Dunque, un’ennesima canzone d’amore dell’ottima Antonella Ruggiero. Questa volta una lei, molto pacata, ci descrive come la presbiopia sentimentale possa avere delle ricadute positive sull’umore. Il titolo, Da lontano, ci prepara all’argomento filosofico dello sdoppiamento tra spazio e tempo in una storia d’amore andata male. Dopo la rottura allontanarsi, sia fisicamente sia emotivamente, giova alla salute.



Non ho mai saputo quali siano le necessità compositive di una canzone, se le parole sono adattate alla musica, o viceversa. A me sembra che a volte qualche avverbio, o un aggettivo, siano aggiunti con leggerezza, e una spiegazione plausibile potrebbe essere il riempimento di un vuoto. Ad esempio, l’incipit (Capita spesso anche a me) contiene un anche di troppo. Questo anche potrebbe essere lì per rivelarci che la signora si sta confrontando con qualcuno che ha il suo stesso problema (rovistare tra i ricordi), che quindi sta condividendo un punto di vista con un ipotetico ascoltatore (il pubblico?). Altrimenti si può pensare a una funzione riempitiva, la frase suonava male senza, troppe note e poche parole.

Comunque, è bello ricevere barlumi di speranza da chi, evidentemente, ha avuto un certo numero di brutte esperienze. Dimenticare si può. Non bisogna aspettare la Primavera per fare pulizia, basta selezionare i ricordi molesti e puf! eliminando questi anche il dolore se ne va. La signora non ci indica dove sia questo interruttore On-Off però dobbiamo darle credito e, con un po’ di pazienza, ci rivela l’arcano. Grazie alla forzata solitudine dovuta alla nuova situazione (Spettatrice attonita solitaria …) ecco dischiudersi la Verità: da lontano tutto è più limpido/da lontano nulla pesa più. Ecco che si fa strada la teoria della presbiopia, il che ci dà un’indicazione anche sull’età della signora dal momento che questo disturbo colpisce gli esseri umani più o meno dai quaranta in su. Finalmente ci si capisce qualcosa, il potere del distacco supera le nostre deficienze di esseri caduchi che si arrabattano, che ottusamente commettono sempre lo stesso errore scegliendo la persona sbagliata con cui condividere la propria esistenza. Non solo: nulla pesa più sfida anche le leggi della fisica e Newton forse avrebbe qualcosa da ridire, ma in momenti epifanici come questo meglio non essere micragnosi. E non finisce qui. Con uno slancio meteorologico, la signora ci promette bel tempo (?Il sereno si intravede già/I temporali si allontanano ) e Dio solo sa se dopo le alluvioni di quest’inverno non ne abbiamo bisogno. Però, per evitare di essere troppo melensi anche in un’occasione come il Festival di Sanremo, ecco qualche nota negativa, qualche parola che rende ai nostri occhi questa signora un essere umano e non un avatar. Capita spesso che ci sia /Chi ha un tesoro e?/Lo perde in un giorno/?Capita che la nostalgia/?Rompa gli argini?/Che frenano il pianto.

Quello che aspettavamo per entrare in empatia definitiva con la signora, i segni della perdita che supera la capacità di ripresa, una nostalgia prorompente che vince ogni freno al pianto liberatore. Sono colpita dalle similitudini con la situazione geologica del nostro Paese, dove ogni giorno c’è un argine che viene sbriciolato dalla violenza della natura, e dall’incapacità dell’uomo di fare le cose per bene. Ma non credo che la signora avesse in mente questo intento di denuncia sociale, mettendoci al corrente delle sue vicissitudini. Piuttosto, in questo passaggio rinforza la giustezza dell’allontanamento delineata all’inizio, rincarando la dose. Non solo è meglio da lontano, ma anche dall’alto: Ma dall’altopiano?/Stento a crederci che/?Da lontano tutto è nitido/Da lontano in un attimo?/Il sereno si intravede già/I temporali si allontanano. Quello che inizialmente potrebbe essere scambiato per delirio di onnipotenza per questa smania di assurgere all’alto dei cieli, viene subito bilanciato da un atto di umiltà (stento a crederci). Eh no, signora mia, dopo tutta questa fatica fatta per averla seguita, bagnata dai temporali, asciugata dal sole improvviso, superando gli argini rotti da una nostalgia di cui avrei fatto anche a meno, perché lei aveva voglia di rovistare nel passato, io che sono anche astigmatica e non presbite come minimo mi sarei aspettata un’indicazione più precisa, un aiutino, un segno di complicità femminile, perché io adesso questo altopiano dove lo trovo?