È stato sin troppo facile per qualche commentatore affermare che a Sanremo 2014 è in arrivo una forte Perturbazione. Pur non molto noti, i Perturbazione sono in attività ormai da venticinque anni con il loro rock, tanto da aver già pubblicato sette album che ne hanno fatto un gruppo di nicchia, con un pubblico fedele che li segue da sempre. La band si è formata nel 1988, a Rivoli, un popoloso centro alle porte di Torino, su impulso di Tommaso Cerasuolo, il frontman. Il primo brano ufficialmente prodotto è arrivato nel 1992, con il titolo di “Violet”, mentre il primo lavoro in studio è giunto sei anni dopo, quel “Waiting to happen” interamente cantato in lingua inglese. 



È invece del 2002 “In circolo”, quello che viene considerato il punto più alto della loro produzione, lavoro in studio poi inserito da Rolling Stone Italia tra i cento dischi italiani più belli di ogni epoca. Il successo dell’album è stato a scoppio ritardato, e l’album, prima rifiutato da alcune etichette e poi pubblicato da Santeria, ha avuto un inizio lento e poi una crescita costante che ha sensibilmente allargato la loro popolarità con il passare dei mesi. Dopo “In circolo”, sono quindi arrivati altri quattro album, “Canzoni allo specchio” (inciso nel 2005 con l’etichetta Mescal), “Pianissimo fortissimo” (con EMI, nel 2007), “Del nostro tempo rubato” (con Santeria, nel 2010), e “Musica X” (ancora con Mescal, nel 2013). Tutti contrassegnati da un livello qualitativo alto, anche se mai baciati dal grande successo che pure il gruppo avrebbe meritato. 



Oltre a Cerasuolo, fanno attualmente parte della band la violoncellista Elena Diana, il chitarrista Gigi Giancursi, il tastierista Cristiano Lo Mele, il fratello Rossano Antonio, che suona la batteria e Alex Baracco, bassista. Il senso della loro partecipazione a Sanremo, in un ambiente abbastanza sorprendente per il target abituale cui è abituata la band, è stato spiegato proprio da Tommaso Cerasuolo, in una lunga intervista rilasciata prima della gara. Nel corso della quale, il frontman ha affermato che tra i motivi principali c’è proprio quello di sfruttare la ribalta ligure per allargare la propria popolarità.



Proprio la loro relativa novità, potrebbe essere un vantaggio sulle tavole del teatro Ariston, soprattutto se il pubblico aderirà alle aspettative di Cerasuolo, giudicando senza pregiudizi. Sperando che non succeda quando già visto nel corso del 2010, quando proprio Sanremo aveva scartato il gruppo in quanto troppo rock, imitato dal Club Tenco che aveva invece motivato il suo rifiuto in quanto i Perturbazione sarebbero stati troppo pop. Nel corso della stessa intervista, Cerasuolo ha voluto puntualizzare un punto che probabilmente sarà sollevato dalla loro partecipazione, quell’accusa di tradimento che di solito aleggia sui gruppi e sugli artisti provenienti da una scena alternativa, come è successo ad esempio a Frankie hi-NRG MC. A tal proposito il leader dei Perturbazione ha voluto ricordare come il gruppo non soffra di snobismo e che pur non amandoli eccessivamente, non avrebbe difficoltà a portare la sua proposta in uno dei talent show che sono ormai dominanti in Italia.

Anche la loro produzione è stata oggetto dell’intervista rilasciata, con particolare riferimento alla malinconia che permea i primi lavori del gruppo e che sembra invece aver lasciato il posto a una maggiore solarità nell’ultimo album. Infine una curiosità, riguardante proprio uno dei pezzi di “Musica X”, “Togliete quei pupazzi” idioti dai balconi, con il quale i Perturbazione hanno voluto stigmatizzare l’uso dei Babbi Natale scalanti sui terrazzi delle abitazioni, ritenuti orribili dai componenti della band, una sorta di campagna a favore del bello. Anche se lo stesso Cerasuolo ha voluto stemperare l’ottimismo provocato dalla scomparsa di molti dei pupazzi incriminati nel corso delle festività, ricordando che purtroppo il percorso verso un mondo più bello è destinato a rimanere una gara ad ostacoli e che qualcuno, presto, riuscirà a realizzare qualcosa di altrettanto orribile. A Sanremo presenteranno i brani “L’Unica” e “L’Italia vista dal bar”.