Il vostro recensore alcune sere fa, sottacendo l’importante appuntamento, ha inteso passare una serata da semplice appassionato proprio per potersi gustare a pieno il concerto senza l’obbligo di scrivere, valutare, mandare a memoria la scaletta e via dicendo, obblighi ai quali non si può prescindere quando si effettua una recensione con lo scopo ed anche il piacere di condividere con il lettore alcuni eventi.
Era la seconda volta a distanza di un anno dopo lo splendido concerto di aprile 2013 al Sistina che assistevamo ad un concerto di Steve Hackett storico componente dei Genesis. Il concerto andato in scena giovedì 22 maggio all’Auditorium di Via di Conciliazione di Roma è stato altrettanto bello, denso di emozioni, di finezze e in alcuni momenti entusiasmante come al termine di Musical Box quando tutto il pubblico è scattato in piedi. Non poteva essere altrimenti, il brano chiudeva un trittico d’autore comprendente The Return of the Giant Hogweed e The Fountain of Salmacis tratti da NURSERY CRYME quello che viene considerato il capolavoro assoluto della band inglese.
Ecco spiegata la recensione che vuole essere un omaggio a questo artista oltre ad informare gli appassionati dell’imminente ritorno di Steve Hackett visto il grande successo che il suo tour sta riscuotendo in ogni angolo del mondo da più di due anni a questa parte.
Steve Hackett (Stephen Richard Hackett, nato a Londra il 12 febbraio 1950), per chi non lo sapesse, oltre ad una intensa carriera solista, negli anni ’70 era considerato insieme a Robert Fripp dei King Crimson, Steve Howe degli Yes uno dei migliori chitarristi della scena rock inglese e in particolare del cosiddetto “rock romantico” oggi denominato come progressive. Stilisticamente influenzato da Robert Fripp (agli inizi carriera anche lui era solito suonare seduto come il leader dei King Crimson), Hackett ha fatto parte dei Genesis nel periodo artisticamente più importante, quello che va dal 1971 al 1977 quando incise album storici come NURSERY CRYME, FOXTROT, SELLING ENGLAND BY THE POUND, THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY e, dopo l’uscita di Peter Gabriel, A TRICK OF THE TAIL e WIND AND WUTHERING, prima della svolta pop che a questo periodo fece seguito.
Furono anni memorabili con album e concerti indimenticabili grazie a band come Yes, King Crimson, Genesis che di quel movimento rappresentavano la punta di diamante accanto ad altre strepitose formazioni come Emerson, Lake & Palmer, Van Der Graaf Generator, Colosseum, Gentle Giant, Audience. Era il 22 gennaio del 1973 quando al Palasport di Roma fece tappa il Charisma Festival, al prezzo di 2500 lire in una delle prime file di platea, assistemmo al concerto insieme a Serena Ferrara, una fra le più grandi esperte di musica rock mai conosciute. A causa del forfait di alcune delle band in scaletta (String Drive Thing, e Lindisfarne, quest’ultimi partiti il giorno prima per l’Australia), il concerto prevedeva i Capability Brown, a seguire il duo composto da Peter Hammill & David Jackson presenti senza il resto dei Van Der Graf Generator appena sciolti e, come gran finale, l’esibizione dei Genesis.
Davanti a circa diecimila paganti la band inglese infiammò il pubblico romano. Incredibile constatare, nonostante l’età media dei musicisti fosse di circa 23 anni, come i Genesis mostrassero già una grande maturità artistica oltre a delle notevoli, capacità strumentali, su tutti oltre a Peter Gabriel, con la sua mimica e i rivoluzionari travestimenti, il chitarrista Steve Hackett e il batterista Phil Collins, all’epoca noto per essere uno dei più bravi tecnici di batteria di Londra (fra i suoi clienti anche Bill Bruford degli Yes). Era l’inizio di un’avventura che di lì a poco li avrebbe portati alla notorietà . “Al ritorno in Inghilterra suonammo davanti a venticinque persone” ricorda divertito uno dei loro collaboratori. All’epoca infatti i Genesis erano conosciutissimi nel nostro paese e praticamente ignorati in patria. Il sostegno di riviste come Ciao 2001 e il contributo di alcuni giornalisti fra i quali Armando Gallo divenuto poi il loro fotografo ufficiale, fece sì che anche il pubblico inglese incuriosito iniziò ad apprezzarli.
Nonostante la disponibilità di Hackett, una completa reunion dei Genesis non è mai avvenuta, seppure i rapporti fra i membri storici della band Peter Gabriel, Phil Collins, Michael Rutheford, Tony Banks, a detta del loro manager Tony Smith, siano ottimi. La reunion avvenuta a Roma al Circo Massimo il 14 luglio 2007 vide infatti Collins, Rutheford, Banks accompagnati da Chester Thompson alla batteria e Daryl Stuermer alla chitarra. Gran concerto, sicuramente più pop e meno progressive.
Il grande ritorno di interesse per la musica prog ha visto un proliferare di cover band sparse in tutto il mondo, alcune, come nel caso dei Genesis, addirittura con i medesimi abiti di scena del periodo d’oro (quello di Gabriel), ma con esiti musicali molto scadenti. Molte anche le reunion di vecchie band dell’epoca che hanno riportato sulla strada molti di quei musicisti. Non di rado questi ritorni destano malinconia, specie quando alcuni dei protagonisti, vuoi per motivi di salute, vuoi per vita dissennata, portano sul palco il pallido ricordo di se stessi.
L’operazione messa in scena da Hackett è invece una delle poche ben riuscite, avendo scelto prima di tutto una riproposizione filologica, eseguendo i pezzi nei loro vecchi arrangiamenti, tranne alcune variazioni, utilizzando le attuali tecnologie che permettono di riproporre al meglio anche le parti all’epoca appannaggio del mellotron, lo strumento che riproduceva in maniera affascinante e un po’ primitiva gli archi .
Watcher of the Sky ricorda Hackett nelle note di copertina del bellissimo omonimo cd del 1996 nel quale rileggeva il repertorio dei Genesis – venne composta pensando proprio al suono che trovavamo nei palasport italiani, il nostro mellotron soprannominato “Black Bitch”- ride – lo comprammo dai King Crimson e veniva cosi chiamato perché non funzionava mai bene”.
Steve Hackett per questi tour ha scelto ovviamente musicisti ben in arnese, alcuni con lui da anni. Alla tastiere Roger King (già con Gary Moore, Snoop Doggie Dog, Jamelia), alla batteria, percussioni e voce Gary O’Toole (Kylie Minogue, Chrissie Hynde), al sax, flauto, percussioni e tastiere Rob Townsend (Eddie Henderson, Bill Bruford, Django Bates), al basso, stick, chitarra 6 e 12 corde, Nick Beggs (Kim Wilde, Steven Wilson), alla voce Nad Sylvan (Unifaun, Agents Of Mercy). Una band affiatata dagli alti contenuti tecnici e con un cantante come Nad Sylvan, dotato di una voce molto simile a Peter Gabriel con una gestualità e teatralità personali ed intriganti, vera rivelazione della band. Coreografie asciutte, belle luci, musicisti sul palco vestiti normalmente a parte alcune originali e riuscite mise di Nad Sylvan.
Belle emozioni, e soprattutto l’impressione di un piacere, quasi una gioia, da parte dei musicisti e di Hackett in particolare nel ritrovarsi a suonare un repertorio sempre attuale davanti ad un pubblico di appassionati, con tanti giovani e fra questi diversi chitarristi accorsi per carpire qualche segreto del suo stile chitarristico. Dopo concerto molto rilassato con la band disponibile a ricevere fan e vecchi amici, il tutto con garbo e stile tipicamente britannico. Lo stesso chitarrista sul suo profilo Facebook è solito postare commenti, foto anche dei day off, pronto a condividere questo rinnovato grande successo senza atteggiamenti da divo.
L’Auditorium di via della Conciliazione, grazie anche alla buona acustica, ha quindi vissuto una pagina memorabile; nel corso del concerto sono stati infatti riproposti brano storici a cominciare da Dance on a Volcano che ha aperto il concerto. Questa la apprezzatissima scaletta della serata: Horizons, Supper’s Ready, Watcher of the Skies tratti da FOXTROT, Dancing with the Moonlit Knight, I Know What I Like (In Your Wardrobe), Firth of Fifth da SELLING ENGLAND BY THE POUND, The Return of the Giant Hogweed, The Fountain of Salmacis, The Musical Box, da NURSERY CRYME, The Knife da TRESPASS, Dance On a Volcano e Los Endos, Squonk da A TRICK OF THE TAIL e Lilywhite Lilith da THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY.
Come detto ottima la band dal batterista Gary O’Toole (solito esibirsi con la tipica bombetta inglese) puntuale con il suo doppia cassa, dal drumming potente ma mai sopra le righe, apprezzato cantante in un paio di brani ed in alcuni cori a supporto di Nad Sylvan (allo stesso modo in cui Phil Collins era solito sostenere Peter Gabriel su alcune tonalità). Molto bravo Roger King alle tastiere così come Rob Townsend, sassofonista di impostazione jazzistica e il lungo crinuto Nick Beggs al basso e chitarre, che, periodicamente, si alterna nel ruolo con il talentuoso Lee Pomeroy, presente nella formazione che si esibì a Roma l’anno precedente.
Bravissimo il cantante Nad Sylvan nel sottolineare con la sua riuscita mimica, i momenti più intensi del concerto come nel brano The Knife. Una sua collocazione al centro del palco (occupata da Steve Hackett) renderebbe ancora più coinvolgente lo spettacolo, ma si tratta di sfumature. Quanto a Steve Hackett, anche se gli anni passano e le mani non possiedono l’agilità di un tempo, ha suonato da par suo con la solita precisione alternando finezze stilistiche (tapping) sull’elettrica (Gibson Les Paul Custom e Goldtop oltre ad alcune Fernandes Les Paul black, gold), ad apprezzabili parti suonate in solitario sulla chitarra a corde di nylon (Yairi) come pure sulla 12 corde (Zemaitis).
Da segnalare l’uscita del CD/DVD GENESIS REVISITED: LIVE AT THE ROYAL ALBERT HALL nel quale viene documentato al meglio lo splendido momento della band con la presenza di alcuni ospiti quali John Wetton, Ray Wilson, Roine Stolt e Amanda Lehmann.
Uno spettacolo di grande livello consigliato “vivamente” a chi è appassionato di rock ed ha piacere di riascoltare e/o scoprire una musica passata alla storia ed ancora attualissima. A grande richiesta Steve Hackett ritornerà in Italia nel mese di luglio per quattro concerti prima di ripartire per un nuovo tour mondiale. Queste le date: 25 luglio- Gru Village, Grugliasco (TO), 26 luglio-Castello Scaligero, Villafranca Di Verona (VR), 27 luglio – Mix Festival, Piazza Signorelli, Cortona (AR), chiusura il 28 luglio a Pescara al Teatro Gabriele D’Annunzio .