Trattare, parlare, scrivere e discutere della musica emergente è sempre stato il mio pane quotidiano, cercare la bellezza dell’inaspettato nelle voci di chi ci crede ancora, di chi sogna ancora di cavalcare grandi palchi con cori a seguito.
Amo scovarli tra la folla, amo ascoltarli quando non se ne accorgono. Ho conosciuto Marika ad un matrimonio, lei cantava in assoluta disinvoltura come se stesse facendo la cosa più naturale del mondo, come se fosse nata per fare solo quello.
Mi aveva parlato di lei uno stimatissimo produttore, Roberto Gasparro, affascinata da questi racconti ho deciso di prendere un treno alla scoperta di una nuova voce. Arrivata a Torino, le mie aspettative sono cresciute, e proprio in quella sede, ho ascoltato il primo brano del su EP “Amare non è mai uno sbaglio”, intitolato Mi ci devo solo abituare.
Un titolo non convenzionale, per un brano altrettanto originale, l’ennesima perla firmata da Roberto Gasparro, autore già conosciuto per il suo notevole talento nel creare perfetti connubi tra parole e musica, quasi a renderli dei veri e propri piccoli film, sui quali sognare, immedesimarsi.. viversi fino a scoprire la più profonda parte di se, dall’amore al dolore fino al ricordo.. o al rancore.
“Mi ci devo solo abituare” è interpretata dalla splendida voce di Marika (Marika Sichirollo) che riesce a donarci una sofferenza naturale sporcando la perfezione della sua tonalità. Un brano che ci fa ripercorrere i dolori di un amore non andato come vorremmo, un rancore ancora caldo che brucia nelle vene di chi ha voluto crederci, facendosi a tratti male, ed oggi, ha smesso di farlo, ha smesso di amare, ha smesso di credere che ci sia la possibilità di provare ancora qualcosa.
Va a sottolineare una reazione, che tutti, chi prima, chi poi hanno dopo la fine di un forte sentimento. “Mi ci devo ancora abituare e chissà se poi riuscirò a dimenticare, non ci credo più in questo fottuto amore” cita Gasparro nel brano, una sorta di rinnegazione, un amore che sta diventando odio, che ha reso un cuore a brandelli e un orgoglio in coriandoli.
“In questa folle corsa all’avere ci dimentichiamo di essere, ancora prima di conoscere chi siamo” Una metafora della vita quotidiana, il cercare di raggiungere obiettivi, dove vale la legge “ad ogni costo, ad ogni condizione” uno svendersi continuo per cercare di essere, dimenticandoci chi siamo e quali valori portiamo legati al cuore, non importa in quanti pezzi possiamo disintegrare qualcosa o qualcuno, importa arrivare.
“Perde chi si innamora, perde chi ci crede ancora, è la giostra della vita, spesso vince chi non merita,ma c’è chi affronta una salita c’è chi non molla neanche quando è finita, perché amare non è mai facile, è un equilibrio instabile”. Questa, a mio giudizio, la chiave di volta del brano, la conquista facile, anche senza motivi fondati, sentirsi annientati quando ogni nostro sudore non viene ripagato del giusto valore, ma farcela ancora una volta, mettersi in gioco ancora una volta nonostante le difficoltà.
Un brano che racchiude amore, vita quotidiana e una società che va contro ogni meritocrazia, un connubio perfetto quello tra Marika e Roberto Gasparro che ha dato vita a questo, e lasciatemi passare il termine, gioiello della nuova musica italiana, pulita, sincera e assolutamente non artefatta. Due talenti, uno accanto all’altro possono solo generare grandi successi, ed è quello che io, e come me, tutti coloro che ancora sulla musica vogliono sognare ancora, auguriamo a Marika, giovane, ma così piena di energia.. da contagiare ogni cuore che si pone ad ascoltarla.