Come in un brutto film, come in una canzone cantata milioni di volte, immaginata, allontanata perché troppo dolorosa e alla fine mai composta. Il jet privato, quello che dagli anni 70 li ha portati in giro per il mondo, con la linguaccia irriverente ben in vista sulla fusoliera è appena atterrato. Saranno le dieci di sera a Perth, Australia. A New York City sono le 8 di mattina delle stesso giorno, è domenica. Una domenica che lei passa in chissà quale modo, riposo forse poco: una donna in carriera come lei ha sempre cose a cui pensare anche di domenica. Troppe cose. Adesso invece è lunedì mattina, saranno le 9 e 30. A Perth, in Australia, sono le 11 e 30 di notte, il lunedì è quasi finito. Lui ha passato la giornata a svagarsi, a distendersi, è andato a passeggiare sulla bella spiaggia davanti all’oceano, ha anche accettato di farsi scattare qualche fotografia. Sorride, un buffo cappellino militare con la visiera in testa, gli occhiali da sole: più che la rock star che da decenni fa impazzire il mondo, sembra un turista tipicamente inglese, buffamente eccentrico come loro sanno essere. La foto di lui sorridente finisce su twitter. Fra due giorni dovrà di nuovo salire sul palco, come fa da cinquant’anni. Già, perché, anche se li porta benissimo, lui di anni ne ha 70. Avrà fatto un patto con il diavolo, dicono i soliti ben informati schiudendo i denti nell’invidia perché loro invece i 70 anni che hanno li dimostrano tutti. Insomma, ha la stessa età dell’ex presidente del consiglio italiano Mario Monti: chi li porta meglio? Chi ha fatto sesso droga e rock’n’roll per buona parte della sua vita o chi la vita l’ha passata dietro la scrivania delle banche e delle università? Ma questo, adesso, non centra nulla.



Adesso se ne torna in albergo perché si sente un po’ inquieto, è quasi mezzanotte e come ogni volta che sta per cominciare una nuova tournée gli vengono dei pensieri, tornano a galla volti mai dimenticati davvero. Winnie the Pooh, il buffo pazzo con il capelli a caschetto biondi, Brian, morto annegato nella sua piscina nessuno ha mai capito veramente come.  Sente dei brividi: lui voleva bene a Brian, era stato grazie a lui che tutto era nato e che nei successivi cinquant’anni si era potuto permettere di fare la vita più bella al mondo: musica, donne, soldi, tanti soldi. Era anche diventato Sir, altro che simpatia per il demonio.



A New York sono ormai le dieci di mattina, a Perth è passata da pochi secondi la mezzanotte ed è già martedì. Lei sale su una seggiola, annoda una delle sue eleganti sciarpe di seta al collo a una lampada e si lascia andare.

Lui a Perth si sveglia madido di sudore, improvvisamente: gli viene in mente quel ragazzo di colore, aveva 18 anni, assassinato a coltellate davanti a lui mentre era sul palco a cantare. Aveva visto tutto, e non avrebbe mai più dimenticato: stava cantando Sympathy for the Devil, eccomi qua sono il demonio, piacere di conoscerti, e i sogni di pace & amore erano morti con Meredith Hunter, quel maledetto giorno di dicembre del 1969, pochi mesi dopo che Brian the Pooh era morto annegato. Qualcuno dei soliti ben informati avrebbe parlato di maledizione, ma non lui.



Lawrence Scott, L’wren come si faceva chiamare, è morta impiccata. Si è uccisa, come Brian. Il perché non lo sa nessuno e chissà mai se si saprà. Il male nero, il black dog, il cane nero che perseguita sempre più persone in questo mondo moderno, uno se lo porta dentro a sua insaputa per anni, e lei di anni ne aveva 49. Quando ne aveva 36 si era messa insieme al dio del rock, Mick Jagger, che di anni ne aveva già 57 e di donne, le più belle del mondo, ne aveva avute tante. Una di esse, la meravigliosa Marianne Faitfhull, sorella morfina, Sister Morphine, ci aveva quasi lasciato la pelle a stare con lui. Lei buttata dentro il buco nero dell’eroina mentre lui saliva e scendeva dal jet con la linguaccia sulla fusoliera. Dicono che l’azienda di moda di L’wren fosse in pessime acque, perdite stimate in milioni di dollari, ma che problema poteva essere, con un compagno la cui fortuna stimata è di 200 milioni di dollari? Eppure lei si sentiva in imbarazzo, dicono, per il tracollo del suo lavoro. E’ davvero possibile uccidersi per questo, quando dalla vita hai avuto tutto, ma davvero tutto? Che cos’è quel piccolo, maledetto particolare che manda a gambe all’aria ogni cosa, ogni felicità e ci si mette in mezzo, e distrugge tutto il bene che hai e si impossessa della bellezza e la dipinge di nero, tanto da farti legare una sciarpa di seta al collo e lasciarti morire? Come mai i conti non tornano mai?

 

Dipingere di nero: a metà anni 60 un giovane e affascinante Mick Jagger cantava una canzone che si intitolava Paint it, Black dipingilo di nero. Nel pieno dell’estate dell’amore, quando i giovani di tutto il mondo si vestivano di colori sgargianti e mettevano fiori nei loro capelli e cantavano di pace & amore, lui cantava una canzone apparentemente senza senso. “I look inside myself and see my heart is black  I see my red door and it has been painted black Maybe then I’ll fade away and not have to face the facts

It’s not easy facing up when your whole world is black”: guardo dentro il mio cuore e vedo che è nero.

Jagger cantava con una lucidità impressionante la disillusione che quei giovani spensierati avrebbero poi vissuto, anticipandoli perché in qualche modo lui sapeva. Sapeva che c’è un lato oscuro nella vita di ciascuno e può sempre prendere il sopravvento, perché siamo creature fragili che si spezzano in un attimo, anche se siamo diventati i re del mondo e il mondo lo abbiamo ai nostri piedi. Le mille donne di Mick Jagger, cominciando da Chrissie Shrimpton, sorella della modella della Swinging London Jean aveva cercato di suicidarsi quando lui l’aveva lasciata per Marianne Faithfull, che sarebbe quasi morta di eroina per cercare di stargli accanto. Poi sarebbero venuti i matrimoni e i figli, in tutto sette figli con quattro donne diverse. In mezzo, le risapute love story con, per dirne solo alcune, Angelina Jolie, Janice Dickinson, Carla Bruni, Sophie Dahl.

Un grande buco che Jagger aveva nel cuore e che anche il rock’n’roll non bastava a riempire? Forse. Alla fine però sembrava aver trovato la donna con cui invecchiare bene, L’wrence. Ma è stata lei a dire di no a questa possibilità, e adesso Mick Jagger è solo.

 

Dicono che è così devastato che probabilmente tutti i prossimi concerti degli Stones verrano cancellati. Si è sempre scherzato su questi vecchietti del rock, prendendo in giro la loro ostinatezza a voler ancora salire sul palco, a 70 anni suonati. E loro niente, se ne sono sempre fregati. D’altro canto quando suoni nella più grande rock’n’roll band del mondo, puoi dare ascolto a queste sciocchezze di invidiosi? Che altro può fare un povero ragazzo se non cantare in una rock’n’roll band? Nulla. Ma adesso forse quel cuore nero ha posto fine a tutto quel grande e meraviglioso sogno. Forse adesso i Rolling Stones si fermeranno davvero per sempre, e tutto scomparirà, anche la linguaccia dalla fusoliera di quello che diventerà solo un vecchio aereo, buono per essere demolito.

“No more will my green sea go turn a deeper blue

I could not forsee this thing happening to you

If I look hard enough into the setting sun

My love will laugh with me before the morning comes

 

I see a red door and I want it painted black

No colors anymore I want them to turn black

I see the girls walk by dressed in their summer clothes

I have to turn my head until my darkness goes”