E’ finita anche la seconda serata del 64esimo festival della canzone Italiana di Sanremo ed è ora di tirare qualche somma su ciò che abbiamo visto. Intendo su ciò che uno spettacolo come il festival di Sanremo deve dare: emozioni. Bene, in questa serata di emozioni ne abbiamo vissute veramente molte, in vari momenti della serata, che tra l’altro è stata lunghissima. E’ tradizione, dirà qualcuno. Ma a volte il troppo è troppo. Comunque questo aspetto lo riprenderemo più avanti. 



Ritorniamo alle emozioni. Sopratutto quelle che non abbiamo visto nella prima serata, quella del 18 febbraio per intendersi. Quella dove tutto era iniziato come una tragedia. Nell’ordine: Grillo con il suo comizio. Il sipario che dopo mesi di prove decide di fermarsi nei primi 10 secondi di trasmissione, proprio nel momento in cui non doveva farlo. I due operai campani del Consorzio del bacino delle province di Napoli e Caserta, o presunti tali, che tentano un gesto disperato riuscendo ad eludere un servizio d’ordine da fare invidia ad un caveau di banca. E poi la noia, la noia e di nuovo la noia di uno spettacolo che non decolla. Insomma un vero disastro. E poi? Dal cilindro? Tac… il coniglio! Una serata quasi perfetta. E dico quasi perfetta perché, come al solito, i giovani arrivano sul palco dell’Ariston esattamente alle ore 00:17 con Diodati, apri pista della categoria. Vabbè, non entriamo in polemica e non infiliamo il dito nella solita piaga festivaliere: i biblici tempi ed i proibitivi orari a cui il fedele pubblico si sottopone anno dopo anno. Ma non divaghiamo e torniamo sul concetto con cui abbiamo iniziato. Le emozioni. 



Tante e qui nella sala stampa, quella degli addetti ai lavori, ne ho viste e vissute diverse. Le canzoni dei Campioni belle ed interessanti, proprio come dovrebbero essere in un Festival di rilievo come quello di Sanremo. Gente che canta allegramente con Claudio Baglioni, come fosse un concerto da stadio. Colleghi che ridono e piangono di gioia con Franca Valeri, attrice e sceneggiatrice di teatro e cinema – classe 1920 – che con la sua disarmante tenacia, impartisce una lezione di vita preziosa ed importante. E poi la più presente sui nostri visi ormai provati dalla lunga giornata di lavoro: la sorpresa. Quella di una serata inaspettata, vista la precedente. Ma che con speranza, non molta in verità, ci si attendeva. 00:50 finisce la serata. Per la cronaca, passano il turno nella categoria Giovani, Diodati con Babilonia e Zibba con Senza di Te, entrambi autori delle rispettive canzoni. Bene! Non resta che riposarci e prepararci per la terza serata. Sarà un bis? Non lo sappiamo. Ma per il momento questa non é la priorità. Resta però un dubbio amletico nella mente: ma… quanto avranno speso i due operai Campani per acquistare i biglietti del Festival? Ma sopratutto… era meglio esserci o non esserci?

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