In questo periodo a Roma tutto sembra andare male. Le finanze della città sono sull’orlo del baratro: l’insolvenza è stata tamponata all’ultimo momento da un intervento del Governo proprio mentre si minacciava un arresto  dei servizi pubblici. Il Teatro dell’Opera è alle prese con un debito di 40 milioni di euro; la prima di Manon Lescaut non è saltata quasi per miracolo e per non offendere il Capo dello Stato annunciato nel palco centrale. L’Orchestra Sinfonica Romana e l’Accademia Filarmonica sono alle prese con serie difficoltà finanziarie. Per non parlare della infrastruttura: dopo le piogge di febbraio, le strade assomigliano ad un colabrodo, Nel contempo, anche la sicurezza è diventata un problema: aumentano i furti (spesso a mano armata) e bande di criminali si contendono il mercato della droga e della prostituzione.



Come nella Berlino dei racconti di Christpher Ishewoord, pullulano i teatri e fioriscono iniziative di grande valore culturale spesso gratuite. Una di queste è la serie di concerti di musica antica che da febbraio a giugno (12 eventi) si tengono nell’auditorium del Museo statale degli strumenti musicali, frutto di una collaborazione tra il Museo ed il Conservatorio di Santa Cecilia a via dei Greci. Attenzione, occorre non confondere il Museo statale degli strumenti musicali con quello dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ospitato al Parco della Musica. Il secondo è molto elegante ma piccolo e con pochi reperti. Il primo è grandissimo: ospita due collezioni private molto vaste accanto alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme in un edificio umbertino (un tempo una caserma di carabinieri) immerso nelle rovine di quello che fu il Palazzo imperiale della madre di Costantino. Luogo prezioso e ricco di storia ed atmosfera.



La caratteristica è che prima del concerto chi vuole effettuata una visita guidata alla sezione del museo dedicata allo strumento: il primo marzo, ad esempio, un docente del Conservatorio ci ha spiegato tutto-ciò-che-si-deve-sapere sulla viola da gamba, dato che il concerto riguardava sonate di Bach per viola da gamba e cembalo obbligato. La vera sorpresa è stata all’uscita dalla visita: una vera e propria folla si ammassava all’ingresso dell’auditorium. Le sonate sono state eseguite non solo con tutti i posti a sedere esauriti in pochi minuti (in platea e galleria) ma con spettatori seduti per terra, molti bambini silenziosissimi e tanti applausi a Bruno Re (viola da gamba) e Barbara Vignanelli. Dall’al di là, Bach sorrideva contento. Per i dettagli del programma www.conservatoriosantacecilia.it.

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