Finisce la seconda serata di Sanremo 2014 ed arrivano le prime valutazioni: massimo dei voti ai due ospiti della serata, Franca Valeri e Claudio Baglioni. La prima, elegantissima in rosso, ci ha regalato un monologo della “Sora Cecioni”, dimostrando ancora una volta, a 94 anni, la sua intramontabile ironia. Un bel “10” anche a Baglioni, che ieri ha riproposto i successi che sono stati colonna sonora di molte generazioni. La voce ancora regge e, nonostante qualche segno del tempo, il suo timbro inconfondibile e amato ancora c’è. Voti invece bassi per Pif, il “finto imbranato” che con il suo prologo non ha mai veramente brillato o fatto particolarmente divertire: siamo quindi ancora in attesa del vero Pierfrancesco Diliberto. Un altro 4 va a Renzo Rubino, tra le Nuove proposte nella scorsa edizione del Festival (quando ha conquistato anche il Premio della critica), ma apparentemente sottotono quest’anno. Ha presentato due pezzi molto diversi, una riflessione esistenziale e una canzone d’amore l’altra: da riascoltare soprattutto “Ora”.
Le pagelle di Sanremo 2014 tornano con i giudizi di in cui il Festival, nella musica e nelle note, è stato messo sotto la lente. Stasera oltre a Pif, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto è la volta dei giovani di essere messi al vaglio della nostra critica. Tra i big, Francesco Renga, Giuliano Palma, Noemi, Renzo Rubino, Ron, Riccardo Sinigallia e Francesco Sarcina. Come se la caveranno? Ecco le pagelle di Sanremo 2014, seconda serata.
Lo spettacolo – Il prologo di Pif – Pif prosegue il suo viaggio tra le pieghe del Festival facendo il finto imbranato (una delle sue cifre stilistiche) e ci fa rivedere quel che abbiamo già visto con qualche, minima spigolatura quasi divertente. Aspettiamo ancora che Pierfrancesco Diliberto ci faccia divertire, veramente. – I 60 anni della Rai – Come annunciato la Rai celebra i 60 della tv ripercorrendo la sua storia attraverso storici personaggi e trasmissioni. La serata si apre con le immagini del maestro Manzi che ha insegnato l’italiano dagli schermi della neonata televisione italiana contribuendo all’unione linguistica del Paese. Claudio Santamaria legge, e bene, una magnifica lettera di Alberto Manzi dalla straordinaria attualità etica. L’attore veste i panni del celebre maestro della tv in una fiction prodotta dalla Rai e che tra breve andrà in onda. – Le gemelle Kessler – L’omaggio della Rai che fu continua con le gemelle per antonomasia del sabato sera, le Kessler, al Festival per la prima volta. Ci hanno regalato uno dei loro stacchetti in perfetto stile Kessler, tutte di paillettes vestite, ballano (un pochetto rigidine) alla faccia dei quasi 80 anni. Tra i “presenter” della serata Armin Zoeggeler star dello slittino con un medagliere da urlo, che ha chiuso la carriera a Sochi con un bronzo. Guadagna il palcoscenico con l’ultimo medaglione conquistato accolto da un vero boato entusiastico della platea dell’Ariston. – Le pagelle di Francesco Renga: A un isolato da te / Vivendo adesso VOTO 8 Quarantasei anni splendidamente portati, barbone e di nuovo con i capelli arruffati… Una gioia per gli occhi delle femmine, indubbiamente. Canta e come canta, sempre bene, disinvolto chiede acqua e caramella per contrastare l’arsura da fifa… La musicalità alla Elisa, è lei l’autrice, la veste bene e “Vivendo adesso” è il brano sicuramente più centrato. Nel ’91, a 20 anni, la prima volta a Sanremo dove torna per la settima volta. Sanremo 14 di Renga coincide con “un nuovo inizio” della sua carriera: sta, infatti, per uscire il suo nuovo album di inediti con una nuova casa discografica. Un disco moderno, come precisa lo stesso Renga, “strettamente legato al tempo che stiamo vivendo” in cui si cimenta “in inediti territori vocali, registri e timbri”. Ricordiamo che uno dei modelli di riferimento di Renga è stato il cantante degli Area, Demetrio Statos. Passa il turno Vivendo adesso.
Le pagelle di Giuliano Palma: Così lontano / Un bacio crudele VOTO 7 Sembra di sentire cantare Nina Zilli con la voce un po’ roca… Con quell’atmosfera che fa il verso ai ’50 e godibile sicuramente. Bella presenza scenica citando Blues Brothers, occhiali compresi. A noi è piaciuta di più Un bacio crudele, rock ballabilissimo. Si è detto “Emozionatissimo”, alla vigilia della sua performance, arriva a Sanremo all’insegna del cambiamento rimettendosi in gioco nuovamente. Dopo il duetto, sempre all’Ariston nel 2012, con Nina Zilli di cui era supporter oggi da solista interpreta un brano di cui è autrice proprio la Zilli (Così lontano). Dopo oltre una decina d’anni di onorata carriera con i Casino Royale, Palma cambia rotta dando vita ai Bluebeaters, live band con i quali produce buona musica e di successo, anche discografica. Molte le sue collaborazioni con artisti del calibro di Gino Paoli, Caro Emerald, Club Dogo e con l’inedita Giuliano Palma Orchestra cura, nel 2013, la parte musicale del Zelig Circus. Energia e origininalità nella sua musica in si fondono rock, funk, raggae e R&B. Canzone finalista Così lontano, peccato.
Le pagelle di Noemi:Un uomo è un albero / Bagnati dal sole VOTO 8 Look stravagante da “guerre stellari” con un nuovo rosso della capigliatura meno feroce degli ultimi sfoggiati. Attacco sbagliato non per colpa sua, ma del direttore d’orchestra. Recupera alla grande e fa centro con entrambe i pezzi. Le canzoni ,che la stessa Noemi definisce “poco sanremesi”, sono un mix di elettronica e sonorità da grande orchestra, Un uomo è un albero, mentre l’elettronica domina in Bagnati dal sole. Le parti del coro, veramente belle, sono state arrangiate dalla stessa Noemi. Al secolo Veronica Scopelliti ha avuto una carriera folgorante non appena lascia la casa dorata di XFactor. Voce dalla particolare timbrica, a tratti ruvida, riconoscibile si è imposta anche per le non comuni doti interpretative. Tra i suoi successi il tormentone di “Briciole” dell’estate 2009 e il magnifico duetto con Fiorella Mannoia ne “L’amore si odia”. Hanno scritto per lei Vasco Rossi e Gaetano Currieri, Federico Zampaglione e Diego Mancino nonché Pacifico. Il numero dei suoi concerti non si conta più . Dei brani di questo Festival è coautrice dei testi come della musica. Passa il turno Bagnati dal sole.
Con l’intramontabile taglio Vergottini, elegantissima in rosso, ci regala un monologo della Signorina Cecioni e prende di mira la Littizzetto che entra in scena con la sua Signorina piemontese “…Mollica va via come il pane…sono al supermercato al banco dei surgelati che provo a scambiare Fazio…”. E‘ Franca Valeri, 94 anni, ha fatto la storia della tv italiana colonna portante, com’è stata, del varietà televisivo a iniziare dagli anni ’60 magistralmente diretti da Antonello Falqui. Show nei quali sono nati alcuni dei suoi immortali, irresistibili personaggi come la Signorina Cecioni, appunto. Ironica come nessuna senza mai essere volgare, acuta osservatrice della società di cui ha messo alla berlina, con feroce sarcasmo, i vizi e la volgarità, è un’artista a tutto tondo: attrice, di enorme talento, sceneggiatrice, scrittrice, regista di teatro e di teatro musicale. Franca Valeri è un vero monumento vivente dello Spettacolo italiano, personalità che ha ispirato diverse generazioni di attori.Le pagelle di Renzo Rubino: Ora / Per sempre e poi basta VOTO 4 Ma questo ragazzo è nato vecchio! E poi si decida dove vuole andare, musicalmente parlando. E la voce, la dov’è? Non ce ne abbiamo già abbastanza di mezzi cantanti? Nella scorsa edizione del Festival era nelle Nuove proposte e ha conquistato il Premio della critica sorprendendo per il pop lirico e per i contenuti della sua canzone con cui ha raccontato una passione omosessuale. Dopo un anno, si dice, ricco professionalmente parlando, eccolo a giocarsi la carta da big. Non disdegna le modalità della tradizione belcantistica che corrompe con la musicalità contemporanea. Due pezzi molto diversi: una riflessione esistenziale e una canzone d’amore l’altra. Riascolteremo Ora.
Le pagelle Ron: Un abbraccio unico / Sing In The Rain VOTO 8 E’ Ron, lo abbiamo ritrovato, e in grande forma ci regala bella musica, bei testi, un po’ di sano romanticismo. Assente da Sanremo dal 2006, torna all’Ariston con lo scopo dichiarato, senza alibi e con grande sincerità, di far sapere che c’è un suo nuovo disco. E allora quale miglior vetrina se non quella di Sanremo? Due brani molto diversi, una ballata e un pezzo ritmico dagli accenti folk. Rosalino Cellamare, 61 anni (ma glieli dareste mai?) una carriera sconfinata, 44 anni di musica, con successi incredibili: si può dimenticare “Il gigante e la bambina” o “Una città per cantare” oppure “Il mondo avrà una grande anima” e ”Vorrei incontrarti fra cent’anni”? Che dire, poi, di altre pietre miliari della storia della canzone italiana nate dalla collaborazione di Ron con Lucio Dalla, “Piazza Grande” e “Attenti al lupo”, e Gianni Morandi, “Occhi di ragazza”… E l’elenco potrebbe continuare a lungo. Va alla finale Sing In The Rain.
Claudio Baglioni, super ospite musicale della serata, viene introdotto da Fazio con enfasi, troppa, continuando a trasferire sul palcoscenico dell’Ariston gli ospiti del suo salotto televisivo in un costante “conflitto di interesse”. Dunque il nostro Claudione, in total black come sempre (giacca veramente brutta), fa la sua cavalcata tra i successi che sono stati colonna sonora di molte generazioni. La voce ancora regge, quel timbro inconfondibile e amato ancora c’è; non mancano le sgranature, ma le parti vocali che ha scritto non sono certo facili e spesso impervie per chiunque. Ma vogliamo il nuovo, basta con il passato. Baglioni fa la sua tirata complimentosa a favore di Fazio e “giustifica” la sua assenza dal Festival manifestazione per la quale, dice, ci si sente sempre “sempre inadeguati”. Ovviamente non è un caso che ricordi la partenza del suo nuovo tour, nell’ambito un lunga dissertazione sulla bellezza, il valore dell’onestà, la gioia di fare la musica e chiude con “Con voi”, dal suo ultimo disco, che non ci fa gridare al miracolo. Alla prossima. – per la carriera.
Le pagelle di Riccardo Sinigallia: Prima di andare via / Un rigerazione VOTO 7 Belle sonorità, morbide, e arrangiamenti ben costruiti con le chitarre, acustiche ed elettriche in primo piano. Stilisticamente riconducibile direttamente ai Tiromancino (anche la voce che non ci fa propriamente impazzire), ma il tutto risulta assai gradevole. Romano, 43 anni, è per la prima volta a Sanremo. Musicista di lungo corso, anche produttore e autore con diversi successi messi a segno, appartiene a pieno titolo a quella che viene indicata come la “nuova scuola romana” di cui fanno parte Niccolò Fabi e Max Gazzè con i quali ha collaborato più volte. La musica la vive anche dietro la macchina da presa realizzando videoclip. I brani sono stati scritti “a quattro mani” da Sinigallia e Filippo Gatti e sono canzoni, come dice l’artista, “italiane con sonorità contemporanee nel rispetto della tradizione italiana”. Passa il turno Prima di andare via.
Le pagelle di Francesco Sàrcina: Nel tuo sorriso / In questa città VOTO 6 Inizio in salita e poi via con le note alte, il suo territorio naturale. I brani ricalcano lo schema collaudato del suo repertorio, nulla di nuovo. Ci poteva dare di più. Frontman carismatico de Le Vibrazioni, oggi in veste solistica porta al Festival il rock dalle sfumature pop nel solco tracciato proprio dal suo gruppo che, per ora, è fermo. Unico il suo modo di cantare e di donarsi al pubblico. Arriva a Sanremo sull’onda del grande successo di “Tutta la notte”, nel top 30 dell’estate 2013 delle radio con il suo videoclip che risulta essere tra i più programmati dalle tv musicali, ed è ancora ai vertici delle hit con un altro singolo,”Odio le stelle”. Va in finale con Nel tuo sorriso.
Continua la sfilata dei “presenter” (inutili). “L’hanno montata come i mobili dell’Ikea” dice la Littizzetto quando la Veronica Angeloni, veramente di un’altezza imbarazzante, arriva sul palcoscenico. E’ la super bella della nostrana pallavolo, fortissima schiacciatrice, che ha posato da pin up, ma non si prende troppo sul serio. E ancora Clemente Russo, mascella scolpita, voce roca e simpatia genetica, è il campione del mondo dei pesi massimi. Il super ospite straniero. -Rufus Wainwright ha presentato due brani, uno suo”Cigarette and Chocolate Milk”, e poi “Across The Universe” meraviglia della musica che si deve ai Beatles. Con disarmante naturalezza, e semplicità, ha raccontato di quanto sia stato difficile essere completamente se stesso per vivere alla luce del giorno la sua omosessualità. A parte la simpatia per il personaggio, possiamo dire che il suo modo di cantare, la qualità della voce, non ci è parsa proprio eccezionale? Americano dell’hinterland newyorkese, figlio d’arte, i suoi genitori sono cantanti folk, è un pianista talentuoso e chitarrista e ha iniziato la sua carriera con la gavetta nei club di Montreal, la città canadese dove ha vissuto a lungo. Nei concerti spesso si accompagna al piano regalando al pubblico le sue interpretazioni più emozionanti. Wainwright è appassionato di lirica (di Verdi in particolare) e lo si sente nelle sue canzoni che hanno sempre arrangiamenti complessi che hanno portato a definire la sua musica “Popera” e anche “Baroque pop”. Qualche curiosità: nel 2012 sposa a New York il suo compagno, Jorn Weisbrodt; ha una figlia, Viva, avuta dalla relazione con Lorca Cohen, la figlia di Leonard Cohen (poeta, scrittore, compositore tra i più influenti della storia della musica mondiale). Le pagelle di DIODATO:“Babilonia” VOTO 7 Ma quante ne abbiamo sentite già di canzoni così e di voci così? Tante, troppe. Ma il ragazzo ha grinta, non canta male e sa stare sul palcoscenico. La canzone funziona. Studi di violino e gavetta “vecchio stile” iniziando a suonare nelle cantine passando dai locali ecc. percorso indipendente che lo porta anche a scrivere per il cinema: sua la colonna sonora di “anni felici” di Daniele Luchetti.
Le pagelle di FILIPPO GRAZIANI: “Le cose belle” VOTO 8 Ma perché il figlio di De Andrè è tra i big e lui no? Copia conforme per copia conforme… Anche se Graziani canta veramente e bene. Il brano funziona alla grande. Figlio d’arte, suo padre è il compianto Ivan -grande personalità della nostra musica interprete e autore di assoluta originalità-, non è certo un artista agli esordi: con il fratello Tommy, navigato batterista, ha suonato in club e locali di tutta Italia per poi collaborare con grandi nomi della scena musicale italiana (Zero, Vibrazioni, Morgan, Negramaro, Gazzè, Fabi). Dopo la prarentesi professionale americana torna a casa e con l’album “Filippo canta Ivan Graziani live” nel 2011 è nella cinquina di finalisti del Premio Tenco come miglior interprete. Nella sua musica si ritrovano contaminazioni del folk elettronica nordamericano.
Le pagelle di BIANCA (Area Sanremo): “Saprai” VOTO 6 Forme morbidose, vestito inguardabile, voce calda che vira allo scuro del soul, buona intonazione e una canzone banale. Peccato. All’anagrafe Emma Fuggetta (perché ha cambiato il nome?), 21 anni, inizia la sua avventura musicale a 14 anni iniziando a studiare canto jazz.
Le pagelle di ZIBBA: “Senza di te” VOTO 9 Ci piace la sua canzone, orecchiabile senza essere banale anche per i testi efficaci. Arrangiamento raffinato dai molteplici piani sonori. E’ considerato personalità tra le più interessanti del cosiddetto nuovo cantautorato italiano. Roots rock, sfumature jazz, ritmi in levare connotano la sua musica dai temi pulp a volte e bukowskiane altre. Nel 2012 viene premiato con la prestigiosa Targa Tenco per “Come il suono dei passi sulla neve” suo quarto album e nello stesso anno conquista anche il premio IML come artista più trasmesso dalle radio. Con Tiziano Ferro, nel dicembre 2013, firma la canzone “La vita e la felicità” che porta alla vittoria di XFactor Michele Bravi.
Finalmente è finita -Notte fonda, la serata volge (speriamo) al termine con Fazio che si ripresenta in vestaglia (un guizzo di genio). Cala la ghigliottina sulle Nuove proposte e così cadono le teste di Bianca e Filippo Graziani. I primi due finalisti sono Diodato e Zibba. Ma tutte le Nuove proposte saranno ripresentate tutte e otto nella finalissima di sabato sera. Amen.