C’è anche The Niro nella lista delle Nuove Proposte di Sanremo 2014. Nato a Roma nell’ottobre 1978 come Davide Combusti, The Niro è un cantautore figlio d’arte, avendo come padre Giordano, militante di gruppi come “I Centauri” e “La Somma” in qualità di batterista. Sin da piccolo, di conseguenza, Davide ha iniziato a dilettarsi in qualità di percussionista e a coltivare la sua passione per la musica, spinto da un ambiente familiare ideale. Nel corso degli anni ’90 ha iniziato la sua collaborazione con diverse realtà della scena musicale romana, cominciando anche a coltivare le sue doti vocali e raffinando la sua conoscenza di una lunga serie di strumenti, tra i quali la chitarra e il basso.



Il suo percorso musicale è stato notevolmente accelerato nel 2002 dalla nascita di The Niro, un gruppo con il quale ha iniziato una lunga serie di esibizioni dal vivo, prima nei locali capitolini e poi allargando il tiro al resto della penisola, con alcune proficue puntate all’estero. Una volta terminata l’esperienza, con lo scioglimento del gruppo, Davide Combusti ha quindi deciso di tenersi il nome The Niro, usandolo per la sua carriera di solista proprio per la discreta fama che la band era riuscita ad acquisire in questo periodo.



Altra data fondamentale nella sua carriera è il 2007, quando aprendo un concerto di Carmen Consoli a Londra, The Niro è stato notato da un talent scout della etichetta Universal. Messo sotto contratto addirittura nel catalogo internazionale della major, l’artista romano ha quindi pubblicato un lavoro in studio, l’EP “Ordinary Man”, al quale ha fatto seguire pochi mesi dopo il lavoro d’esordio, con il suo nome d’arte come titolo. Si tratta di un album composto da tredici tracce, tutte in lingua inglese, con un sigillo estremamente prestigioso, la cover disegnata da Mark Kostabi, già autore delle copertine di pezzi da novanta della scena internazionale come Gun’s Roses (“Use Your Illusion”) e Ramones (“Adios Amigos!”). 



In questo periodo, The Niro ha avuto la possibilità di condividere il palco con artisti e band del calibro di Deep Purple, Tom Hingley (Inspiral Carpets), Sondra Lerche, Badly Drawn Baby, Amy Winehouese e altri per poi essere chiamato a partecipare ai tributi per Belle and Sebastian ed Elliott Smith. Inoltre, sempre durante il 2007, ha fatto parte del progetto Anti Atlas, varato dal manager dei Radiohead, Chris Hufford, in collaborazione con Ned Bingham.

Il 2008 lo ha invece visto protagonista de “Il Donov, un tributo ai Diaframma, nell’ambito del quale ha cantato i brani “Io amo lei” e “Amsterdam”. Molto importante anche la partecipazione al tradizionale concerto organizzato dai sindacati a Piazza San Giovanni per le celebrazioni del Primo Maggio. Sempre nel 2008 è stato poi invitato a esibirsi a Losanna nell’ambito della Festa Europea della Musica.

Esperienze estremamente preziose che se da un lato testimoniano la sua popolarità, dall’altra gli hanno consentito di crescere ulteriormente a livello artistico; una crescita sfociata in “Best Wishes”, la sua seconda prova in studio, risalente al 2010. Il disco cantato ancora una volta in lingua inglese, è stato poi la base per un lungo tour che ha visto The Niro esibirsi anche nell’ambito del festival musicale Woodstock 5 Stelle, una manifestazione varata dal blog di Beppe Grillo.

Il 2010 lo ha visto anche protagonista di un brano per la pellicola “Tutto l’amore del mondo”, una commedia di Riccardo Grandi con Nicolas Vaporidis e Ana Caterina Morariu, dal titolo “It looks like rain”, un pezzo elaborato da Michele Braga. Infine, nel dicembre del 2013 ha realizzato la colonna sonora per il film “Mr. America” diretto da Leonardo Ferrari Carissimi.

Ora è chiamato sullo storico palco del Teatro Ariston, dove si esibirà con un pezzo, “1969”, finalmente in italiano. È stato lui stesso a spiegare il perché di questa scelta, nel corso di un concerto in coppia con il cantautore siciliano Cesare Basile, nel corso di Generazione XL, sul palco dell’Auditorium della Musica di Roma. Una scelta logica per una prova come quella della kermesse sanremese, che potrebbe consentirgli di allargare notevolmente la sua popolarità in vista dell’uscita del suo nuovo lavoro in studio, che si intitolerà proprio “1969”.