Martedì 18 febbraio 2014 torna il Festival di Sanremo, la più grande kermesse canora della storia d’Italia, condotta, anche quest’anno, dal duo Fabio Fazio – Luciana Littizzetto. Uno dei concorrenti più famosi e apprezzati dal pubblico non solo italiano (nonché un autore che a Sanremo torna spesso) è senza dubbio Raphael Gualazzi. Il cantautore e pianista di Urbino ha infatti già partecipato alle edizioni 2011 (conquistando il primo posto nella sezione giovani) e 2013, posizionandosi in questa occasione quinto con il brano “Sai (ci basta un sogno)”. Quest’anno Raphael Gualazzi presenta due brani intitolati “Tanto ci sei” e “Liberi o no”, che canterà insieme a The Bloody Beetroots. Sulla sua prossima partecipazione al Festival, Gualazzi ha dichiarato: “Sanremo è un evento bellissimo anche per la possibilità che dà a noi giovani di portare sul palco nuovi progetti. Quindi anche io, che ho la fortuna di poter partecipare anche quest’anno, ho pensato di portare questa nuova lettura della mia musica attraverso il lavoro di The Bloody Beetroots e di tutto quel che è nato dalla fusione dei nostri linguaggi musicali”. Sullo stile completamente nuovo che hanno le due canzoni presentate da Gualazzi per questa edizione del Festival, il cantautore afferma di aver sempre amato mettersi in discussione e sperimentare nuovi temi e nuovi stili musicali: “Mi sono prevalentemente occupato, nella mia carriera artistica, di musica acustica. Non ho mai affrontato il campo elettronico. Ho usato – spiega ancora Raphael Gualazzi – strumenti specifici di questo tipo di musica negli scorsi lavori, ma non ho mai affrontato davvero la musica elettronica. L’incontro con The Bloody Beetroots è stato molto piacevole e, in questo senso, molto utile. Ho avuto modo di apprezzare molti dei loro lavori: non per ultimo, quello nato dalla collaborazione con Paul McCartney. Per questo devo dire di essere molto felice per come sono stati composti i brani che presenterò nelle serate di Sanremo”. E se le canzoni hanno una struttura e un ritmo diverso rispetto a quelle cantate e suonate fino a ora da Raphael Gualazzi, diverso dovrà essere, per forza di cose, anche lo stile della performance, ovvero la scenografia che li accompagnerà nel corso dell’esibizione. Su questo punto, Raphael Gualazzi non ha molto da dire, nel senso che nulla è ancora deciso: “Non so ancora come ci esibiremo. Fino a ora ero abituato a sedermi davanti a un pianoforte e cantare. Sarà sicuramente diverso. Dal punto di vista del suono, però, mi sento di dire che le prove che abbiamo fatto in questi giorni sono andate molto bene ed io sono molto soddisfatto. E non importa che fino ad ora abbiamo provato e suonato in un capannone, la cui acustica non è, per ovvi motivi, all’altezza. Ma penso che se già in queste condizioni il suono mi piace, figuriamoci come deve andare in un teatro come l’Ariston, la cui acustica è perfetta”. Nella sezione Giovani è presente un amico molto stretto di Raphael Gualazzi, ed è Filippo Graziani: “Sono molto felice che ci sia anche lui in questa edizione. Noi siamo cresciuti insieme: i nostri padri hanno suonato insieme in una band verso la metà degli anni ’60. Siamo molto amici e non vedo l’ora di incontrarlo”.



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