni secondi indossare una pelliccia. Gli animalisti si sono scatenati chiedendogli perché indossare pelle di animali massacrati. Spiega Ligabue che per quel video aveva chiesto ai costumisti di dargli gli abiti più buffi e stravaganti: “E così per la prima volta in vita mia ho indossato boa di struzzo, salopette, giacche fluorescenti, cappelli, occhiali colorati anni sessanta e, per l’appunto, un pellicciotto”. Un video, spiega, giocoso e divertente che è piaciuto a molti. Poi le scuse: “Penso che se qualcuno avesse mai la malsana idea di comprare un pellicciotto, vedendo quanto ridicolo risulti addosso a me, se ne guarderebbe bene dal farlo. Detto questo per lo stesso motivo per cui non ne ho mai indossato uno in passato (se non per il gioco di questo video) è evidente che non lo farò mai in futuro. Non fosse altro perché il mio (eventuale) cattivo gusto non arriva a tanto”. In fondo alla lettera interviene poi il suo manager che dice che Ligabue, contrariamente ha quanto insinuato da qualcuno, non ha nessun contratto commerciale o di sponsorizzazione con alcuno stilista. Caso chiuso?



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