Sentirsi in Africa senza nemmeno aver preso un mezzo di trasporto é una sensazione magica. Brescia – Dakar in poco meno di una canzone. La magia in pochi minuti é divenuta realtà sul palco allestito in piazza Loggia a Brescia grazie alla voce africana più conosciuta al mondo, il simbolo di un Paese: Youssou N’Dour, classe 1959. Cantante, politico e musicista senegalese di Dakar, attualmente impegnato anche nel ruolo di Ministro del turismo in Senegal, sale puntuale sul palco bresciano travolgendo un pubblico decisamente multi etnico. Impossibile restare seduti. I ritmi d’Africa trasportano il corpo e la mente in danze frenetiche e oniriche e la piazza multicolore diventa un tutt’uno con il palco.



Ad accompagnare in questa ennesima avventura Youssou N’Dour i suoi inseparabili Super Etoile de Dakar, nati nel 1981 in quella Medina dove il musicista ancora risiede. Tra questi spicca il musicista Assane Thiam, ritenuto il miglior suonatore di tamburo parlante o tama – come viene chiamato tra i Wolof il gruppo etnico principale delle popolazioni del Senegal – utilizzato per la comunicazione tra i villaggi e suono fondamentale nella caratteristica ritmicità su cui N’Dour ha costruito la creazione e la diffusione del “mbalax”, un misto tra le tradizionali percussioni usate nei canti di preghiera e gli arrangiamenti afro-cubani.



Lo spettacolo regala continue emozioni. Non sono mancati brani che hanno consegnato l’artista africano al gotha della musica mondiale come “7 Seconds” del 1994 in duetto con Neneh Cherry, successo che arrivò al vertice delle classifiche di tutto il mondo. Ma anche il brano “Nelson Mandela”, “Shaking the tree” realizzato con Peter Gabriel passando per un tributo al leggendario Bob Marley, protagonista del suo ultimo lavoro “Dakar-Kingston”, dove il legame Africa e reggae é protagonista. Non mancano parole a sostegno dei suoi innumerevoli impegni nel sociale. Sono molte infatti le battaglie combattute negli anni da Youssou N’Dour: dalla povertà all’apartheid, passando per la schiavitù, sino all’emigrazione ed alla siccità.



Una serata magica, dicevamo, con un vero e proprio esempio di multi-culturalismo decisamente fuori dal comune che ha unito genti e razze in un unico canto, in un’unica voce. Dimostrazione di come la musica sia ancora una volta uno dei più potenti strumenti di aggregazione e superamento delle diversità dell’uomo.