La 64esima edizione del Festival di Sanremo si è conclusa con la vittoria di Arisa con la sua “Controvento”. La cantante ha vinto con il 58% di voti televoto e il 42% della giuria (totale 50%), lasciandosi alle spalle Raphael Gualazzi (con il 26%) e Renzo Rubino (con il 24%). L’ultimo Prefestival di Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, non brilla di grandi novità e il Testimone si deve accontentare di un 5. La scenetta che apre la serata del Festival ha un che di surreale: Terence Hill, nei panni di Don Matteo, sposa Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Ma il matrimonio è solo da 5. Il primo artista a salire sul palco è Giuliano Palma con “Così lontano”. La sua canzone ha conquistato la radio e lui si presenta senza occhiali: sufficienza piena. Noemi ha fatto impazzire Twitter con i suoi look e la sua ultima esibizione di “Bagnati dal sole” è da 7. Ron è arrivato ultimo nella classifica finale dei Campioni. Anche per lui e la sua “Sing in the rain” un bel 7. La vincitrice del Festival, Arisa, è molto elegante e sicura di sé – non si scompone nemmeno un po’ quando viene annunciato il suo trinfo – per lei un 8 pieno. Francesco Sarcina non è più leader delle Vibrazioni, ma lo stile non sembra molto cambiato: voto 6. I Perturbazioni sembravano grandi favoriti di questa edizione di Sanremo, invece sono arrivati sesti: un bel 5 per loro. Nell’ultima serata Giusy Ferreri indossa un vestito che le dona, ma il brano “Ti porto a cena con me” continua a non convincere del tutto: 6 per lei. Sembrava il grande favorito – primo nella classifica provvisoria della terza serata – invece Francesco Renga è arrivato quarto: bello e bravo (e bella la canzone), si merita un 9. Maurizio Crozza sale sul palco e parla dell’Italia in perenne “oscillazione tra grande bellezza e l’enorme disastro…”. Conclude con l’imitazione di Renzi: 9 pieno per il comico genovese. Ligabue torna sul palco dell’Ariston, dopo la prima serata, e la sua esibizione è da 10. Renzo Rubino, terzo classificato, si merita solo un 6, mentre Antonella Ruggero – penultima nella classifica – ha il suo stile inconfondibile da 10. Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots si meritano un 8, anche se nessuno ha capito la scelta della maschera. Cristiano De André si merita un 7 e si aggiudica anche il Premio Mia Martini, Sezione campioni e il Premio Miglior testo “Sergio Bardotti” per “Invisibili”. Frankie Hi-Nrg Mc – ultimo nella classifica provvisoria – arriva 8: la sua rimonta si merita un 8. Voti altissimi per gli ospiti Claudia Cardinale – 10 – e per Stromae, che si becca un bel 9.
Le pagelle di Sanremo 2014 arrivano alla serata finale, e dopo aver socperto il vincitore di Sanremo Giovani (clicca qui) ora è il momento di arrivare al risultato che conta, quale sarà la canzone, il cantante a trionfare nella 64ma edizione del Festival di Sanremo. Maria Elisa Buccella ci accompagna per questa finale, nell’ultima serata, attraverso i commenti allo spettacolo, alla musica e alle emozioni di questo appuntamento finale con la kermesse della canzone più importante del Bel Paese. Dopo le pagelle di Sanremo 2014 della prima serata (clicca qui per leggere i voti), della seconda (clicca qui) e della terza serata (clicca qui) dei duetti – con tanto di cantante escluso – (clicca qui) siamo ormai all’epilogo. Anzi, al prologo di Pif. E adesso spazio alla musica, la finale di Sanremo 2014 (clicca qui per la diretta) sta per cominciare…
Il prologo di Pif (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE) – Pierfrancesco Diliberto torna a trovare la cittadina più anziana di Sanremo, 105 anni portati alla grande, che con tailleur d’ordinanza e filo di perle al collo, senza farsi mancare un’ombra di rossetto e po’ di fard sulle guance, ci regala qualche battuta spiazzante, simpaticissima: “Le Kessler? Ma ci sono ancora?… Ma Pif, che nome è?…”. E anche Pierfrancesco ride. Le mini inchieste, informali e nell’intenzione dissacranti (resta solo l’intenzione, però) si chiudono con un nugolo di glorie della canzone che intonano il “Sanromolo” e poi vai con la carrellata dei momenti salienti delle incursioni targate Pif. Noia mortale.
Lo spettacolo, il voto a Don Matteo (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE) Si va ad iniziare con Don Matteo, alias Terence Hill, al secolo Mario Girotti, che si fa lo scalone del palcoscenico con la bicicletta (figo però!) si versa una bottiglia d’acqua sul talare e poi convince, sfoderando la sua metà da cowboy, un Fazio reticente a sposare la Littizzetto ovviamente in bianco lungo con tanto di velo (bello) che lancia il bouquet che arriva in braccio alla Parietti in platea. Il tutto finisce con “…il velo che si sminchia…” verità secondo Luciana.Terence Hill, ieri il bellissimo pistolero dei spaghetti-western, veneziano di madre tedesca, inizia la sua carriera cinematografica nel lontano ’51. Seppur conosciuto per quel cinema a lungo ritenuto minore o meramente commerciale, -Girotti-Hill annovera nella sua biografia ruoli in film importanti a iniziare da “Il Gattopardo” di Visconti.
Giuliano Palma (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Così lontano Finalmente senza occhiali, ovviamente rilassato anche in virtù dei passaggi radiofonici che per lui vanno bene, voce roca, ci dà il meglio di sé. Con quell’atmosfera che fa il verso ai ’50, è una canzone godibile sicuramente. A noi era piaciuta di più Un bacio crudele. Si è detto “Emozionatissimo” alla vigilia dell’inizio del Festival dove è tornato dopo il duetto, sempre all’Ariston nel 2012, con Nina Zilli di cui era supporter da solista interpretando un brano di cui è autrice proprio la Zilli.
Noemi (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Bagnati dal sole In un abito normale e bello color bronzo dopo i look da “guerre stellari” fa anche troppo la disinvolta e, infatti, scivola male su qualche nota. Le canzoni, che la stessa Noemi definisce “poco sanremesi”, sono un mix di elettronica e sonorità da grande orchestra. Le parti del coro, veramente belle, sono state arrangiate dalla stessa Noemi. Al secolo Veronica Scopelliti ha avuto una carriera folgorante non appena lascia la casa dorata di XFactor. Voce dalla particolare timbrica, a tratti ruvida, riconoscibile.
Ron (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Sing In The Rain Sempre in grande forma e in grande forma ci regala bella musica, bei test e un pezzo ritmico dagli accenti folk molto gradevole. Assente da Sanremo dal 2006, torna all’Ariston con lo scopo dichiarato, senza alibi e con grande sincerità, di far sapere che c’è un suo nuovo disco. E allora quale miglior vetrina se non quella di Sanremo? Due brani molto diversi, una ballata e un. Rosalino Cellamare, 61 anni e una carriera sconfinata, 44 anni di musica, con successi incredibili: si può dimenticare “Il gigante e la bambina” o “Una città per cantare” oppure “Il mondo avrà una grande anima” e ”Vorrei incontrarti fra cent’anni”? Che dire, poi, di altre pietre miliari della storia della canzone italiana nate dalla collaborazione di Ron con Lucio Dalla, “Piazza Grande” e “Attenti al lupo”.
Arisa (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Controvento Il suo pezzo va alla grande nella radio, è nei primi cinque. Molto bella in un essenziale tubino nero. La voce meglio e l’insieme funziona per un nuovo addio sofferente descritto dai testi di Cristina Donà per Arisa al quarto Sanremo che la vede anche come autrice a tutto tondo.
Francesco Sàrcina (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Nel tuo sorriso Il brano ricalca lo schema collaudato del suo repertorio, nulla di nuovo. Ci poteva dare e ci può dare di più. E ci poteva risparmiare il saluto “al bello di papà” in diretta: ma non era il trasgressivo delle Vibrazioni? Di recente a segno Arriva grande successo per “Tutta la notte”, nel top 30 dell’estate 2013.
Perturbazione (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): L’unica Storia di tradimenti e vizietti italici messi alla berlina dalla band piemontese percorrendo la strada del pop rock. Scelto il palcoscenico di Sanremo per conquistare un più ampio pubblico visto che hanno già uno zoccolo duro di affezionati.
Giusy Ferreri (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Ti porto a cena con me – Finalmente in un vestito che le dona. E’ proprio vero che nella finale fila tutto liscio perché la tensione è alle spalle. Il brano continua a non convincerci. Sempre bella la sua voce, così particolare e riconoscibile. –
Francesco Renga (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Vivendo adesso – Con i “capelli messi in una gabbia di scoiattoli” come gli dice la Littizzetto…in effetti hanno triplicato il loro volume nelle ultime 24 ore. Ma bravo, bravo, come sempre, e bella anche la canzone e gli perdoniamo la gigioneria di chiedere alla sala:”Sto male”?. –
Il voto a Maurizio Crozza (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE) – Maurizio Crozza arriva sul palcoscenico nascosto dietro uno scudo con su scritto “pace” e subito invita la platea:” Dai insultatemi un po”. Lo scorso anno la sua tirata politica contro Berlusconi aveva suscitato molte polmiche e i rumors della sala. E poi …”mi sento come la Kyenge al compleanno di Bossi…” fa un appello all’Europa “…non vogliamo più essere la chiusa comica delle barzellette…” perché l’Italia è il Paese della bellezza anche se siamo in perenne “…oscillazione tra grande bellezza e l’enorme disastro…” e per il debito pubblico “…gli spermatozoi non vogliono uscire…”. Rivolgendosi all’onorevole Giovanardi “…a Genova 600 anni fa c’erano già i patti di convivenza e poi siccome dovevamo pagare il notaio abbiamo fatto un passo indietro…”. Gran finale sfoggiando doti baritonali inusitate ci canta, con testo opportunamente attualizzato (cronaca dei vari sfaceli italici), una delle più celebri arie del “Don Giovanni” di Mozart. E chiude con il suo Renzi “…abbasserò il Pil ma aumenterò il pilates…”.
Il voto a Ligabue (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE) – Il Liga non tradisce mai, testosterone allo stato puro, condimento per gli occhi e per le orecchie…E apprezziamo molto che il ciuffo lo mantenga sale e pepe: la gioventù non è nei colori, ma nell’anima e la sua sarà sempre giovanissima. Regala una carrellata dei suoi successi senza con e la sua chitarra. Esibizione generosa e dà una scossa con energico rock a tutto l’Ariston. Nuovamente al primo posto della classifica degli album più venduti il suo “Mondovisione” è già cinque volte disco di platino.
Il voto a Renzo Rubino (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Ora VOTO 6 Vaga, stilisticamente parlando, tra Paolo Conte e Vinicio Capossela, senza raggiungere minimamente la cifra dei due. E poi la voce e quel dimenarsi visibilmene strumentale… Ma pare che piaccia, vabbe’.
Il voto a Antonella Ruggiero (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Da lontano VOTO 10 Una bella canzone con belle sonorità contemporanee e un arrangiamento efficace ma, certo, non commerciale. E lei canta come nessuna con quel suo stile inconfondibile. Non mancherà di fare presa nel pubblico.
Il voto a Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Liberi o no VOTO 8 Le doti del musicista Gualazzi non si mettono in discussione: ma si può fare sempre la stessa canzone? Comunque va forte nelle radio e la sua vittoria l’ha già messa a segno. Ma il Mascherato serviva?
Il voto a Cristiano De André (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Il cielo è vuoto VOTO 7 E’ veramente sconcertante la partigianeria di Fazio per il De Andrè minore. Ripetiamo e riproponiamo il quesito: se non fosse il figlio dell’immenso Fabrizio sarebbe a Sanremo? Fare la musica per diritto ereditario… La canzone, però, procura emozioni e ha una sua valenza stilistica con un ritornello che prende.
Il voto a Frankie Hi-Nrg mc (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE): Pedala VOTO 8 Prende il reggae di Frankie che migliora di esecuzione in esecuzione e il rapper di lungo corso viene fuori e domina la scena.
Claudia Cardinale classe da vendere, una delle poche attrici che non hanno ceduto alle lusinghe della chirurgia estetica per prolungare la gioventù e porta le rughe con giusta fierezza. Ancora oggi, a 76 anni suonati è bella. Indimenticabile Angelica ne “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, dalla bellezza solare e notturna al tempo stesso, inizia la sua carriera nel ’57 dopo aver vinto un concorso di bellezza a Tunisi, sua città natale. Dopo l’incontro determinante con Franco Cristaldi, la sua carriera decolla con il primo film importante, “I soliti ignoti” (1958) trovando piena affermazione ne “un maledetto imbroglio”, pietra miliare nella filmografia di Pietro Germi. Seguono i ruolida protagonista, “La ragazza con la valigia” di Zurlini con cui va a Cannes (’61) dove viene coniato il per lei diminuttivo CC, la risposta mediterranea alla bellezza della già adorata Brigitte Bardot, BB appunto. Seguono moltissimi film nei quali l’attrice ritrova finalmente anche la sua voce (all’inizio veniva doppiata perché la sua cronica raucedine non veniva ritenuta cinematografica). La chiamano a Hollywood (negli anni ’60) e diventa una star a tutto tondo dimostrando di essere un’attrice versatile che passa da ruoli leggeri e quelli drammatici senza problemi. Tra le sue interpretazioni si ricordano, oltre al già cirtato “Gattopardo”, “La ragazze di Bube”, “C’era una volta il West” (cult del western all’italiana per la regia di Sergio Leone), Il giorno delle civetta”, “Bello, onesto, emigrato Australia” con Sordi, “Il prefetto di ferro”, “La pelle, “Fitzcarraldo”. Nell’ultimo decennio si è cimentata, e con un certo successo, con il teatro in lingua francese (che è la sua seconda lingua madre). Alla nostra Divina tocca di consegnare i primi premi della serata a personaggi che molto probabilmente non conosce (e non solo perché abita stabilmente in Francia o per l’anagrafe)
Stromae origini ruandesi, nato (nell’85) a cresciuto a Bruxelles, al secolo Paul van Haver, arriva a Sanremo sull’onda del successo “Racine carée”, quasi un milione e mezzo di copie vendute in giro per l’Europa e in uscita proprio in questi giorni in Italia. La sua musica è un mix formidabile dove si ritrovano accenti e modalità espressive della tradizione francese dei chanconniers, trip hop, accenti etnici alla Miriam Makeba, ritmi dance, suoni dell’elettronica. Insomma uno stile molto particolare a cui si unisce una fisicità androgina con la quale gioca assai bene nei sui bellissimi video che hanno spesso una cifra retrò con rimandi e citazioni degli anni ’50. Ha presentato “Formidable”, canzone sulla solitudine e l’emarginazione, resta stabilmente nel top 10 francese da mesi.
Il Premio della sala stampa va incomprensibilmente ai Perturbazione. Il Premio Mia Martini, Sezione campioni, va Cristiano De André per “Invisibili” la canzone eliminata. Potevamo mai immaginare che Fazio avrebbe congedato il suo pupillo senza un premio? Giammai. E il buon Cristiano miete i frutti di papà.
Le pagelle ai finalisti – E siamo alla terna vincente che ci costringono a riascoltare e dobbiamo ancora aspettare il nuovo voto. La mezzanotte è passata da venti minuti. Tra questi il vincitore del Festival: Renzo Rubino, Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots , Arisa. Allora, passi per Arisa e Gualazzi ma Rubino… Inaccettabile.
“…la più grande colpa è sentirmi in colpa…ora che stai pensando fermati e dammi un voto…”: questi i concetti pregnanti della canzone di Rubino e delle sue performance abbiamo già detto. La musica cosiddetta leggera non ha l’obbligo di essere stupida. Ricordiamo che messaggio riesce a mandare, con semplicità (non superficialità) e sincerità, il giovanissimo Rocco Hunt con il suo testo. Ma ci dobbiamo arrendere: è la musica che piace. Specchio di una decadenza culturale del nostro Paese che va combattuta promuovendo l’ascolto e la comprensione della musica nelle scuole perché lì ci sono e crescono i nostri prossimi musicisti e cantanti.
Il voto al vincitore: Arisa (Pagelle Sanremo 2014, LA SERATA FINALE) – Le ferree regole del gioco con le case discografiche impongono alla Rai, e purtroppo anche a noi, di mandare in onda e far riascoltare inutilmente gli estratti delle Nuove proposte per dare, ufficialmente, lo spazio al televoto: ma all’una del mattino, quanti italiani fremono con il telefonino in mano per regalare qualche euro di telefonata al Festival di Sanremo?
E finalmente sappiamo chi vince: Arisa. Almeno lei sa cantare veramente. Ad Arisa, che accoglie il premio con un certo distacco (stanca?) confermiamo il voto di pagella 8.
Premio Miglior testo “Sergio Bardotti” va a “Invisibili” di Cristiano De Andrè. Amen.